A mio figlio Daniele
La memoria ha stanze immense
camere colme di specchi
polvere impraticabile. Invece
l’attualità è intermittente
come un’immagine rotta.
Alberto Pellegatta
PRECAUZIONI
I
Il baccalare sa come incantare
piazzato al centro del carrobbio
sgranando a mo’ di rosario
termini arditi mai prima uditi:
Amore, Destino, Morale, Patria…
inducendo a una mite confidenza
mentre la musichetta di sottofondo
esalta il grugare dei piccioni
il borbottio dei tubi di scappamento
il formicolio delle mani
il ronzio d’insetti vari
l’arpeggio del contrabbasso.
Tutto per respingere l’idea della morte.
II
Ho stipato all’inverosimile il guardaroba
ché la Morte non mi colga impreparato:
quando verrà il momento
mi suggerirà che abito indossare.
PARVENZE D’AMORE
Pure se la spia non si accende
come nell’auto senza benzina
e i copertoni non sfrigolano
come quando sono bucati
avverto che qualcosa non va
nel mio dirigermi verso di te
come fosse l’amore evaporato.
O scoppiato.
*
Stando accanto la notte
la sveglia e l’orologio
in camera da letto
colpiti da passione
– sincroni nel muoversi –
compirono il misfatto.
Non li tradì il sibilo
del grido di piacere
ma l’età di lei che
di colpo cessò di battere.
Riporla nel cassetto
significò dimenticarla.
Mentre l’orologio – puttaniere! –
rapido trovò consolazione
unendosi stretto sotto la coperta
al polso caldo della sua padrona.
*
Suscita interesse lo scontrino
fuoriuscendo dalla cassa, si protende
interamente verso il mio corpo
come avesse desiderio d’abbracciarmi.
Ma la sua premura è motivata
da un inganno: presenta il conto,
mentre la padrona osserva torva
il mio non mettere mano alla tasca,
l’incredulo stupore sulla faccia.
*
Senza usare precauzioni
– né affettuosi preliminari –
eccitato dal lascivo martello
il chiodo si spinse sino in fondo;
scaglie d’intonaco caddero a terra,
segno della perduta verginità.
VESTITO DA CERIMONIA
Provo a girarmi di sbieco
ma è sempre l’immagine mia
che il camerino riflette,
circondato da specchi lucenti.
Ho addosso un abito nuovo
e dovrei piacermi, almeno provarci.
Mi porto lesto alla cassa e saldo,
mi basta che la commessa sorrida.
Penso, le aumenteranno la paga;
qualcuno, almeno, è rimasto contento.
LAVORI IN ECONOMIA
Nero bitume asfaltato
come abito a lutto –
schizza il pietrisco sfiorato
dal passo di auto, lacrime nere
che piangono un viale
dalle buche coperte.
PORTIERE
Non è di notte, non stiamo in albergo.
Vive le ore diurne della giornata
dietro il vetro di uno stanzino
saluta e risponde educato
divide la posta e la pubblicità.
Gentile spiega dove sta il medico
offre dolcetti ai figli del condominio.
È vedovo e senza compagna
non parla né litiga, o spettegola.
In breve, non lo consideriamo.
Forse non ama.
O siamo noi che non l’amiamo.
IL FIGLIO
Sceglie la ghiaia sulla spiaggia
che serve a rinforzare il castello
sa come muoversi nel mare
senza genitori a spruzzargli
di continuo acqua sul capo.
Gioca con tutti nel cortile
non tiene il quaderno delle colpe
sfiora gli altri senza malizia
si tocca senza turbamenti, sconosce
la condanna del peccato sessuale.
Schiaccia le formiche, non usa lo spray,
appare vero attore di successo
imprendibile nel nascondimento
quando c’è da uscire tutti assieme
con la premura che angoscia a mille.
Non gl’importa vestirsi ammodo
vorrebbe fermarsi nel suo gioco
evitare d’essere preso a forza
sbattuto in macchina (pure di dietro!).
Il figlio attende a un mondo altro.
Se il negozio è chiuso, poco importa
ha fretta di correre ai giardini
lì il suo regno, la siepe difesa
la fontana piscina, il prato letto.
Nei fatti or ora narrati nei dettagli
egli non può disporre, non ha l’età
non ha studiato, manca d’esperienza.
In cuor suo, ma non lo esprime,
spera di essere – da grande – altro.
In ciò eguale ai genitori, da bambini.
AUTUNNO
Quando piove, nella via dove abito
s’addensa una fiumana ai lati –
i pedoni che a balzi la traversano
spiccano voli come in una danza
e le auto che passano veloci
li incorniciano con giochi d’acqua –
entusiasti noi dietro le finestre.
I ballerini, sulla riva opposta,
nemmeno attendono gli applausi:
cercano solo un riparo
per l’abito da scena decisamente
rovinato.
AL RISVEGLIO
Al tuo risveglio
dopo un distensivo sonno
se non ti sovverrai di me
e guarderai soltanto al sole
che illumina la stanza,
andando poi a far spesa
per mezzogiorno,
senza pensare a me che t’attendo,
allora, dolcezza mia,
hai realmente colto qual è la via:
attesa di nuovi accadimenti
distacco dai trascorsi allettamenti.
DOMANDA E RISPOSTA
Dammi un parere, Padre:
che il mondo si converta,
pur col sacrificio, c’è speranza?
Fai come ti pare, Figlio:
ma io metto le mani avanti,
fra noi un illuso basta e avanza.
Lo Spirito curioso ascoltava
e non diceva con chi stava.