Buoni o cattivi?

di

Piero Pierelli


Piero Pierelli - Buoni o cattivi?
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 104 - Euro 11,00
ISBN 9791259513076

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In copertina dipinto dell’autore


In un mondo di realtà virtuali e di intelligenze artificiali voglio lanciare un forte messaggio, siate unici, potrete pensare che sia difficile, non è vero siate voi stessi accendete la vostra luce e siate sempre voi stessi.
Provate a spegnere i computer e i cellulari e soprattutto siate unici.
Il curriculum è di un uomo sempre alla ricerca:
primo classificato premio “Millesium” anno 1998; primo classificato premio nazionale “La poesia del mistero” anno 1999; con la poesia Ho Ucciso ho ricevuto il premio speciale della giuria per la lirica in lingua nella III edizione del premio “Lorenzo Milani”, dal tema “Adulti e ragazzi quale incontro”; secondo classificato sezione poesia al concorso “Donna chi sei” edizione 2006, motivazione della giuria: l’aggettivo che l’autore usa nel titolo Nitida domenica è anche quello più appropriato a definire questa breve lirica. Il nitore, infatti, è il prepo prevalente in questa e nelle altre composizioni; con la poesia Ti sei stancata terzo classificato a “Donna chi sei” 2010.
Finalista dei seguenti concorsi per libri di poesia: “Jacques Prévert” 2003 con Il diario di Nonno Nuvola; finalista al concorso “Jacques Prévert” 2013 con l’opera Senza tempo; finalista al concorso “Jacques Prévert” 2024 con l’opera Buoni o cattivi?
Non amo fare concorsi per poesie singole ma il mio pensiero poetico scorre veloce, considerate che questo libro l’ho scritto in pochi giorni, più o meno una settimana; poi ho aggiunto altro, ma sono un poeta che scrive molto di getto, in base alle situazioni della vita.


Spiegazione dell’immagine di copertina

Dal giorno in cui Michele Scarponi è andato in cielo la mia vita è cambiata, ho perso il lavoro dopo quindici anni.
Dopo circa un mese dalla sua morte oltre al grosso di-spiacere anche un altro momento durissimo della mia vita.
Vorrei ricordare la ormai nota tappa del monte dell’agnello, dove Michele in modo eroico ha messo un piede a terra.
In quel momento ero in ospedale sotto chemioterapia, ed è qui che inizia una storia nuova, in quel momento medici e infermieri, lo stesso medico che mi curava, si fermano a guardare in camera da me e io dico loro “questo è un mio amico personale”.
Quel gesto in quel momento ha commosso tutti, e mi hanno detto “salutalo, dì a lui che è un eroe”. Una scena simile, un piede a terra un momento unico nella storia del ciclismo a tutti i livelli.
Sarò grato a Michele per quel gesto per il resto della mia vita; Michele è venuto a mancare nel mese di aprile.
Era il gennaio del 2017 e io l’ho incontrato davanti casa mia, lui veniva in lavanderia per i suoi abiti, ma appena mi ha visto mi ha detto “Come stai’?” e io: “Sì, sì, sono guarito”, lui come risposta “Sei super!”, stupenda una risposta simile non te la aspetteresti da un campione come lui; al che mi sono commosso e lui mi ha stretto la mano e mi ha salutato.
Solo da questo potete capire quanto lo amavo e lui voleva bene a me, c’era un rapporto speciale lui ogni volta che mi incontrava mi chiedeva: “La poesia? Me l’hai scritta, poi me la leggi”.
La notte precedente al suo incidente mortale ho fatto un sogno dove con la mia bici scivolando con la neve finivo sotto un camion, un sogno premonitore, non lo so, io stesso ho predetto il mio tumore due anni prima non facevo che sognare letti di ospedale dove ero ricoverato, tanto è vero che due anni prima di ammalarmi mi sono fatto un controllo, e non avevo nulla.
E potrei anche raccontarvi della visione che ho avuto al suo funerale era davanti a me con il suo stupendo sorriso.
Posso capire il dolore di una perdita, non ci sono modi per comprenderla e sono tanto, tanto vicino alla mamma soprattutto una signora dolcissima. Ma suo figlio sta bene mi capita di sognarlo ogni tanto non chiedetemi altro.
Nonostante i miei 61 anni compiuti ho partecipato a tutte le gran fondo scarponi perché quello che sento ogni volta è una sensazione forte che per nessun motivo mi farò mancare fino a che avrò le forze.
Nessuna bici elettrica, devo farlo con le mie forze lo sento lui sta con me. E mi parla e ogni volta in un punto diverso , datemi del pazzo, se volete; tra me e Michele esiste un legame unico che va oltre l’anima oltre tutto.
Nel settembre 2023 mi fratturo tre costole cadendo dalla bici, un male terribile, ho dormito per venti giorni su una sedia, appoggiato al tavolino.
Ma questa disgrazia mi ha fatto scoprire un nuovo talento: la pittura, e… come faccio a spiegarvelo, ho iniziato per caso. Un giorno un mio amico, Andrea, mi è venuto a trovare, ero tutto sporco di blu, avevo sporcato la casa di blu, eppure avevo questo nuovo fuoco dentro di me; chi mi fermava più, ed è così che sono arrivato a realizzare la copertina di questo libro io e Michele di nuovo insieme in bici di nuovo in corsa verso chissà quale mondo, forse il nostro mondo ideale.


