Opere di

Piero Pierelli


Senza tempo

Senza tempo
I pensieri nel nostro viaggio
a volte fasciati da sogni
gialli e azzurri.
Pensieri di fuoco irraggiungibili
che ripiegano verso orizzonti
verso ricordi taciturni.
Momenti inafferrabili che non esitano
a confondersi con la luce dell’anima.
È Dio che si trasfigura
sui nostri pensieri
su traslucide visioni
in arie d’allegria


*A Oscar Pistorius*

Appariva la luce nello stadio
E tu correvi con gambe veloci
Il vento accarezzava il tuo destino
guidava i tuoi passi
passi fatti di sofferenza
di uomini che camminano
poi corrono come il vento
ora hai nuove gambe
più veloci gambe artificiali.
E corri dietro alla tua stella
la tua nuova strada
è fatta per combattere
contro il destino.
Ma cosa è successo?
mio Dio si è rotto
Il tuo orologio
Hai perso la tua sua stella
lucente
eri il mio angelo
ma ti si è rotto il cuore
eri il mio eroe
l’uomo senza macchia
ma Il male è corso veloce
in te
a volte mi chiedo
dove sei stato tutto questo tempo
cosa hai fatto del tuo destino
hai vinto tutto e tutti
ma la tua strada da lucente è
diventata tenebra
Forse è questo il mio giorno
più triste
Al forte sole del mattino
non sarà più uguale senza il mio eroe
il paesaggio porterà una macchia
quella del destino spezzato
e dell’orologio rotto.


A Michele Scarponi

Piccolo gigante,
guardi il cielo e piove
su questa strada
ma Il giro non si ferma.
Quanta sofferenza
per guadagnare punti.
Quante montagne di salite
volevi vincere perché
il cuore e le gambe
ti dicono che l’amore vale
tanto quanto
quel tuo piccolo paese
Filottrano.
Volevi sognare e volare
andare lontano
ma ora ti sei perso
sei tu il primo degli
italiani, sì il primo
di tutta quella gente.
che pedala la Domenica.
Oggi l’aria profuma di sereno
e adesso che stai correndo
di nuovo sulla tua bici
continuerai a volare
e a sognare, caro Michele
sei ormai così lontano
che non posso che pensarti
quando salgo anch’io
sulla mia bici
contro le ali del vento
che soffiano forte.


Alla mia piccola Emma

Ritorno sul tuo piccolo cammino
e non so, se sulla strada
sul defluire della gente
sul tuo candido sorriso
sulla notte che si chiude.
Tu piccola modella
di un fresco mattino estivo
sei il mio dono il mio piccolo fiore
dell’onda riflessa
sull’ombra che ruota
sotto la roccia della montagna,
sul piccolo raggio di sole
che taglia il bacio della tua
fronte.
Le reti del tempo non estinguono
il ricordo di te mia piccola figlia
dal cammino vacillante
coma una regina della moda.


La mia bici

La mia bici prende forma
Di nube che scivola
Su ombre di crepuscoli
Nuovi pianeti avvolgono
Dolci labbra di collina.
Non perdo il vizio dei silenzi
Lontani da case
Queste terre si stanno
Infilando verso la notte.
Così mi alzo verso
Onde rosse di paesaggi,
Su occhi neri crepuscolari
Lontani da rumori urlanti.
Padrone di tempi,
Fuori da caos su nuovi destini.



All’aquila di Filottrano “Michele Scarponi”



La danza del vento
Ricordi  quel bambino,

danzava nel vento

sulla sua bici.

Poi giorni  azzurro e oro

passarono.

Curve  e  salite confuse

in  gocce di sudore
cadute, insieme alla  pioggia.

Un’altra  città 

nella penombra  della sera

in  fondo alla strada 
nuovi bagliori.

Vi si approssima un traguardo

e un altro ancora.

Nuovi limiti da superare

visti sempre dagli 

stessi occhi di  bambino.

Ora il vento è pungente e si affaccia

al di là di isole verdi

dove  corri  mia  strada,

mi porti come un marinaio 

nell’immenso oceano dei  pensieri.

Mi  muovo  nello spazio e nel tempo

ora la mia anima è un brivido,

sono in testa al gruppo della maglia rosa

e stanno gridando il mio nome 

Michele Scarponi.




A Giovanni Tamantini

Tutto il destino era nelle tue mani
sorridevi e non negavi il saluto
a nessuno era tua la voglia
di andare tra la gente
e fare per loro l’animazione mattutina.
Il tuo scrigno era di buone intenzioni
Ovunque donavi felicità
e portavi tutti come se fossero nella tua pelle.
Ora le strade del mio paese sono un deserto
senza te nessuno scioglierà
il ghiaccio dell’indifferenza
al mattino, forse avrei voluto
dirti grazie e rimpiango
quel momento.
Ora viaggiando nel tuo
universo, non sarai più
prigioniero del tempo
e dello spazio sarai
tu a vincere sui nostri
pensieri.


Il suono della Campana

Mordo il freno della mia bici
che cigola
pedalo su mille colonne
di fumo nebbioso
confondendo raggi di sole
sulla strada
il craa..craa.. dei corvi.
Mi fa uscire dal zig zag
della strada
che come una strana finestra
che vende forme silenziose.
Ma dietro la curva
Il pittore smise di usare
il suo pennello.
Or annegando in questa nuvola di nebbia
odo un suono Diin… Dooon… DiiinDoon…
Così mi fondo, in un risveglio in un filo d’aria
vado verso minuti
che mi accompagnano
su fosche ali di luce
della campagna



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