Paolo Carniello - Il tarlo nel cassetto liberi versi e facili pensieri
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia 15x21 - pp. 128 - Euro 12,50 ISBN 978-88-6587-5001 Clicca qui per acquistare questo libro In copertina e all’interno illustrazioni dell’autore Prefazione Le poesie di Carniello, a differenza dei suoi romanzi dalla trama ben impostata e dalla scrittura chiara e scorrevole, interpretano, in tutta la loro scarna essenzialità, uno spirito libero e ribelle imprigionato, suo malgrado, dalle contingenze della vita in un ruolo che non sente come proprio, in perenne contrasto ideale con essa. Le ricorrenti antinomie di Amore e Morte, “Eros e Tanatos”, di Spazi e Orizzonti, di Libertà e Costrizione, così come di Dolore e Gioia, di Ricordi e Rimpianti, di Amicizia e Solitudine lo portano a riflettere profondamente su di una realtà interiore sofferta e divisa, ossessivamente proteso com’è al continuo superamento di sé, nello sforzo titanico di nuovo Prometeo che vuole ancora rubare il fuoco agli dèi. Salvo poi, in un improvviso mutare di tonalità e di registri, vederlo soffermarsi, lui stesso incredulo, ad accarezzare con lo sguardo una zolla rilucente di brina, ad ascoltare il palpito lieve della terra, ad interpretare il volo di uno storno alto nel cielo, come gli àuguri antichi facevano prima di ogni nuova battaglia. Ed ecco, allora, rivelarsi prepotente in lui, direi quasi inconsciamente, quella che da sempre, per quanto incompresa e derisa, è da considerarsi la funzione stessa del poeta, di essere custode e interprete della realtà, del presente, ma al tempo stesso profeta di un mondo nuovo e trasfigurato, sempre teso, per dirla con una bella similitudine dello stesso Carniello, nell’arduo compito di “cucire la terra al cielo”. Adriano Smonker Il tarlo nel cassetto liberi versi e facili pensieri Agli amici persi e dimenticati da «Il tarlo nel cassetto», Paolo Carniello, 2014
Cose utili da fare oggi: Nel giorno appena stinto Vibra l’aria Beata infanzia! Giocavamo sul selciato della piazza Come fauni bramosi Un velo d’oro zecchino L’uomo dei campi, spogliandosi del passato, come la serpe muta la pelle, se ne andrà in silenzio un giorno Riuscirò mai a vivere abbastanza, Anche se vivessi in eterno Fare l’impossibile Oh!!, luna e sole, Il sole al tramonto Discrete ombre amiche Curvo sull’incudine Rifioriscono fotogrammi Felici eravamo! L’amore nel silenzio C’erano richiami di rondini sui rami Per troppi anni mi sono sentito una crisalide prigioniera nel bozzolo ma ora, che sono diventato farfalla, vorrei condividere con tutti voi, l’ebrezza del volo, per non farvi smettere di sognare, perché sognare non costa fatica, perché i sogni ti prendono per mano e ti portano lontano fino ai confini della fantasia colorando l’anima ma soprattutto i sogni sono tuoi e nessuno mai te li può portare via. Contatore visite dal 16-12-2014: 4246. |
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