Prefazione

Sono al mio terzo libro di poesia, credo il più sofferto, viviamo un momento di grandi cambiamenti sotto tutti i punti di vista.
Al contrario di molti trovo che il periodo della pandemia sia servito a capire molto e a svegliare le persone, a comprendere il mondo che ci ha dominato e a pensare soprattutto che siamo persone libere, non dobbiamo farci influenzare da nessun sistema , da nessuna moda, potremo vivere benissimo; dovete sapere che ci sarebbero le risorse sul nostro pianeta per oltre 10 miliardi di persone, è un bellissimo mondo eppure si paventano guerre, permettiamo che certe elite ci dominino, faccio appello al vostro buon senso, troverete in questo libro molta voglia di ribellarsi in modo pacifico.
Credo che questo mio libro sia un precursore di una nuova società.
Le menti dei bambini sono confuse, quindi faccio un appello: state vicino ai vostri bambini toglieteli dalle scuole se capite che tolgono le loro idee.
Con un virus un nemico invisibile, vi hanno messo tanta paura i media, bollettini, contagi continui: un martellamento mediatico spaventoso!
Una vera guerra senza sparare un colpo, una guerra alla paura della morte che avevo già affrontato nel 2016 dopo 26 sedute di chemioterapia.
Dignità e diritti umani finiti in macerie.
Rinchiusi dentro casa agli arresti domiciliari senza aver fatto nulla.
Bene! Io da spirito ribelle come io sono sempre stato sin da piccolo me ne sono fregato di tutto uscendo in mountain bike.
Mai dimenticherò quella salita su una strada bianca in mezzo ai campi, sopra di me un elicottero. Chi fossero? Polizia, Carabinieri… non mi è dato sapere.
Nemmeno fossi un latitante che ha commesso un reato!
Così tallonato mi sono nascosto sotto un grande albero per scappare alla vista, mi sono sentito braccato come un delinquente.
Nemmeno durante la seconda guerra mondiale, nono-stante i bombardamenti, la gente era braccata così, anche sotto le bombe nonostante il rischio si usciva.
Ci hanno imposto un coprifuoco. Hanno chiuso l’unico luogo di consolazione e di preghiera: la chiesa.
Hanno arrestato i sacerdoti che avevano voluto celebrare.
Ci hanno impedito di accompagnare in modo degno i nostri cari e li hanno seppelliti in fretta e furia senza poter dare loro un ultimo saluto.
Ci hanno proibito di curarci con terapie che esistevano ed erano efficaci ma non si potevamo usare perché proibite.
Per non parlare del dottor De Donno che nella disperazione ha fatto un gesto estremo! E del grande scienziato Domenico Biscardi.
Anche io sono stato a Roma in una manifestazione con la formula del sit-in, sono stato seduto nel prato antistante piazza San Giovanni, a un certo punto sono arrivate molte persone che hanno riempito le strade intorno, noi all’interno circondati da polizia ed elicotteri, con i telefoni isolati quindi schermati, eravamo tantissimi minimo dieci o ventimila persone, ma di tutto questo non si parlava nei TG ovviamente.
Di mascherine? Noi nemmeno in tasca, intorno a noi per le vie di Roma pieno di poliziotti che ci facevano da cordone e all’esterno tutti in mascherina, non è successo nulla grazie alla formula del sit-in.
È andata peggio a Genova con il grande Stefano Puzzer un altro vero eroe era seduto ma è stato assalito dalla polizia con gli idranti.
