Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’opera è finalista nel concorso letterario Jacques Prévert 2015
Prefazione
Michele Paganelli tramuta in espressione poetica le esperienze vissute ed i recuperi memoriali, riuscendo ad evocare, con la sua poesia, la sacra intimità che custodisce nel suo “essere”.
Nel profondo dell’animo questo universo emozionale viene illuminato e riflesso nelle poesie con parole intense e sincere.
La sua straordinaria sensibilità, in un secondo tempo, conduce a trovare un rifugio dell’anima e a vivere le emozioni in modo totalizzante.
Michele Paganelli è un “sognatore e creativo”, fin nel profondo della sua personalità: uomo dallo spirito libero che lascia viaggiare la fantasia e l’immaginazione e, al contempo, ama “viaggiare nei ricordi” e penetrare i silenzi profondi per scandagliare l’essenza stessa del suo sentire, prima umano e, poi, lirico.
La sua visione poetica nasce in una dimensione sospesa, tra intimità e creatività, realtà interiore e percezione onirica: “Sono un visionario perché immagino la notte con la luce della creatività… / Sono un visionario perché vedo oltre le nuvole, se alzo lo sguardo al cielo”. È proprio questa personale visione del mondo che crea la “sua” poesia nella quale tutto viene rigenerato per riconoscere la “propria” coscienza e per contrastare la sensazione di “naufrago” nel mare odierno dell’indifferenza e negli aspetti “volgari” di una società che è afflitta da contraddizioni difficili da sanare.
A volte, emerge prepotente anche la sensazione di sentirsi “estraneo a tutto” e dover fare i conti con le “ferite dell’anima”, con il “dolore che porta alla solitudine” e con le “angosce che disorientano la coscienza”, come a ricercare un approdo esistenziale, dopo naufraghe emozioni, che offra, finalmente, la serenità.
La sua intenzione lirica denota la volontà di ricercare “un’isola della coscienza”, che possa rappresentare un luogo mentale nel quale ritrovare la quiete dell’animo, dopo aver vissuto periodi di disperata oscurità e di angoscia, attanagliato da un senso d’abbandono: ecco allora che, allo stesso modo, ritroviamo Michele Paganelli intento ad immaginare un luogo magico, “Poesilandia”, dove “sognare, creare e vivere intensamente ogni momento” come in sospensione in una dimensione immaginifica.
Si avverte la percezione, da parte di Michele Paganelli, di ricercare e conquistare un punto di riferimento che permetta di superare le insidie della vita ed osservare il “suo orizzonte” con la giusta tranquillità: allo stesso modo, guardare il mare dal porto di Marina di Pisa crea un senso di rapimento estatico che alimenta la “vitalità del cuore”.
Dopo un faticoso e sofferto percorso, Michele Paganelli è sempre pronto a “sognare l’amore”, nonostante le tempeste della vita e le esperienze sofferte: struggente il ricordo della nonna Clara, “unico amore che ha conosciuto nella sua infanzia” e toccanti le poesie dedicate alle persone amiche oltre, logicamente, alla poesia dedicata all’amata moglie.
In definitiva, si può dire che la magia della poesia è come un incanto che scende su di lui, avvertito come illuminazione, percepito come meraviglia.
La poesia “Alba Nuova”, che regala il titolo al libro, chiude la silloge ed offre l’immagine di Michele Paganelli in attesa di una nuova nascita del sole, nuova alba nel suo cuore, che diventa, senza dubbio, rinascita simbolica.
Massimiliano Del Duca