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Intrigante cammino di Santiago… in bicicletta
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Nicolangelo Faraco - Intrigante cammino di Santiago… in bicicletta
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
14x20,5 - pp. 116 - Euro 10,50
ISBN 978-88-31336031
eBook:
pp. 96 - Euro 5,99 -
ISBN 9788831336246
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In copertina: fotografia di Carletto Abà
Retro copertina: fotografia di Simone Fanchini
Fatti e personaggi che appaiono in questo libro sono di pura fantasia. Ogni riferimento a persone esistenti o esistite e a fatti reali è da ritenersi puramente casuale.
Prefazione
Nicolangelo Faraco propone il resoconto di un viaggio esistenziale e spirituale, il celebre “Cammino per Santiago”, sempre spostandosi in bicicletta, e offrendo una interessante narrazione che miscela incontri, paesaggi ed atmosfere, riflessioni e stati d’animo, fino alla meta finale di Santiago.
Il famoso percorso dei pellegrini, che parte da Saint Jean Pied de Port e arriva a Santiago, è un percorso di ottocento chilometri, e la descrizione di questo viaggio viene riportata con parole intense e penetranti, nonostante l’utilizzo di un tono diaristico con brevi riferimenti ai luoghi dove è transitato.
Il protagonista si chiama Davide, un uomo di trentacinque anni, grande sportivo, anticonformista, una persona che “non si prende troppo sul serio ed accetta i suoi limiti”, capace di scherzare e sempre allegro: lavora come tecnico informatico in un’azienda di consulenza ed ha pensato alla carriera, ha fatto molti sacrifici, ed ora, desidera coronare il sogno che insegue da tempo, fare il Cammino per Santiago, in bicicletta.
La partenza del suo “cammino interiore” avviene il 2 ottobre, da Milano, per raggiungere la prima tappa, Saint Jean Pied de Port, poi a Roncisvalle, davanti alla Collegiata Real con le sue antiche mura, e via di seguito, da Estella, Azofra, Tardajos, Leon, fino a Santiago, che avviene il 10 ottobre, quando il protagonista giunge davanti al “Portale della Gloria”, simbolo della meta raggiunta.
Il diario racconta, oltre agli aspetti logistici, l’universo emozionale e gli stati d’animo che pervadono il protagonista, le lacrime ed il sudore versati, le immagini e i paesaggi che si susseguono: tutto viene vissuto intensamente e riportato con sincerità e fedeltà narrativa.
Durante il processo narrativo si percepisce l’immersione nel cammino spirituale, ammantato da un’atmosfera mistica che riconduce ad un tempo lontano, quando i pellegrini si mettevano in viaggio per percorrere il famoso cammino, ardua impresa, costellata di sacrifici ed immensa fatica: e, in alcune pagine, riesce a catapultare il lettore nello spirito autentico del Cammino per Santiago, nel suo significato più profondo e spirituale.
Nicolangelo Faraco sa essere coinvolgente, riesce a suscitare un profondo interesse per il suo “cammino” e la sua Parola è limpida e precisa, capace di penetrare le varie situazioni e di rappresentare nel miglior modo i luoghi che si trovano sul pellegrinaggio per Santiago, come gli incontri che si susseguono nel viaggio, in definitiva, risulta essere espressione fedele della sua grande passione per la scrittura, per la bicicletta, e per la sua propensione a “creare” un percorso narrativo decisamente originale, costantemente cosparso da profonde riflessioni che diventano il vero impulso ad affrontare tale ardua impresa, un percorso esistenziale che diventa cammino spirituale.
Massimiliano Del Duca
Intrigante cammino di Santiago… in bicicletta
Dedico questo libro a mia madre Lucia e a mio padre Franco, per l’amore che ci hanno sempre trasmesso (a me e ai miei fratelli) e ai valori che ci hanno inculcato solo con il loro esempio, che tuttora sono un grande patrimonio. Un grazie di cuore per quello che avete fatto per tutta la vita, da quel vostro figlio “disgraziato” che non vi telefona mai, ma che vi ama con tutto il cuore.
PREMESSA dell’autore
Il titolo! Il libro, in effetti, più che una guida potrebbe essere uno spunto, un riferimento, un punto di vista, magari utile da leggere prima di partire; citerai numeri (tanto cari agli amici ciclisti) luoghi, chilometri, orari, regioni che hai attraversato e i loro confini, difficoltà altimetriche; cose che possono rispondere alla parola “guida” ed altro… che può interessare a chiunque.
Ogni capitolo corrisponde a una tappa, con indicata l’altitudine, i chilometri fatti e quelli rimanenti per Santiago. La strada da Saint Jean Pied de Port a Santiago de Compostela, per il cammino francese dei pellegrini, indicato dalle frecce gialle, è lunga 800 Km.
È la descrizione del “tuo” Cammino (in bicicletta) le tappe che hai fatto; dove hai dormito e mangiato e parlato e guardato e pensato e sognato e amato e pianto.
