Ma Francesco dov’è?

di

Silvia Zanetto


Silvia Zanetto - Ma Francesco dov’è?
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
14x20,5 - pp. 102 - Euro 10,00
ISBN 978-88-6587-8040

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In copertina e all’interno illustrazioni dell’autrice

Fotografia dell’autrice di Elisabetta Garbin


– C’è un motivo per cui le scatole sono chiuse – disse Francesco – ed è perché le persone a volte non sanno che cosa desiderano veramente. La tua scatola è molto pesante perché oggi è il tuo primo viaggio qui a “Fuori Servizio”, quindi contiene il tuo desiderio più grande.
– E come si fa a realizzare i desideri? – chiese Isabella.
– È molto semplice, vedrai. Basta scoprire che cosa si desidera veramente e volerlo con tutte le proprie forze, più di qualsiasi altra cosa al mondo.
– A me non sembra tanto semplice, però se lo dici tu… – rispose la ragazzina, poco convinta.


Ma Francesco dov’è?


Fuori Servizio,
i Paesi delle Palme Rigogliose,
dei Desideri Irrealizzati,
delle Persone Diverse
e altri posti meravigliosi



UN TIPO STRANO

– Francesco, sei proprio un tipo strano! – è questo che mi dicono.
È per colpa del calcio. Ai miei compagni non sembra normale che a un ragazzino di dieci anni non piaccia prendere a calci un pallone, rotolarsi nel fango, azzuffarsi con gli altri e tornare a casa sporco e fradicio di sudore.
I grandi, invece, dicono che sono un bambino difficile e si preoccupano per me: pensano che abbia pochi amici e che non trascorra abbastanza tempo all’aria aperta. Spesso i miei genitori mi portano al parco a giocare con i miei fratelli, ma io mi porto un libro e approfitto dell’occasione per leggere nel mio posto preferito: sdraiato in un prato, all’ombra di un grosso platano.
Il mio papà ne ha persino parlato con la maestra Luisa.
– Sono preoccupato per lui – ha detto. – Non fa altro che leggere…
– Ma non c’è motivo di inquietarsi per questo – ha risposto la maestra, sorridendo. – Francesco è un bambino sensibile: ha tanta fantasia, scrive dei bellissimi testi… Magari diventerà un importante scrittore!
– Ma signora Luisa, lei avrà anche ragione, ma come la mettiamo con la socializzazione, le relazioni con gli altri? Se sta sempre da solo, non gioca con gli altri, parla poco! A me sembra che per lui la lettura sia diventata una fuga dalla realtà. E ho paura che questo lo renda infelice…

Ma io no, non sono un bambino infelice.
Anzi: credo che la mia vita sia molto interessante.
Sono loro quelli che non capiscono che la vita nei libri è così avvincente da far dimenticare la monotonia della vita reale, così noiosa, in cui non succede mai niente di straordinario.
Io sono molto fortunato, invece, perché posso vivere un milione di vite.
Leggendo un libro, ho viaggiato nel tempo e ho combattuto contro un terribile drago; in un altro ho trascorso tutta la mia vita sugli alberi; rileggendo un vecchio libretto con delle strane illustrazioni ho volato da un asteroide all’altro, incontrando i personaggi più bizzarri; in altri invece sono riuscito a stregare con un incantesimo i miei nemici, a salvare donzelle in pericolo, a volare su una scopa o sulla groppa del Fortunadrago; ho scoperto che si possono trovare cose meravigliose percorrendo una strada di cui si dice che non porti in nessun posto e alla fine… ho vinto persino una fabbrica di cioccolato!