Protocolli del ministero suicidi: “Tachipirina e vigile attesa”!
Per non parlare della frase del presidente Mario Draghi che rimarrà nella storia: “l’invito a non vaccinarsi è l’appello a morire! Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire”.
Il tempo sta già rispondendo di questo!
E l’ordine dei medici, dove stava? Trovo scandaloso il loro comportamento ci sono medici vaccinisti che hanno guadagnato 15 o 20 mila euro al mese per fare questi sieri mi chiedo io, erano medici o altro?
Il giuramento di Ippocrate? Ma chi si è mai ricordato di questo e noi dovremo continuare a fidarci di questa classe medica?
Consigliavano un siero sperimentale senza avvisare che non era un vaccino, ma un farmaco che non aveva il virus attenuato, bensì tramite le Spyke aumentava e trasmetteva l’infezione. Altro che vaccino!
Effetti collaterali che è meglio non descrivere, un vero veleno che tanti danni sta causando ancora a molti.
Persone care a me scomparse, con tumori fulminanti, nessuno che abbia mai ascoltato quando si parlava di fenomeno dell’ADE.
Morti improvvise basta, sono veramente stanco di andare ai funerali.
E i pochi medici che si sono spesi nel guarire persone e salvare vite strappando persone persino dagli ospedali? Perché sì, gli ospedali prendevano sovvenzioni se una persona moriva in ospedale tanti soldi.
Non finirò mai di ringraziare la dottoressa che mi ha salvato la vita ovvio non posso fare nomi, ma lei ha ricevuto una sospensione di tanti mesi, per aver aiutato molte persone merita il paradiso.
Medici sospesi, radiati e persino incarcerati. Che vergogna e poi alla fine Janine Small che ammette ufficialmente davanti alla Corte Europea, che la Pfizer sapeva già prima che il siero non avrebbe coperto da nessun virus! E lo sapevano già da prima, pazzesco come dice Mazzucco.
La Dottoressa Naomi Wolf, dopo aver analizzato 55.000 documenti della Pfizer con uno staff di oltre 3.000 ricercatori ha scoperto cose scioccanti su questi sieri, cose ben note alla casa farmaceutica prima che uscisse e fosse distribuito in massa questo farmaco!
Ad oggi, secondo uno studio fatto nel Canada su 2 miliardi di persone, 17 milioni di persone decedute a causa dei sieri, cosiddetti vaccini, studio che arriva al maggio 2023.
La stessa Astra Zeneca ha ora ammesso il tutto, dato le denunce molteplici, e ha ritirato dal mercato questi farmaci.
Molti stati in America stanno facendo cause su cause alla Pzifer, per i gravi danni, alle persone.
E noi continuiamo a tenere una presidenza in Europa corrotta e criminale
E la magistratura? Dove sta, si è dimenticata del suo ruolo?
Un attentato all’ex presidente, Donald Trump, sotto gli occhi di tutti; un’olimpiade di Parigi? Secondo me Pierre de Coubertin si rivolterebbe nella tomba, e ve lo dice una persona che ha praticato almeno dieci sport diversi in modo serio.
E noi poveri italiani! Privati del diritto al lavoro! Nemmeno i carcerati vengono affamati…
Una costituzione calpestata, più e più volte. Università svuotate e spogliate del loro ruolo.
Bambini che non avrebbero rischiato nulla costretti a non respirare l’aria, il bene più prezioso, da insegnanti incapaci di insegnare!
