Transeat
Prendimi, vita,
nel dialogo quotidiano
nel cammino tra le cose
nella luce che flette
l’immagine d’una verità
fammi trovare le ragioni
di un mondo che è in noi e con noi
ed è nostro impegno
accordare suoni e voci
in quel brusio
di echi e di assonanze
un riflesso luminoso lievita
i respiri della terra
che accarezza i sogni
nel sentirsi presenti
in comunione di atti
tu ed io
associati
nel declinare un amore
la percezione d’una vita
che oltrepassa l’esistenza
*
impulsi d’una passione
vibrante
nel corollario che affiora
nell’accordare il gioco delle parti
l’apprensione di ciò che manca
un peso grosso ci portiamo dentro
su questo tappeto di verdi zolle
di pietre levigate dagli anni
in quell’alito di vento
riverso nell’habitat dove si ripetono
i conflitti le tensioni gli sforzi
questo tuo pensare
“chi siamo” riverbera
il lessico indocile
di una incarnazione
traccia il passo da noi dovuto
nella visione formativa d’un conoscere
percepire il senso misurato
di epifanie acquistando in esse
l’equilibrio d’un assenso
dispiega l’emblema d’una relazione
il nostro sguardo vivace penetrante
ci veste di gravità e di dolcezza
ponderare la sostanza
d’una declinazione
il concetto eminente
d’un profitto nel desco
collettivo delle cose
dove si propaga
la diatesi primaria
che imprime il dicibile
*
alba;
(apprensivo) germinare
tensione oculata in un approccio
comunicativo
nelle propaggini del sempre
dove una sorgente zampilla,
interminabile pensiero
oscilla teso in linee molteplici
tratteggiare i lineamenti di noi stessi
entrare nella geometria
degli oggetti dove si stagliano
gli albori di un cammino
determinare le ragioni
dei perché che vibrano sulle
membra della terra dove defluisce
lo sguardo nell’eccepire
l’identità profusa delle voci
l’albeggiare
delinea le immagini
che distendono le attività ferventi
da compiere in addizione d’accordi,
relazione soppesata nel declinare
la parte più vera di noi
*
è in questo transeat, come tu dici,
la coniugazione verbale dei corpi
il dogma che traluce pensieri
nel sciorinare le forme paludate
diverse nei tratti
brezze d’ansia
che versano le cadenze ondulate
nella danza delle stagioni
e qui
è importante soprattutto capire
il valore dell’atto
il plus di una esistenza
nel variegato ordine delle cose
in questo tempo di prove
il processo graduale flemmatico
vergare in chiari lemmi
l’attinenza d’un approccio
il senso di relazioni nell’agire
quotidiano nel calzare ad altezza
d’uomo l’evoluzione d’una realtà
da dove emerge una singolare
desinenza dell’opera
*
azzurro batter di ciglia nell’alito
delle ore che distende il canto
nell’estro agglomerato dei corpi
ognuno ha in sé le tensioni
le afflizioni le note mancate
nel superare le soglie del dubbio
l’ordinata clemenza nell’accostarsi
alla cadenza dei suoni nell’ordire
le voluttà trepidanti
che assemblano il tuo essere
all’assoluto chiarore di mondi
chiosati nel cammino prensile
d’una certezza
*
nell’ora che la luce toglie
il ventaglio dell’ombra
le vicende comunicative
il colloquio teso vibrante
apre il vivo di congiunzioni
aforismi specchiano la figurazione
germinale, l’attività di una esistenza
affluisce in noi l’umana percezione
che sceglie e coglie il concetto
formativo dei tempi coniugando
in accordi i ritmi d’un valore
*
bisbiglio profuso
in vivide gocce di rugiada
specchiate nei bagliori del mattino
si configurano approcci e relazioni
assonanze mutevoli che aleggiano
una doppia vita nella realtà
temporale degli eventi
*
l’ebbrezza del visibile
mi trascina nel viscerale
tremore dei giochi
lungo le oblique spirali dell’aria
cerco nelle membra dell’assoluto
il punto comunicativo
che flette il libero e disciolto
cammino dei corpi
*
e, in questo nostro essere,
bilanciare il giusto senso
nella misura d’un utile
in un divenire pragmatico
inciso nel calice della terra
soffusa fragranza di suoni e silenzi
che contrae e distende
la tensione fulgente d’un linguaggio
*
aperture d’alba
gli occhi attingono la concretezza
di sembianze figurative
dove tu ed io siamo passeggeri
a scandire una realtà
che associa le diafonie
correlate al lessico sciorinato
dalle essenze
che le mani accolgono i sentori
nell’avulso accedere di scambi
*
in questo andare
allacciare i tratti
che adducono le condizioni alterne
su quella linea che attraversa la vita
e avvolge i corpi il calco del finito
dell’infinito
mi penetra la tua parola
il tuo sguardo che protende
la sintassi d’un desiderio
*
suggella in me l’aponia
dell’origine nell’ipogea di silenzi
che gioca la contesa di luci ed ombre
l’assioma della presenza umana
nell’attingere il senso vitale dell’incompiuto,
e navigo tra le impervie onde
per approdare ad altre rive
*
nel ritmo quotidiano
l’incontro di sguardi sottesi
emanano il bisogno
che riflette nel tempo-spazio
le finalità dell’essere
*
le parole si fanno desinenza
in quella sorgente che trasborda
ai lembi d’una realtà
la vivacità dello sguardo
vibra in noi il lessico delle immagini
mischiando la complicità dei pensieri
alla dialettica dei giorni
con gesti semplici
aperti in scambi che comunicano
il nostro appartenerci
*
c’è nell’aleggiare di voci
il veleggiare denso dei battiti
l’ansia dei giorni nei solchi
paludati di sementi
dove il respiro filtra
la desinenza della vita
traspare il desiderio
il sentore profuso dell’atto
la concertazione virtuale
della materia che bilancia
il pro e il contro d’una perdita
*
con te focalizzo i passi,
condivido l’attiva presenza
che veste la terra
madre di sogni
alma riflessa nelle gemme
ramate di cristallina luce
lievita l’immagine
il puro sentire
velato d’altre voci
dare un senso
ponderare i punti d’equilibrio
mischiando presenze e sogni
nella sintassi formale di una storia
*
[continua]