I miei amici, invece, vivono una sola vita: mamma, papà, la scuola, i compiti, la televisione, i videogiochi e, naturalmente, il calcio. E nient’altro.
Però oggi, nella mia scuola, c’è una partita. Tutti gli alunni dovrebbero partecipare, ma io non ne ho voglia. Per questo me ne sto qui, nascosto in biblioteca, sdraiato su uno scaffale a rileggere il mio libro preferito.
Maestra Luisa, sono sicuro che tu non farai la “spia”…
E credo che, se chiudo gli occhi e li stringo forte forte, l’incantesimo si compirà: diventerò leggero, trasparente, e alla fine scomparirò tra le pagine del libro, protetto dai cavalieri della Tavola Rotonda, rifugiato in una polverosa soffitta dove nessuno sale mai, o invisibile grazie a un mantello o a un anello…

L’allenatore non mi troverà mai.

E rimarrò qui, nascosto nel mondo della Fantasia, per sempre.

O almeno, finché non finisca la partita.

La partita è finita da poco. Siamo nel parco, seduti in cerchio sull’erba, a pochi passi dal grosso platano sotto il quale Francesco ama sdraiarsi con il suo libro favorito.
I bambini hanno ascoltato in silenzio la lettura: osservo i loro volti e li vedo pronti a commentare, anche se nessuno osa intervenire per primo.
– Allora, che ne pensate? – chiedo. – Siete d’accordo con Francesco?
– Io no di sicuro, maestra Luisa! – risponde deciso Stefano. – Nascondersi in biblioteca per non giocare a calcio! – e scuote la frangetta bionda un po’ troppo lunga che gli ricade sugli occhi.
– Io piuttosto avrei fatto il contrario! – esclama Alessandro: occhiali, aria furbetta e qualche lentiggine sul naso.
– Allora, volete dire che a nessuno di voi piace leggere? – chiedo. – Non ci credo…
– Sì, ci piace leggere – ammette Lorena, piccolina e tutta pepe – però non siamo come Francesco.
– Che cosa vuoi dire?
– Voglio dire che leggere è importante, ma ci sono anche altre cose… per esempio, a me piace un sacco la ginnastica, faccio gare fin da quand’ero piccola!
– E il basket – aggiunge Lorenzo. Strano che non aves­se ancora parlato, finora, chiacchierone com’è… – Io per esempio leggo tutte le sere – continua – però di pomeriggio ho gli allenamenti di basket e, quando c’è una partita importante, ho bisogno di essere concentrato e allora penso solo a quello.
– E poi Francesco… insomma, è vero che è un tipo strano – interviene Martina – se ne sta sempre da solo, sembra che viva in un altro mondo! – si tira indietro nervosa i lunghi capelli castani e mi guarda con occhi dolci color cioccolata al latte. – Non voglio criticarlo, però non mi sembra normale che non voglia giocare nemmeno con i suoi fratelli. E non sono neanche tanto sicura che sia un bambino felice, come dice lui.
– Potremmo aiutarlo! – propone Lorena. – Fargli capire che si può amare la lettura e vivere nel mondo della Fantasia, ma senza tralasciare le altre cose.
– Si può anche giocare, con la Fantasia – aggiunge Alessandro. E stare con gli altri…
– Se non gli piace il calcio, magari potrebbe piacergli il basket – è il suggerimento di Lorenzo.
– Non credo proprio! – risponde un po’ stizzita Martina. – Però… forse potrebbero piacergli dei giochi tradizionali, quelli del passato, magari!
– È una bellissima idea, Martina! – esclama Lorena. – Però dovremmo trovare il modo per parlargliene, non è facile…
– No, perché lui non ci dà mai retta, non ci ascolta. Gli interessano solo le cose che sono scritte nei libri…
– E allora sapete che facciamo, ragazzi? – intervengo. – Scriviamo noi un libro per lui: un libro pieno di storie, di fantasia, di giochi… sono sicura che Francesco lo apprezzerà e che farà bene anche a voi!
– Che bella idea, maestra Luisa! – esclama Lorena – Allora… scriviamo una storia che parli dei giochi antichi.
– Anch’io voglio scrivere questa storia! – si unisce Martina.
– Perfetto, abbiamo già le nostre due prime autrici: Lorena e Martina. Scrivete la vostra storia, poi la leggeremo insieme, per Francesco.

[continua]




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