POLENA
Infrangersi dell’onde sulla polena,
sensuale ninfa che apre sicure vie
nei pericoli del mare-oceano.
Divina creatura che nel sorriso
delle sue morbide forme calma le ire
degli oscuri abissi oceanici,
raccoglie tra le braccia i sogni,
dona la speranza di un ritorno.
Si gonfiano le bianche vele al vento,
furioso Poseidone percuote con il tridente
le profondità degli oceani, la superficie dell’acque,
marosi in cui giocare il proprio destino
nel procace sorriso di una Dea tutelare.
SCIALLE
Avvolto da un morbido, caldo scialle
di ricordi e sorrisi viaggio,
tra masse petulanti informi,
in lontane terre, nell’attesa
di soffici parole, tra pregiate pergamene,
carte arabescate, soffici tessuti
su cui depositare l’anima,
sapienti scatole per custodire
i nostri pensieri.
CANTO
I tuoi capelli, luminosa foresta
in cui perdersi,
i tuoi occhi sguardi
su misteriosi mondi da esplorare,
le tue labbra fonte d’acqua
limpida a cui attingere,
i tuoi seni morbidi, dolci frutti
in ampie ceste dai soavi profumi,
il tuo ventre caldo cuscino
su cui appoggiare la testa,
i tuoi fianchi alte montagne di marmo
da scalare, fonte termale
in cui immergersi e dimenticare,
le tue gambe colonne d’ebano
da accarezzare, i tuoi piedi
sculture da ammirare.
CASTELLI
Molti ti donarono
castelli di pietra,
io ti donai
castelli di spirito,
sulla pietra vive la materia
ma è lo spirito che l’anima,
attraversa i tempi
e approda a nuovi lidi.
La materia si disgrega
in mille e mille atomi,
ma lo spirito le concede
la forma
che la fa vivere
attraverso le menti,
di generazione in generazione.
SGUARDO
Scivola lo sguardo
sulla polvere sollevata dal vento,
fissando gambe
ondulanti su alti tacchi,
scorre la fantasia
su impossibili sogni,
inconfessabili turbe dell’animo
fluttuanti tra dinieghi e speranze,
ma la donna, nel suo ambiguo richiamo,
gioca la propria vita con dolce astuzia.
SOLITARIA LUNA
Tu, luna, tondeggi solitaria nel cielo,
lassù, immemore delle sventure umane,
indifferente del vivere su questa terra
dove convivono gloria e viltà,
ma io, che credo nell’uomo,
perché sarebbe facile disprezzarlo,
giaccio nei dubbi, ma a te luna,
che sorridi pallida e beffarda,
immobile nel tempo, non giungono parole.
Vi affannate dietro alle vostre immagini,
fermatevi e guardate,
irruzione dell’infinito in voi stessi,
senza tempo, spazio e aggettivi,
somma della felicità e somma dei dolori,
estremi che nel toccarsi si annullano,
nel dilatarsi della mente nell’attimo.
[continua]