BIANCA TELA
Si scioglie la memoria su una bianca tela
cancella dolori e malinconie,
nell’ombra riemergono affetti e lontani visi
intreccio di dita sui ponti dell’anima,
mani congiunte in eterni attimi.
Lentamente le acque del fiume si avviano
nelle profondità dell’eterno, immenso mare,
custode di preziosi rossi coralli,
rose fiorite nei nostri pensieri,
guizzanti cavallucci nascosti in verdi praterie
di posidonie, stelle marine sul nostro petto…,
nell’accumulo dei pensieri creo biblioteche e alcove
dove rifugiarmi, nell’attesa di un ritorno.
LEGATORIA
Fogli accumulati in ordinate pile
su antichi consunti banconi,
storie di segrete alchimie,
di pensierosi naviganti in terre misteriose.
Tutto è raccolto, ordinato, cucito
in un volteggiare paziente di mani
nel lungo interminabile filo bianco della vita.
Corre lo sguardo sui ferri bruniti dal tempo,
misteriose possenti macchine,
mostri taglienti il superfluo,
regolanti l’esistere, mosse da sapienti mani
di una operosa divinità, memoria,
raccolta e depositata nel tempo.
LUNA D’AGOSTO
Fredda luna d’agosto sorridente su un mare di vapore,
nell’immobile natura, spiriti volteggiano nell’aria
sospinti da lancinanti grida di cavalieri,
barbari lanciati tra le dorate messi.
Mi sorridi beffarda, ironica mi baci
trascinandomi in dolci vaporosi sogni,
interamente dissolti al sorgere
degli scalpitanti cavalli di Febo.
CESTO DEL SILENZIO
Nel cesto del silenzio
risuonano lontani rumori,
complessità del convivere,
relazioni spezzate e ricomposte
in un eterno ciclo.
Vola il pensiero oltre,
si perde in un infinito
dalle molteplici forme,
isole in un oceano di pensieri
onde nate nel seno di una divinità:
proiezioni del nostro animo
o riflessi di un Dio Pantocratore?
NEI PARCHI DI NERVI
Lanciato dall’onda dell’acque
nel grigio del cielo è il profilo di Efesto,
promontorio fieramente adagiato sul mare,
bastione di una cortina di costa contro
le furiose, rumoreggianti cariche di Poseidone.
Scuotitore, trema la terra nel distribuire
Alfa ed Omega nello scorrere della sabbia,
clessidra del tempo governata
da nostra madre Persefone,
un sole rosato illumina la schiuma delle acque
nel riflesso verde di un parco,
sotto il lieve vibrare di una palma
un bruno barboncino gioca tra noi.
QUALI NEONATI
Il cielo ci lava quali neonati
partoriti dalla Madre Terra,
unione tra le tempeste di Poseidone
e la fermezza di Era.
I nostri vagiti si perdono nei cieli,
nel dono della superbia di Prometeo,
negazione dei nostri errori,
in un sogno impossibile di perfezione,
terrazze di un ziggurat
sulle sponde dell’Eufrate.
Si succedono onde salmastre,
fruscio di rami,
frasche abbandonate al vento,
immagini impresse nello sguardo
della tua memoria,
riflesso nei tuoi occhi.
ROSSE PIETRE
Rosse pietre di porfido sono le tue parole,
infuocate come lapilli vulcanici
percuotono la mente,
vibrano nell’animo
nello scioglierne il lento pianto.
Ti avvolgono…
quale incandescente magma
evaporando sui miei declivi,
mentre sprofondo nell’immensità del tuo mare,
ricerca di un approdo.
LE TUE PAROLE
Ho creato, proiettato immagini
dove ti sei riflessa, sublimata,
meravigliata e arrabbiata,
provocando in te nuove emozioni,
regalandoti nuove vite.
Le tue parole hanno inciso l’animo,
fasci, frange di interrogativi
mi hanno frustato, serrato,
imposto limiti, argini in cui serrarmi.
Abbiamo navigato tra atolli,
sogni, infiniti caldi mari,
in misteriosi approdi.
INFRANGERSI
Nell’infrangersi di certezze e sogni,
il malinconico dolore, rabbia e tristezza
si sciolgono nell’armonia
della bellezza di un sorriso,
nella gioia di un abbraccio,
nel segno di un pennello,
sfumare di morbidi colori
sulla tela della vita.
Baci. Buona notte!
[continua]