“La morte può essere crudele,
ingiusta,
traditrice
ma solo la vita
riesce ad essere oscena,
indegna, umiliante”
Frida Kahlo
Siamo attori
Siamo attori in un campo di profughi,
sbadigliamo all’ascolto di voci vere
e preferiamo una maschera
stampata nell’anima
per difenderci dalla realtà
che sale in gola e ci fa paura,
ci annienta senza tregua
in spazi vasti e desolanti,
dispersione smisurata di create gioie,
svanite,
goccia a goccia,
a perdere il proprio corpo
che ci guarda da lontano ed avanza solo,
solo, troppo solo,
per ripartire verso il Sole
di un’alleanza conciliante con il nostro “io”
incollata alle ossa.
Siamo attori di una vita evanescente,
troppe volte in balia degli eventi
passivi, privi di pathos,
di armonia con noi stessi.
Siamo cosa?
Il tentativo ripetuto di accoglienza
ai propri intenti, mille dei quali
bruciati dagli affanni,
mentre i desideri bussano alla porta
per un tempo irriverente.
Maschere da nascondere ora,
per mostrare il nostro volto,
il più grande desiderio mai visto.
Siamo attori del nostro cuore
ed è forse ora il momento
per tornare
a vibrarci dentro!
La Stanza Rossa
“Esaltazioni”
“V’è nella sensualità
una sorta di allegrezza cosmica”
Jean Giono
Perpetuo
Sotto la mia pelle
la mia casa
nascosta da occhi indiscreti
e sono le mie vene, arterie, nervi
che coesistono in movimento perpetuo a darmi respiro
e sopravvivo sotto la pelle
di sapori d’essenze
che reagiscono rispondendo con tonfi di cuore
per improvvise sentenze di mali oscuri
o contentezze sublimi.
In questo buio che solo io percorro
vi è un mare di luce in ascolto,
di urla da soffocare,
di bisbiglii da echeggiare,
di parole sotto i sassi
da rianimare.
Neve
Quella ritmata cadenza che dal cielo scendeva
con cordiale presenza,
lieve,
mai deturpante e di sollievo
in beata staticità allo sguardo,
neve, mia Regina,
di candore e cristallina immagine,
cadeva carezzevole, dolce.
La si aspettava ai bordi di sospirati pensieri
che non raggiungevano mai un perché.
Incantanti i suoi bianchi grappoli, piuma alla vista,
speranze all’improvviso di forme piene.
Neve, mia Regina
e nel tempo in cui si sapeva di abbandonarsi
ad una misantropia decadente,
senza finestre di stelle,
senza un nulla da far luccicare gli occhi,
sorgeva, da lassù,
un sogno di mistero
che baciava la vita nel calore senza tempo,
nell’unica casa che mai ci tradirà:
l’anima ripescata.
Neve, mia Regina,
ti ricordo così,
perdurante,
mai sciolta.
Con te
Con te avrei un mondo a portata di mano,
senza sforzi di traguardi o pensieri irrisolti.
Avrei la fermezza delle idee con parole sovrane,
di voce ferma dal timbro deciso,
nessuna balbuzie od abulica sopravvivenza.
Sarei così forte da vincere ogni volta le indifferenze,
arroganze o soprusi di potere o ancora
le spregiudicate e sfrontate pretese
di sapersi tanto acculturati
da considerarsi gli unici meritevoli di elogi.
Con te sarei appagata,
nessun debito o assenza
che faccia mancare la voglia di stare qui,
piuttosto che là, laggiù o dietro l’angolo.
Sarei l’io che non ho adesso,
che si osserva allo specchio,
sapendo che sono io stessa il riflesso.
Con te sarebbe tutto eterno,
ogni istante al rallentatore
per respirare il momento
che mi spetta
perché sono umana,
perché sono crescente
e soprattutto perché
ti amo.
Se
Se verrai a farmi visita,
lancia semi dei fiori più belli,
tinti d’amore e di placidi sospiri
verso la terra dei miei avanzi.
Noterai, nel tempo,
che le radici
diverranno petali dai colori armonici.
Da rovere funebre ecco
che sbocceranno i miei sorrisi,
quelli di un tempo antico,
costellati di fragranze salubri,
amanti dell’aria
nella piuma leggera di nuvole bianche e pure
e mi porteranno a questo istante
che mai abbandonai nella mente,
come ricordo che non vuole morire
per rinascere diversa,
ultimo scorcio per meraviglie da scoperchiare
e cantarmi la vita
che non vissi allora.
Incanto
Il desio sovrasta una rapsodia immonda
da abbandonare perché fa male
e la Dea Aquila sorvola i cieli,
tra sorsi di scarto e spicchi di smalto,
e la vita riprende a tenermi per mano,
son chiusa negli occhi ma viva nel cuore.
Se mi aspetto, ancora un momento,
abbraccio il mondo in ogni frammento
e a dirla tutta
mi sento rinata come battesimo
d’acqua santa rigenerata.
Mi bacio di luce anche nell’ombra più nera,
tuffandomi sui fondali per sentirmi più vera
e sussurro,
urlando,
il piacere di starmi vicina,
nel brivido improvviso della presa coscienza,
di esistermi accanto,
di essermi nata
come il più bel dono
fatto d’incanto.
Oltre
Tu,
mi viaggerai dentro,
instillandomi la credenza
che un amore Sacro
mi percorrerà,
di tanto verde candore,
le cavità più segrete del corpo,
come presenza che nasce
in germogli innocenti,
destinati a sconfinare nei mondi,
profumandoli di lavanda,
rose bianche
e fiori di campo liberi
nel sole nel vento,
friccico di batticuore,
senza svanire in malsane influenze
nell’incedere solenne
di questo cammino,
che non si vede ma si sente.
Tu,
mi ristorerai l’anima nascosta
in un palco d’occhi mirabili, crescenti
e sarà vissuta di così tanta emozione
che avrò credenza
solo nella presenza di averti,
respiro d’ossigeno puro necessario,
incantevolmente vero
perché tu
mi vivrai oltre,
dandomi certezze,
per sempre.
Istinto
Quando d’istinto raccolgo,
come dono,
questo incantevole paradiso di Terra,
calpestandone le zolle,
sgretolandole dalle mani,
ammirandole,
profumo di nascite da semi delicati,
difesi dalla stessa natura
che spontanea diffonde radici
in sorrisi innocenti,
quando,
insistente e perpetuo
è il continuare a ricrearsi,
facendosi spazio e nominarsi protagonisti nei respiri
come lucciole d’anime nell’aurora boreale
più stupefacente e primordiale,
mi par di fermare il tempo
per librarmi per sempre in tutti i tempi,
senza una fine
che possa spegnere questa stilla trionfante,
succo di cuore,
di stupore eternamente viva,
profondamente d’immenso
amata.
[continua]