Parte Prima
ABOMINIO
Conformarsi
L’imbrunire del tempo,
l’ingiallire
e il distaccarmi
malgrado uno spiffero,
che disegna nell’aria
la mia storia
fino a ricadere
su di una pozza sporca,
lurida
che mi rende medesimo
alla massa informe
di foglie,
di cui l’immonda è cosparsa;
esse si rispecchiano
su un sovrannumero di galassie
così eccelse,
e pianeti dai colori bruni,
che popolano l’infinità del cosmo spento,
di per sé
già preesistente
sin dai primordiali pleniluni.
Rami
Torvi e rinsecchiti,
motteggiati,
sconquassati sul nascere
da tediosi spifferi gelidi,
tuttavia
sussistenti nel tempo trascorso
dinanzi un opaco
risveglio d’inverno
ormai del tutto svelato.
Spaventosi nel loro essere,
ma contornanti nel tessere
il paesaggio mogio e freddo,
che sovrasta,
altezzosamente,
sopra ogni dove entusiasta
con la sua immacolata pienezza.
Ascoltare
Ritrovarsi appresso
ad un solenne silenzio,
caratterizzato da un’alluenza,
che vortica e scroscia
in un’essenza,
il fragor dell’infrangersi
di ogni onda
che si alza e si distrugge
sulla battigia,
mentre la notte
cala imperturbabile.
Tentare
Una via d’uscita
è uno straordinario viaggio
in cui a volte,
arranchi in salita
e se fatto in mare
rischi il naufragare.
Scapestrata è la voglia
di migliorare,
ma fraudolenta si dimostra
la smentita
che mi vuol deteriorare.
Esecrazione
Blasfemità surreali,
passioni marce
contraccambiano con il fato
elogi e rovine,
degenerando i compromessi.
L’esilio è prossimo,
ma esse non si scacciano,
mi tentano,
e il mio sguardo
non si distrae dal disturbo.
Trascinare
Tragica sofferenza,
fuggi da me
con la tua imminenza,
creata con le ampie mani
di un principio abbietto,
che dei sentimenti umani
non ha il minimo rispetto
non chiedo compromessi,
ma solo felicità,
son troppi gli sbagli commessi,
non trovo riposo d’animo
e sana loquacità.
Perdita
Mi hai dato un brivido
che ora non c’è più,
è scomparso
in un luogo dove io
ammiro l’amaro amore
che ormai più non vedo,
che ormai più non vivo.
Concupiscenza
Carattere più duro
di un muro,
contro persone che trapanano
peggio di operai che lavorano,
sono stufo
ogni secondo sbuffo,
malgrado le paranoie incallite
che dentro la mia testa,
tra loro,
fanno a lite.
Scostumatezza
Turpitudine nell’ingordigia,
smanioso è il nutrirsi
senza abbassarsi,
mentre il cibo si sfregia;
esso va in rovina,
disgustati son gli ospiti,
sono intrisi i loro abiti
come il verme dentro una sozza latrina.
[continua]