Brilla stellina nel cielo d’inchiostro,
brilla la luna tra i pini del bosco,
sopra le case cade la neve
e tutto tace, tutto par lieve.
In questa notte di bianco Natale
ecco compare una stella speciale,
porta una chioma lunga e brillante,
avanza sicura con passo elegante.
È la regina della serata
in tutto il cielo la più ammirata,
un tempo guidò i re magi alla meta.
Hai indovinato?
La stella cometa!
Il Panettone
In una fredda sera d’inverno, il signor Rossi spegne il computer, s’infila il cappotto e si prepara ad uscire. L’ufficio è vuoto, tutti sono già andati a casa perché è la vigilia di Natale.
Nel silenzio squilla il telefono.
«Pronto?»
«Gianni, sei ancora in ufficio?»
«Sì, ma ho finito sto uscendo…»
«Ricordati di comprare il panettone. Devi fare in fretta perché i negozi tra poco chiudono!»
«Va bene non preoccuparti cara!»
Il signor Rossi esce di corsa dall’ufficio e attraversa la piazza della chiesa. Proprio sul lato opposto c’è una bella pasticceria, le vetrine illuminate a festa espongono ogni sorta di dolce e naturalmente una gran varietà di panettoni: grandi, piccoli, farciti al cioccolato, con le noci, con i canditi.
«Andrò lì e comprerò il panettone più grosso che hanno!» Pensa Gianni.
Con passo deciso attraversa la piazza, la prima neve incomincia a cadere.
Gianni avvolto nella sciarpa di lana si ferma ad ammirare il grande albero illuminato in mezzo alla piazza.
Un coro di ragazzi intona canti di Natale e i passanti si fermano ad ascoltare e a scambiarsi gli auguri.
«Buonasera e buon Natale!» gli augura il maestro del coro.
«Buon Natale!» risponde Gianni.
«Prego si serva.» Uno dei ragazzi del coro offre a Gianni un bicchierino di vino caldo e una bella fetta di panettone.
«Il PANETTONE!» esclama Gianni.
«Sì, è il panettone» risponde sorridendo il ragazzo.
«No, volevo dire che devo andare a comprare il panettone per mia moglie. Grazie. Auguri, auguri.»
Gianni restituisce il piatto e il bicchiere e di corsa si avvia verso la pasticceria.
Troppo tardi! Il negozio ha chiuso.
«Aprite! Aprite!» chiama Gianni «Ho bisogno solo di un panettone.»
Da una finestrella al primo piano una commessa del negozio risponde:
«Mi spiace, ma siamo chiusi, e poi abbiamo finito i panettoni, ma se va giù lungo la via del mercato c’è un’altra pasticceria, può provare lì.»
La neve cade fitta a grossi fiocchi, le strade sono spolverate di bianco.
Avvolto nella sciarpa, le mani in tasca, attento a non scivolare Gianni cammina lungo il vicolo del mercato. I negozi sono tutti chiusi, le decorazioni luminose rallegrano la via.
Sull’angolo una signora grassoccia dal viso arrossato dal freddo, sta chiudendo la saracinesca del suo negozio.
«Aspetti» grida Gianni «solo un momento, la prego» insiste correndo verso il negozio.
«Dice a me?» chiede la pasticciera.
«Sì, vorrei un panettone, ne avete ancora?»
«Mi sembra di sì, ma ho appena chiuso il negozio e…»
«La prego l’ho promesso a mia moglie e… siamo a Natale mi faccia un regalo!» insiste Gianni.
«Va bene, venga dentro vediamo cosa è rimasto».
La pasticciera apre di nuovo il negozio, accende le luci. Decine di confezioni colorate sono disposte sul bancone. La donna le passa in rassegna e poi si rivolge a Gianni:
«Mi spiace i panettoni sono finiti, ma posso darle un pandoro o una stella di Natale al cioccolato o un pupazzo di neve di canditi e glassa che…»
«No, no grazie» la interrompe Gianni «mia moglie vuole un panettone, abbiamo ospiti. La cena di Natale senza il panettone! Che tragedia!»
«Se passa tra due o tre ore può darsi che dalla pasticceria ne arrivino degli altri.» Aggiunge gentile la donna.
«Grazie, ma non credo di poter tornare per questa sera. Buon Natale e grazie ancora.» Gianni sconsolato se ne va.
Seduto sulla panchina del parco il signor Rossi sta pensando a che cosa fare, quando gli passa davanti un ragazzo in bicicletta che nel cestino ha un bel panettone!
«Mi scusi!» lo ferma Gianni, «dove ha comprato quel panettone?»
«Non l’ho comprato, l’ho vinto» dice sorridendo il ragazzo.
«Dove?»
«Alla stazione. I ragazzi dell’oratorio hanno organizzato dei giochi per intrattenere i viaggiatori costretti a muoversi la sera di Natale. Tra i premi che si possono vincere ci sono tanti panettoni. Se ti sbrighi, forse li trovi ancora là.»