In quel periodo mi sono ritrovato in quarantena per un tampone positivo.
Non avevo nulla, mai stato meglio! Ero malato?? Ma di cosa?
Prigioniero in casa, non potevo nemmeno uscire nel pianerottolo, perché i miei fratelli ahimè terrorizzati e condizionati dai mass media e dalle tv nazionali.
Era come se i cervelli delle persone fossero spenti e la paura della morte li avesse fatti impazzire.
Non avevo accesso al computer principale perché in quella stanza si trovava mia moglie, in isolamento per lo stesso motivo: tampone positivo e un leggero raffreddore.
Da sola chiusa e prigioniera, un mese in una stanza. Piango ancora per la mia cara e dolce moglie.
Nemmeno a chi commette un omicidio si augura un isolamento del genere.
Mi sono ritrovato un vecchissimo computer che avevo buttato, non funzionava, era un po’ come una macchina da scrivere, non avevo la connessione, nulla, così mi sono appoggiato sopra lo specchio della mia camera, era dicembre, avevo persino poca luce, ma ho iniziato a scrivere: le parole sono venute fuori come un fiume in piena, 50 poesie scritte in poco più di una settimana.
Era il dicembre 2020, a causa di questa situazione persi anche il mio lavoro in modo definitivo.
Ricordo il giorno: 23 dicembre. Torno al lavoro e trovo bella pronta una lettera di licenziamento da firmare. Avevo perso il lavoro. ma non la mia dignità!
Arriviamo al marzo 2021: il libro già pronto lo mandai a ben tre case editrici.
Sapevo che avrei rischiato. Dopotutto ero contro tutto e tutti, ma non avevo e non ho paura.
Sono sempre stato una persona che non ha sopportato ingiustizie di qualsiasi genere.
Tutti si sono rifiutati, nessuno voleva prendersi la responsabilità di pubblicare un’opera così scottante.
Ma alla fine la casa Editrice Montedit, che non solo pubblica questa mia opera a cui tengo particolarmente, dovesse essere l’ultima cosa che faccio, mi premia come opera finalista!
Un immenso grazie, alla Montedit.
Poi ho atteso tanto per la pubblicazione perché volevo fare la copertina con le mie mani così mi sono anche messo a dipingere con discreti risultati.
Certo, è stato un vero parto, ci ho messo molto a pubblicarlo ma dovevo farlo così.
Questo libro è dedicato a tutti coloro che hanno sofferto e continuano a soffrire non solo per le discriminazioni, è dedicato a tutti coloro che hanno avuto danni da siero, a tutti coloro che si sono venduti casa e non si sono piegati, e a tutti quelli che hanno perso i propri cari per colpa delle istituzioni, che hanno lasciato morire i propri cittadini senza aver fatto nulla, bandendo terapie che avrebbero salvato milioni di persone.
Io ho sempre pubblicato ciò che ho scritto, perché la poesia non è solo un bisogno, ma è voce dell’anima.
Lei va diritta al cuore e ci scuote e lascia interrogativi che sono quelli di sempre, della nostra vita.
Questo è il mio terzo libro. Il numero tre è il mio numero preferito. I miei amici lo sanno.
Dedico questo libro a un carissimo amico insegnante a cui voglio molto bene, anche se lui non lo sa, che ha perso la moglie di recente; mi rimane impressa una sua frase: “ora che ne hai fatti tre di libri, ti tocca fare il quarto!”.
Vedremo caro Luca, grazie per il tuo pensiero.


