A Filippo…
ONDA
Se fossi un’onda cullerei il mondo,
salterei impetuosa,
bollirei di vita.
Se fossi un’onda danzerei d’amore,
bagnerei il cielo.
Se fossi un’onda
ti abbraccerei e con la mia schiuma ti bacerei.
Se fossi un’onda
contro uno scoglio picchierei, per risvegliare te.
L’ALBERO DELLA SETA
Abbandonato vicino a un dirupo,
cerchi la vita con le tue grandi foglie.
Turbato dal fragore,
ti nascondi pietoso nel tuo fusto legnoso.
Abbracci il sole, implorando amore,
senza temere di ardere di febbre.
Ami cullarti con il vento,
rapito da un desiderio profondo: un fiore.
SALIRÒ
Salirò sulla montagna più alta
dove si uniscono: il sacro e il profano.
Cercherò un sentiero che mi guidi fino al credo.
Strapperò i colori che mi porterò nel cuore,
dormirò sulle pietre come giaciglio vivo.
Urlerò il tuo nome e l’eco sarà del mondo.
Il tuo ricordo sarà eterno come il sorgere dell’alba ed
il tramontar del sole.
Salirò fin sulla vetta,
il vento mi spingerà ed il sole mi farà strada,
all’arrivo mi abbandonerò in un pianto di rugiada.
PIOVE
Piove senza fine
di una pioggia sottile
che ti bagna l’anima.
Sento freddo
piango,
le lacrime sembrano acqua dei torrenti in piena,
rivoli scossi da pietre sbattute.
Piove
i vetri bagnati dal mio pianto, si scuotono,
invocando un tepore lontano dimenticato.
Un camino spento
prega il suo fuoco di ardere,
una candela, ormai consumata,
reclama di poter esistere.
Piove,
colmo i miei occhi di lacrime salate
intrappolate in un viso distorto dal dolore,
come i rami spezzati di un albero che chiedono aiuto.
Ascolta dunque: perché piove.
BAMBOLE
Grande o piccina,
di legno o pannina
diletti i fanciulli ed i grandi trastulli.
Le trecce e i codini ti fanno bambina,
ma i cappelli e i merletti ti voglion damina.
Sul letto o in vetrina diventi regina,
catturi gli sguardi di tutti gli amanti spesso ristretta in
un vestito di pezza.
Gioia e conforto per molti sei stata e desiderio
nascosto di chi non ti ha mai avuta.
Con ago e filo, ricamo e uncinetto sei stata il lavoro
di un artista provetto.
Il pianto dei bimbi hai spesso asciugato e da sempre
per tutti sei un gioco prelibato!
27 MAGGIO
Appena nato e così solo.
Spettinato, sporco ed affamato, cercavi la vita in un
assolo.
Rotolavi nella terra, giocoso fino al tramonto.
Così spaventato e così coraggioso,
alla luce del mattino volevi conquistare il mondo.
Appena nato e così solo.
Sei stato un fulmine d’amore
che con tanta dolcezza ed un po’ di tremore,
ha saputo rubare il mio cuore.
ALLA LUNA
Affacciata ad una finestra circondata di stelle
la luna fa capolino con la sua chioma candida.
Sorride beata a due amanti che l’ammirano sospiranti
e di fronte al suo riflesso il mare si inchina.
Le nubi la circondano, abbracciandola con una
coperta d’argento,
danzandole intorno come un girotondo.
I poeti la amano, i naviganti la cercano
tutti la invocano per il mondo.
Risplendi o luna che cullata dal cielo,
incanti l’orizzonte con il tuo maestoso velo.
Dolci note ti arrivano e una musica antica,
ti prende per mano per ballare lontano.
FANCIULLA
Riccioli rossi lasciati cadere come tralci di vite selvatica,
accarezzano il viso di una giovine fanciulla.
Simili ad anelli di zefiri danzanti, ruotano soavi in un
fruscio di vesti.
D’amore si innonda lo sguardo di bimba,
ma una donna si cela in tanta bellezza.
Avvampa le gote, se incontra l’oblio,
timidamente nascosta in ciglia socchiuse.
La gioia si ferma a contemplar la bocca, che pare
rapita da un sorriso ardito,
si aggrotta la fronte di un pensiero profondo
che dolcemente si quieta al comparir di un vanto.
UN VECCHIO
Seduto su una panchina un vecchio ricorda:
storie confuse ed immagini sfuocate di una vita ritorta.
Gli fa ombra un vetusto albero, che con i suoi rami
secchi, dona tepore a quella vita così smorta.
Desideri inespressi, segnano la strada a lacrime
scolpite
come una pietra levigata dall’acqua di un fiume.
Rughe profonde rammentano un sole caldo,
occhi lontani nascondono mille segreti.
Le sue mani arse piegate dal lavoro,
implorano aiuto per un tremore che non dà pace.
Il vento accarezza quei capelli, un tempo dorati,
che ora sembrano sostare su di un ciglio stanco.
Chiuso in un silenzio cupo, i pensieri si rincorrono
affannati,
per riordinarsi da un passato senza grandi svaghi.
Seduto su una panchina un vecchio ricorda:
pensieri rubati ad una gioventù lasciata.
GIOSTRE
Gira, gira la ruota si ammira,
tra mille colori e dolci sapori.
Giochi di latta e specchi curiosi
fanno dei bimbi, dei folletti scherzosi.
Tra zucchero a velo, frittelle e cannella
gira la ruota, si parte con quella.
Orsi polari e bambole di pezza
con il tirassegno è sempre una festa,
si vince o si perde è un gioco si intende
che a grandi e piccini il cor imprende.
Gira gira la ruota si ammira,
spavento ed incanto
fan tiro con l’arco,
nella casa proibita e di orrori vestita.
Urla di gioia e carillon lontani
accompagnan le giostre in balli gitani,
salti nell’aria e capriole nel vento
fan della ruota un grande evento!
[continua]