Prologo
Questo è un modo come un altro per imparare a vivere, conoscendo dieci città di varia intonazione, tale da toccare tutto il Creato. È un’opera di fantasia, per questo i due allievi oltre il loro filosofo cavalcano nello spazio anche siderale per conoscere un po’ tutto l’universo. I due devono fare conoscenza del “tutto”, per farsi un’idea e assimilare.
Di città in città si scopre cosa è vero e quello che serve per vivere una vita giusta e giocosa, tenendo conto anche della negatività.
I due, assieme al filosofo fanno portare il lettore in tutte le varie grosse sfaccettature e si migliora il loro modo d’essere… Si tratta di mettere le mani in “pasta” nella filosofia di ogni città. Occorre fare tesoro di ciò che si vede e si dice in queste elencate dieci città:
1) La città dell’armonia
2) La città dell’amicizia, della fratellanza
3) Il città della gioia e sofferenza
4) Il città della saggezza e dello sport
5) Il città tra realismo e poesia
6) Il città della fantasia e del creato
7) La città autentica
8) La città dell’allegria
9) La città del fiabesco
10) La città vera e bella.
Attraverso le città si arriva ad una sana maturità.
I: La città dell’armonia
Il frutto di un tenero amore io canto,
e le preziose cose che oggi ci attorniano
la vita: do risalto per avere
le luci necessarie ad una sana esistenza.
Le Muse mi saranno testimoni e aiuto
nell’amore profondo per la poesia,
sicché l’argomentazione s’accompagna
a riflessioni ed a ritmi ricreati.
Quest’opera è dedicata per lo più
ai giovani, che imparino dagli esempi riportati,
le sequenze per potere migliorare.
D’altronde, se si vuole ben gustare il racconto
insisto tra le rime che sono libere,
ed il luogo è frutto della filosofia libera,
vista per lo più come opera
anche “collettiva” e ancora meglio.
Mi propongo di toccare varie sfere
calate anche in atmosfere surreali,
che tocchino la realtà varia dell’uomo,
conoscendo, comprendendo e sentendo
scorrere il fiume dei sentimenti
nella sapienza d’una conoscenza robusta
di un cuore gentile che giova in questo caso
sicché l’anima, conoscendo ed amando, così si purifica.
Parlerò non come un’enciclopedia
ma con spirito semplice e sincero,
per narrare la vicenda di due innamorati
che percorrono anche le volte del Cielo
alla ricerca della maturità e del colloquio
che si addice: basteranno in fondo
poche luci per accendere il faro della vita.
E rinfrancarsi nel poema pedagogico.
Opera questa da degustare e meditare
che filtra dentro l’anima novella
(la cinciallegra si farà più bella
nel cantare), ed oltre le dolci note,
ci sarà un feeling tra le varie città,
per conoscere la realtà umana con la dignità
sovrana. Per far questo, accorderò
gli strumenti della Poesia con la Musica adatta.
Materia fluida, con cui sensibilizzare,
che inducendo a prender decisioni
ed il filo è molto lasco, in questo senso,
per produrre e sentire sentimenti e sensazioni.
Risveglierà così cervello e cuore,
l’anima assetata troverà una fonte
e la mente come una caravella
percorrerà oceani e mari sotto le varie stelle.
“Carnose” son le tue labbra fiorite
ai baci dell’estate più splendente,
un bel corpo con una buona igiene
ancora tenero di abbracci calorosi
dove sento la forza della schiuma
del mare, forte e burrascoso, che si frange
fragoroso sui vari scogli, alcuni impervi
e rammenta l’immensità dell’orizzonte d’acque.
Ci si muove in umili movimenti
con le dita affusolate e tenere
nei giochi che sanno d’antico.
Lì danzano le ore più belle ed inebrianti,
assieme a cicale stridenti ed a ruscelli
impetuosi, a roseti profumati,
in questo periodo di calda estate,
ed anche di tarda primavera.
Lì si sentono le vie di secoli e silenzi
del bosco dove si sente un po’ d’amore.
Per me, sei l’incanto del fuoco
primordiale ed accogliente, che,
come mitico Dio, divampa dai cuori.
La mia fantasia cavalca allegra
e spensierata sopra un destriero azzurro
che invita all’assalto dell’immensità.
Assieme a te, amore, in questi momenti
d’abbandono, vedo volti riconoscibili
di persone a noi amiche, che fanno
trasportare leit-motiv un po’ conosciuti
mentre lassù, oltre lo spazio lunare,
la stella del Sud grandeggia di splendore.
Si dice cara ai pirati ed alla gente di mare
agli eroi che sono volati lì dopo la morte.
Amore, son bionde le tue chiome
come barba di pannocchie ed un giorno
ci chiameranno “stelle comete”.
Il mio orgoglio diventa lo spazio
per una meteorite di saggezza
e le redini che teniamo con perizia,
tale da risalire tutta la galassia,
cercando di penetrare nel suo mistero.
Solo il mio cavallo possiede il fiuto
fiammeggiante, per cavalcare senza pericoli
verso terre lontane e sponde straniere
dove non giunse piede umano.
Sia vanto a noi la giustizia preziosa
nel breve arco di tempo dell’avventura
in una dimensione archetipa
nascosta ai mediocri e visibile ai giusti.
«Venite, scoliamoci questa coca-cola
e mettiamo un disco nel juke-box
per fare quattro salti.» dice ad un tratto
Mario, il più vecchio. Tiriamo fuori
bottiglie e bicchieri, dando un bacetto
alla Rosanna, che ha fatto fiore
del niente, perché conosce le cose
come le sue tasche e vuole bene…
In tre scelgono i dischi e mettono
dei ballabili, e mentre i nostri due
si bevono la bevanda, godendo e
trovando l’affetto per gli altri,
ecco che comincia il ballabile.
Si fanno le coppie e si balla,
mentre Cinzia bada ancora
alla sua bella pettinatura.
«Questa sì che è vita!» grida Rosanna,
«Dopo c’è un bellissimo rock and roll,
e faremo faville. Oddio la coca cola
mi ha dato alla testa» (ilarità generale).
Il barista: «Mi raccomando,
non fate cascare tutto! Per me potete
ballare quanto vi pare e piace,
senza mettere a soqquadro niente.»
[continua]