Buoni o cattivi?


La poesia raccoglie i frammenti
dispersi dell’anima, scioglie
lo spirito di luce
che giace nel cuore dell’uomo.


Uno stato: che fa esibire una tessera
ai propri lavoratori.
È come un generale che ordina al
proprio esercito di deporre le proprie armi
li porterebbe al suicidio,
quindi va sostituito immediatamente.
Altrimenti il prezzo da pagare sarebbe troppo alto.


Buoni o cattivi?

Ogni giorno: muore
chi non scappa dal denaro.
Ogni giorno muore chi non rischia;
e accetta meccanismi ottusi.
Muore chi non si fa domande.
Sui buoni o cattivi:
Ogni giorno muore
chi si nutre della pioggia di menzogne,
muore chi accetta questa libertà.
A piccole dosi: per paura di un dolore:
fratello, ti faccio una confidenza
ogni volta che il potere si ostina
a farmi ascoltare il loro messaggio
io tolgo la maschera e sorrido
alzo gli occhi al cielo e nessuno
fermerà il mio meraviglioso
viaggio verso la libertà.


Lottiamo tutti i giorni eppure
si perdono amici con cui
abbiamo condiviso molto.
Dimenticare impossibile
lacrime cadute tante,
ma basta non avere paura
così ci rialzeremo
dalle angosce e dalle tristezze.


Piede a terra

Vivere un sogno
un eroe dei nostri tempi
un eroe dal vero coraggio
un soldato che si perde
sulla montagna
in cima al monte all’agnello
una storia di altri tempi
sospesa tra cielo e suolo.
Grande Michele Scarponi
una corsa tanto bella
da sorprenderci, prossima
al fuoco confuso alla fatica
sullo sgretolio di una montagna
al battito del cuore
un momento e uno sguardo,
ma cosa fai mio eroe?
Metti un piede a terra
un momento immutatile
per il tuo compagno
un momento da imprimere nel cuore.
Oltre l’opaco brusio della nostra vita
oltre il coraggio necessario
un coraggio che vale
una vita intera, un momento indelebile
nei tempi dei tempi.


Al mio dolce amico Michele Scarponi

Emergono
vite sospese
su solchi di colline
Cosa dirti, amico
rimasto cuore
Spendiamo una vita
per capire l’amore.
Spendiamo chilometri
di montagne tanti volti
di luce che viaggiano.
Nella penombra dei sogni
In mezzo vi scorrono miliardi
di gocce milioni di passi
migliaia di lacrime,
centinaia di sorrisi.
Caro dolce amico
ora vedo te nello sfondo
del cielo
con la bici superi l’aria.


A Michele

La vita ricomincia senza te caro amico
La vita finisce e ricomincia
In questo tempo che non si sa.
Questo palcoscenico è come un circo
dove dedicarti una poesia
non vuole chiudere il sipario
e su di te, mio dolce amico.
Tu che lasci su questo gelido vento
il ricordo di un altro anno dove tu
sei in cielo.
Parli spesso al mio animo
e ti nascondi nei miei pensieri
ora io un lavoratore provvisorio,
sopravvivo cercandoti,
nelle gocce di una lieve pioggia,
nella spinta di un giorno che si apre.
Nelle dolci lacrime scivolano su di me
ricordando la tua ultima uscita di scena,
grande uscita come tutta la tua breve vita
sarà stato un granello di polvere
ma le lacrime continuano a scivolare al buio
e mi porteranno in un nuovo tempo,
con il viaggio di te nel mio cuore.


Sulle strade

Sulle strade imbrecciate
sulle bandiere oscillanti
sul mio cuore che non si abituerà mai
sulle luci soffuse di un giorno nuvoloso.
Eri un granello
nell’oblio e nel vento e nel cielo
un piccolo uomo come segno
in un foglio.
Ora sei immenso come il gioco della vita
ecco, tutto sembra un gioco
eppure viene dalle nostre radici.
nella tua semplicità che era stare in
mezzo alla gente,
Ora è immenso amore
e basta un istante un millesimo di secondo
e tutto cambia il tempo cambia
eppure malgrado tutto in un istante
ti sei trasformato da granello a gigante.
E ora oscilli al vento sopra questo immenso
lago della vita che stiamo attraversando in bici per te.


Al vero atleta della vita Giuseppe Zagaglia

Penso spesso a te
quando corro nell’infinito spazio
che bei tempi su quieti sguardi.
Oltre l’infinito nei campi d’aria
dove biancheggiano i tuoi capelli
sulle strade impolverate
e i fili d’erba.
Quante salite corse insieme
quanta fatica in libertà, caro Peppe
oltre… vedo un orizzonte,
vedo un altro inverno,
che di te non mi lascia che il ricordo.
Ora sei salito con i tuoi trampoli, in cielo.
Pazzo d’amore per lo sport
unico e capace nello stesso giorno
di correre 15 km arrivando terzo
e pedalare subito dopo per altri 120
arrivando settimo.
Te ne sei scappato amico caro
lasciandomi lacrime e ricordi
la tua grande luce mi porterà verso nuovi cieli
forse nuvolosi ma veri e coperti dalle tue ali.


Sabato da coma
annunciato freddo perverso
povere anime
in ore uguali per ricevere
dosi salvifiche
sono così piccolo di fronte
ai giganti del potere,
la mia vista non placa
le follie di questo interminabile fiume
di gente che passa sotto la mia casa.

[continua]


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