Gianni corre verso la stazione, la sciarpa sventola aperta sulle spalle, la faccia rossa per il freddo e i capelli coperti di neve.
Nell’atrio della stazione ferroviaria è stato allestito un grosso albero di Natale al quale, oltre le decorazioni, sono appesi dei panettoni.
«Posso giocare?» chiede Gianni ad uno dei ragazzi che sta riordinando dei birilli.
«Certo, buon Natale signore, ecco si metta in fila con gli altri tra poco inizieremo il gioco del regalo.»
«Il gioco del regalo?» chiede Gianni sedendosi tra una signora in pelliccia e un ragazzino che mastica la gomma.
«Attenti!» grida l’animatore «qui abbiamo un regalo che è stato incartato più volte. Dovrete farlo passare tra voi, e ciascuno di voi toglierà un incarto e poi cercherà di indovinare di che regalo si tratta. Chi indovina si tiene il regalo!»
Il gioco inizia. Il pacchetto gira tra i giocatori diventando sempre più piccolo. Gianni guarda l’orologio si sta facendo tardi e lui non ha ancora trovato il panettone.
I giocatori cercano di indovinare: «un orologio?», «una bambola?», «un accendino?», «un paio di guanti?» Gianni guarda il pacchetto che è diventato piccolo, piccolo.
«Non potrà mai essere un panettone!» esclama, quando lo ha tra le mani.
«Giusto!» grida il ragazzo alle sue spalle «Bravo hai indovinato! Un panettone.»
Gianni si affretta ad aprire il regalo che, infatti, contiene il disegno di un panettone.
«Evviva, buon Natale!» Lo salutano gli altri giocatori allegri.
Trionfante Gianni esce dalla stazione stringendo il suo panettone. Sale su un tram e mentre va verso casa guarda le vetrine illuminate, gli alberi luccicanti nei giardini. La neve cade fitta e ormai tutta la città è coperta da una bianca coltre di neve. Gianni sente freddo, i capelli sono bagnati e i piedi congelati. «Etciù» starnutisce. In quel momento il tram passa davanti ad una grossa farmacia ancora aperta.
«Se scendessi a comprare uno sciroppo? Sono così raffreddato e domani è Natale e i negozi saranno chiusi.» Pensa ad alta voce. Detto fatto.
Gianni scende dal tram.
«Buona sera» lo accoglie il farmacista da dietro il bancone.
«Buoda dera! Etciù. Vorrei uno sciroppo per il laffleddole» dice Gianni tra uno starnuto e l’altro.
Mentre il farmacista si volta per prendere la medicina, Gianni osserva le decorazioni natalizie del bancone, le luci e le stelline. Poi il suo sguardo cade su un bel vassoio dorato pieno di fette di panettone.
«Il PANETTONE!» grida terrorizzato, si guarda le mani, le tasche.
«Signore si sente bene? Ha perso qualcosa?» chiede preoccupato il farmacista.
«Il PANETTONE!» esclama ancora Gianni mentre si accascia su una poltroncina.
«Prego, beva è così pallido» il farmacista gli si avvicina con del tè caldo alle erbe e aggiunge: «Vuole del panettone?»
«No grazie» spiega triste Gianni bevendo un po’ di tè caldo.
«Ho lasciato il panettone per mia moglie sul tram.»
«Noi abbiamo un panettone per lei se vuole» gli dice il farmacista sorridendo.
«È la sera di Natale e regaliamo un panettone a tutti i nostri clienti» e regala a Gianni un bel panettone incartato in una magnifica carta dorata.
«Grazie, grazie» saluta incredulo Gianni.
«Buon Natale!» gli augura il farmacista.
Il campanile della chiesa suona le otto, Gianni chiama un taxi e va a casa. Durante il tragitto in auto si addormenta stringendo il suo panettone. Arrivato davanti al portone, paga, scende e indovinate? Dimentica il panettone sul taxi.
«Il PANETTONE!» grida ancora Gianni.
La portinaia gli apre la porta.
«Buona sera signor Rossi, buon Natale» e gli consegna un bel panettone farcito.
«Ma… è per me?» chiede Gianni stupito.
«Quest’anno abbiamo deciso di regalare un panettone a tutti i condomini, stavo salendo adesso da sua moglie. Lo consegno a lei. Buon Natale e porga gli auguri anche a sua moglie.»
La portinaia rientra in casa e Gianni guarda sbalordito il panettone, se avesse saputo che un panettone lo aspettava in portineria non sarebbe stato in giro tutta la sera a prendere freddo! Etciù.
Quella sera, durante la cena, suonarono più volte alla porta.
Prima arrivò il taxista con il panettone della farmacia, poi dopo circa mezz’ora un addetto dei tram portò il panettone che Gianni aveva vinto alla stazione; infine verso mezzanotte il garzone della pasticceria consegnò un enorme panettone farcito con gli auguri di buon Natale e gli orari d’apertura della pasticceria per andare a saldare il conto.