Un Cammino fisico e un Cammino interiore, cercherai di raccontare senz’altro gli aspetti logistici e materiali, ma soprattutto le sensazioni, gli stati d’animo, le emozioni la bellezza e le lacrime del Cammino.
Davide, il protagonista di questo racconto.
Hai 35 anni compiuti a gennaio; sei uno sportivo, nel senso che lo sport lo fai e lo ami, soprattutto quello fisico, all’aperto: correre, arrampicare, camminare, sciare, vogare e ora, la bicicletta all’aria aperta, nei campi, nei boschi e per le strade innevate di montagna; in salita soffrendo, soffiando e sudando. Oggi sei veramente controtendenza, davvero pensi che l’importante non sia vincere, ma partecipare. Esattamente come Monsieur de Coubertin (che non va più di moda) ma a te piace anche essere anticonformista. Da sportivo non ti disperi se perdi una partita; il solo fatto di poterlo fare (lo sport) con impegno e lealtà, può sembrar banale ma è già una grande cosa, indipendentemente dal risultato; è un gran privilegio; significa essere in salute, stare bene nel corpo e nella mente. Sembra scontato, ma non lo è, non tutti possono farlo e pensi alle migliaia di persone per le quali il solo pensiero di fare una passeggiata con le loro gambe, in un parco pubblico, tra gli alberi, sia un sogno.
Sei uno che non si prende troppo sul serio, accetti e convivi con i tuoi limiti, perfettamente conscio di quante cose non conosci e quante non ne sai fare, ma non per questo ti flagelli, anzi, ti accetti e ti vai bene così. Sempre pronto a scherzare, sei allegro e ottimista di natura, vedi sempre il bicchiere mezzo pieno; stai bene con le persone e anche solo con te stesso.
Hai studiato l’elettronica e fai il tecnico informatico; lavori per una grossa Azienda e negli ultimi anni hai lavorato duro inseguendo la carriera (un po’ l’hai fatta, ma non quella che ti aspettavi per l’impegno profuso). Non hai mai detto no una volta (hai sempre pensato che la “disponibilità” fosse un requisito importante e sicuramente lo è) ma senz’altro si sono approfittati di questo con te; hai spesso sacrificato ferie e programmi personali, pur di accontentare l’Azienda. Negli ultimi cinque anni, ogni anno ti sono rimasti almeno dieci giorni di ferie, che tanto non hai potuto fare l’anno successivo; ma ora, a ottobre, ti sei imposto di goderle, li avevi avvisati per tempo, al tuo ritorno poi si vedrà. Hai preso venti giorni di ferie arretrate per inseguire il sogno che ti frullava nella testa da tanto tempo, vuoi fare il Cammino di Santiago, in bicicletta, da solo e con due borse di bagaglio montate sul portapacchi.
Non sei sposato e non hai nemmeno una compagna. Hai avuto storie, hai fatto sogni, hai ipotizzato la vita in due, ma le cose non sono mai andate come pensavi. Ti sei innamorato, illuso e disilluso… “gli amori non corrisposti, sono quelli che non finiscono mai”.
Il pensiero di quello che scriverai, d’impulso, ti sembra del tutto “normale”, ti sei detto: “Davide, ma che importa alla gente di che hai fatto, dove sei stato, cosa hai pensato, chi hai incontrato”.
Ricordi però anche la “fame”, avidità, di lettura sul Cammino di Santiago che avevi prima di partire; leggere semplicemente il racconto di uno tra i mille o milioni di pellegrini, ti è piaciuto, ti è servito; non è detto che tu ne abbia tratto uno spunto letterale, poiché “ognuno ha il suo Cammino” ma è stato utile. Come ad esempio, la prima tappa a Roncisvalle, che consigli vivamente (poi quando la descriverai, magari si capirà il perché). La relativa “esiguità” del percorso da San Jean Pied de Port (da ora in poi, Sjpdp) ti avrebbe portato nella prima tappa solo a una breve sosta a Roncisvalle per poi pernottare più avanti, magari a Zubiri o Pamplona; invece proprio la lettura di storie sul Cammino ti ha portato a considerare di “perdere” un po’ di tempo e accorciare la prima tappa, per pernottare a Roncisvalle (mai scelta fu più saggia).
La Collegiata Real con le sue antiche mura. Pietre che ti catapultano in un altro tempo. Il pensiero che pure Carlo Magno vi ha dimorato; le ospitaliere volontarie con la loro benevolenza disinteressata; i frati che si aggirano silenziosi per i locali; i bassi toni di voce nonostante la grande quantità di persone e, soprattutto, l’atmosfera quasi mistica che senti, che puoi palpare. Quello che provi tu, il tuo animo inaspettatamente proiettato verso il prossimo, bisognoso di voler far del bene, davvero entri subito nel vero “spirito” del Cammino.
