Opere di

Mina Montalbano


Come giaggiolo in zolla dentro al poggio

Scriverò dei silenzi la canzone
che ti racconti
amore del deserto
nascosto tra le dune
in fondo al cuore
come giaggiolo in zolla
dentro al poggio
mi spalmo sulla pelle
la tua assenza
di ambra e corallo
al vento dell’abisso
in cristalli finissimi di brina
sui nidi abbandonati tra i filari
grappolo essicato fuor dai tini
del profumo ambito
bevo a pieni sorsi
la carezza acerba
e delle tue mani
usate dalla vita
gusto il sale


Frivolezze

Sei l’omino di folon
in bilico sulla mano
esposto al mondo
nello sfondo
d’acquarello
e sul più bello
non c’è traccia
della tua faccia.
Stilizzzate carezze
luminarie di tenerezze
processionarie
millenarie
sfumate in frivolezze
letterarie.


Germogli di neve

Non c’è nulla
ch’io possa tacere
o dire
a questo incantamento
di silenzio.
Gli sguardi colmi
ad ascoltare
germogli di neve
per Natale.


Alle preghiere delle gole antiche

Alle preghiere delle gole antiche
dove i torrenti cantano la vita
dedico la danza delle dita
dietro al filo della melodia
in canocchie di lino attorcigliate
ai sentieri di pazienza nell’oblio
dove precipita il sogno tuo e mio
nel futuro di un’arpa incantata.


Nell’eloquio del tempo

Come respiro, piano
ti racconti, impertinente
artista del futuro
assediando pensieri ed emozioni.
quando il tuo cuore pulsa
e si trastulla nel mondo
colorato dei tuoi sogni
vitale tavolozza nel presente
osservi cogitando i miei sorrisi
increspando le labbra
dolcemente adombrando
in un battito di ciglia
le mie sere.
ascolto attentamente
e non comprendo
altro che musica di parole
sparse liberamente
nell’eloquio del tempo
che m’incanta.


Terra di Sardegna

Porto nel cuore, antico scrigno
Della mente poetica
Della mia terra di Sardegna
Antica memoria di armonie

E i colori delle erbe e del mare
Riflessi sui nuraghi
Come raggio di sole
Custodito alla sorgente

Dignità e grazia
Padre e madre
Dell’anima fanciulla
Incauto ascolto e canto

Delle veglie funebri
D’un paese in lutto
Delle novene ripetute
E del ballo cadenzato.

Delle feste intorno ai fuochi
Come guerrieri in lotta,
Per aggiungere vita al giorno
E mai giorni alla vita.

Alzavano le polveri
Col passo delle danze
Vibravano i corpi
Nei profumi inebriando

I sensi e trafiggendo
Desideri con sguardi
Acuti, diretti
Saette al divenire.

Come luna quieta
Tra brillanti stelle
Nelle sere estive trascinata
In un refolo di vento

Mi addormento
Nella culla del cielo
Dei ricordi

Appagata e serena
Nella bellezza del gioco
Tra dignità e grazia

Sulla mia terra.


Dedicata

Porto nell’anima riarsa
la mia terra
le sue stoppie
e il vento.
riflesso nel mio lago
il tuo pensiero
e nel mio cuore
innamorato
di un altro
c’è posto per un poeta
cerco con la fantasia
un affetto per te
dove tu possa conversare
quando la società
ti limita.
un giorno dei tedeschi
lungo una strada deserta
d’agosto al mio paese
coglievano fichi d’india
è uno strano frutto
tu lo conosci
porta le spine
della tua rabbia
loro si pungevano
ma le tue spine
fra le mie mani
non pungono più
porti il sorriso pulito
della mia infanzia felice
e cinque anni di vita
non lo cancellerebbero.



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