Pubblicazione realizzata dal Club degli autori quale premio, in quanto l’autrice ha vinto il 1° premio del Concorso Letterario «Il giro d’Italia delle Poesie in cornice 2022»
Prefazione
La silloge di poesie di Piera Gucciardo, dal titolo “Versi d’Autunno”, conduce in un viaggio sul filo della memoria, tra velata malinconia e soavi sensazioni, accompagnando in un percorso lirico pervaso di suggestioni e sussurri dell’anima.
Le atmosfere autunnali diventano substantia stessa della visione/percezione poetica che esalta l’universo emozionale della poetessa: respirare i profumi d’autunno; riscoprire la bellezza d’uno stato d’animo; cercare piccole felicità nella realtà quotidiana “per tornare a vivere”, come a voler inebriarsi delle intense emozioni per allontanare la sensazione di solitudine.
Ed ecco allora espandersi tale visione anche davanti al mare d’autunno, ad ascoltare in silenzio la “voce del mare”, mentre le molteplici manifestazioni del vivere miscelano, in un intreccio complesso, desideri e sogni, dolce malinconia e disvelamento dell’animo.
Durante il processo lirico “affiorano i ricordi” che si rincorrono tra le stagioni della vita che sono “volate via” ed è proprio “il profumo del passato” che pervade la sua visione lirica con rimandi esistenziali, frammenti di vita, dolci ricordi e silente nostalgia.
Tra le pieghe del tempo e le trame esistenziali si alimenta la poetica di Piera Gucciardo che, grazie ad una versificazione attenta che si accompagna alla sua Parola sempre sincera e capace di giungere al cuore, offre la sua poesia che diventa strumento per trafiggere le “mute inquietudini”, per elargire soavi sensazioni preservando sempre il desiderio di silenzio che diventa necessità vitale di quiete dell’animo.
Piera Gucciardo è una poetessa con “l’amore nel cuore”, ben consapevole che “non si deve mai smettere di sognare”, anche perché i sogni del passato sono “riverberi di luce” che illuminano il percorso, ed i sogni devono essere custoditi nel cuore.
La poetessa avverte il lento incedere di un simbolico “sogno” che entra nella sua percezione lirica, come a rincorrere i ricordi per ritrovare uno spiraglio luminoso e salvifico capace di lenire la nostalgia ed il malinconico incalzare dell’esistenza.
La visione lirica avvolge tali evidenze e s’impossessa delle percezioni dell’animo che la poetessa preserva nelle zone più segrete: i simboli ed i segni lirici si delineano lungo tale processo d’indagine interiore e creano una poetica fortemente sentita, certamente densa d’emozioni e pervasa di riflessi luminosi e magiche armonie che creano un flusso lirico capace di avvolgere l’animo.
Massimo Barile