CAPITOLO 1
SAINT JEAN PIED DE PORT
2 ottobre, ore 00:01 – da Milano a Saint Jean Pied de Port (partenza ufficiale del Cammino di Santiago, Via francese) – (1196 Km in auto) Italia e Francia.
(800 Km a Santiago de Compostela, altitudine 175 m)
Città: Milano, Genova, Ventimiglia, Nizza, Narbonne, Tolosa, Pau (con la tua auto).
È il primo di ottobre e passi una giornata tranquilla, non fai sport, ti riposi sul divano leggendo e curiosando col computer, strade immagini e aneddoti sul Cammino; hai deciso di partire a mezzanotte, appena inizierà il 2 ottobre; non per un motivo specifico ma solo per essere quasi certo di non trovare traffico.
Alle 20:00 cena leggera e poco dopo, pur non avendo sonno, t’imponi di andare a letto e magari dormire, per scongiurare il sonno eventuale che potrebbe colpirti dopo, durante il viaggio in auto. Hai deciso di guidare tutta la notte (proprio per non trovare automobili per strada). Sono 1200 i Km che ti separano da Sjpdp. A te piace guidare e fare le cose in autonomia; sui sedili posteriori è adagiata con cura la mtb con gomme tassellate (hai in mente di non fare asfalto in bici, ma il vero cammino dei pellegrini a piedi, per lo più con terreno sterrato; la cui via è indicata per tutti gli oltre 800 Km da frecce gialle.
Sul retro della bicicletta hai montato un sicuro portapacchi; in auto ci sono anche due borse da viaggio, comode, tecniche, capienti, con ingegnosi e pratici attacchi per il loro ancoraggio al portapacchi; sono soprattutto completamente impermeabili, in quanto pedalando otto ore al giorno per nove, o dieci, o undici giorni, è molto probabile anche prendere qualche pioggia dal cielo e a quel punto diventerà importante che almeno la roba all’interno delle borse rimanga asciutta. Le hai riempite con cura riducendo al minimo il peso, rispettando una lista che hai compilato e poi rivisitato e “tagliato” almeno dieci volte; tutto quello che ti porterai, dovrai trasportalo con la tua energia, è obbligatorio rinunciare al superfluo e spesso pure al necessario; il basso peso è fondamentale. Alla fine le due borse saranno sotto gli otto chilogrammi complessivi, tara inclusa, e sei soddisfatto.
Chiunque, come te, parta in auto da Milano, per qualsiasi destinazione, deve preventivamente pensare a un orario di partenza che consideri il traffico. E così, l’orario che hai stabilito (che tiene conto anche del tuo umore, della tua volontà, dei tuoi gusti), arriva. È da poco passata la mezzanotte e incredibilmente hai pure un po’ dormito; finalmente sei in auto. Stai bene in auto da solo, con la musica che ti piace e con la lingua nera d’asfalto che scorre veloce, con i fari delle poche auto che incroci. Sei euforico e fili veloce, sono le due di notte, hai adrenalina in corpo e le due ore di sonno che ti sei fatto hanno prodotto il loro benefico effetto, senti che potresti guidare fino a New York e così passi il confine con la Francia a Ventimiglia in un batter di ciglia, in giro non c’è nessuno, che bellezza.
La Costa Azzurra; leggi velocemente i cartelli delle uscite, e poi sempre più a sud, sud-ovest. L’autostrada francese è pazzesca, ogni pochi chilometri una barriera per il pedaggio che ti ferma; però non c’è mai nessuna auto e pagando con la carta di credito agevolmente prosegui. Comincia ad albeggiare, è stupendo e la tua strada ti porta quasi verso il confine spagnolo sul Mediterraneo. A quel punto, segui le chiare indicazioni per Tolosa e un po’ di auto dirette al lavoro cominciano sempre più a formarsi. Superata Tolosa, la strada torna a essere tranquilla e segui la direzione per Bayonne sulla costa atlantica; ancora chilometri; è mattino. Superi Pau; ancora poco e vedi anche l’uscita per Sjpdp; adesso cinquanta chilometri di strada statale e alle 10:10 arrivi a Sjpdp senza la minima traccia di sonno, senza nemmeno una sosta, ti sei fermato solo a fare il pieno di benzina; hai voglia di iniziare a pedalare subito. Trovi posto per l’auto in un parcheggio pubblico, gratuito e senza limiti di orario; ci metti poco a prepararti, un secondo per agganciare le borse, un nuovo sguardo alla tua auto, ricontrollando, almeno che sia chiusa bene, e la tua avventura in bicicletta che ti farà percorrere oltre agli 800 km, anche 12.000 metri di dislivello, ha inizio.
Hai solo un’urgente e impellente necessità, almeno due tazze di caffè bollente e una colazione degna di Pantagruel; comodamente seduto al tavolo del primo bar.
[continua]
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