Parte prima
	
	
		I.
	
	I colori stagionano,
l’arcobaleno si sfalda 
in raggio e scorre
su esseri in sfilata:
si fan chiamare uomini.
	
	
		II. La storia
	
	La terra si bagna
di sangue e sudore
dalla prima orma
dal vento cancellata,
un punto tra le pagine.
	
	
		III.
	
	La penna rotta 
il nero svuota
sul disegno finito,
linee infinite di niente
ai lati aperte.
	
	
		IV. Hashish
	
	Chiuso nel mio senso 
solo a contemplare
cosa significa stare e
vedere come ugualmente
sono in grado di perdermi.
	
	
		V.
	
	Il ritmo non è il tempo,
è il sole, il sonno,
lo scalpito d’una voglia,
la fatica del bisogno,
il suono d’un tamburo.
	
	
		VI. Torrente
	
	Breve giro di parole
libere da schemi
marcate da linee
chiuse senza fine
non si possono fermare.
	
	
		VI.
	
	Punto di vista spietato
disponi squadre rette
calcolatore e ladro,
il topo è in trappola
pur ignorandolo.
	
	
		VII.
	
	Vado al sonno volentieri
quando lo vivo più del giorno
e l’alba salirà dalla finestra 
tra il fischiar degli uccelli,
apro gli occhi piano, abbaglio.
	
	
		VIII.
	
	Vivo limitandomi costante
a farmi accadere cose,
son qui di passaggio,
non sono e leggero
scorro, ritorno.
	[continua]