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Diario segreto d’un elfo 2
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In copertina: “Futuristic Alien City – Computer Artwork” © diversepixel – Fotolia.com
Introduzione dell’autore
Si può facilmente osservare che nel primo racconto prevale l’azione mentre, nel secondo, la riflessione, questa verte in prevalenza sull’analisi psicologica di una crisi e sul faticoso cammino della ricostruzione di un Io lacerato e perciò diviso tra l’essere e il dover essere, l’Io e il Super Io. La continuità consiste nell’autoanalisi dell’autore, rappresentato dall’elfo Bill, che ha un diario segreto e affida alle pagine del diario le sue difficoltà e la sua lenta maturazione.
L’elfo Bill sceglie di vivere nel mondo degli umani, ma poi, per fragilità di carattere, perde il senso delle proprie origini e va alla deriva. Quando, alla fine s’innamora, si rende conto dell’importanza di accettarsi così com’è per proporsi, presentarsi alla sua donna.
Il racconto è ambientato in un futuro prossimo venturo con aeromobili, robot ed esplorazioni spaziali ma in realtà questo mondo improbabile fa solo da sfondo alla condizione dell’uomo, cioè a quelle che sono le situazioni problematiche dell’uomo di ieri, oggi e domani.
Prefazione
In un’ambientazione immaginifica, che riconduce ad un futuro prossimo dove dominerà la tecnologia, si snoda l’intera vicenda esistenziale relativa al protagonista Bill, un elfo combattuto tra la sua condizione elfica ed il desiderio di trasformarsi in essere umano, sempre accompagnata da riflessioni a carattere psicologico e sociale, nello specifico, con velata critica al progresso tecnologico.
L’elfo Bill incarna l’alter ego dell’Autore, come egli stesso afferma, e la narrazione riconduce alla fase evolutiva del protagonista che riporta, in un “diario segreto”, le sue esperienze e le sue contraddizioni, gli incontri e le riflessioni-considerazioni inerenti le molteplici manifestazioni del vivere con le quali viene in contatto, siano esse legate al mondo reale o ad una dimensione fantastica.
Seguendo un continuo scandaglio psicologico si dipana il faticoso percorso del protagonista Bill che è alla ricerca della sua “vera” identità, dell’autentica essenza vitale del suo Io, cercando una fusione tra il desiderio che lo spinge a determinate scelte e le contraddizioni che lo assalgono, seguendo un lento processo di autoanalisi anche grazie al famoso diario segreto al quale affida tutta la sua vita e le varie metamorfosi del suo Essere.
Lui ha scelto di entrare “nel mondo degli umani”, di allontanarsi dalla famiglia elfica e vivere a Metropolis, una grande città immersa nel caos e totalmente tecnologica: si accorgerà presto che non è facile adattarsi e, ancor più, inserirsi nel frenetico vivere metropolitano, oltre al fatto che, dopo l’iniziale incantamento e dopo aver incontrato Android, “prototipo di robot dalle capacità quasi umane”, emergono in lui profondi sensi di colpa per essersi allontanato dalle sue radici ed è assalito da un senso di vuoto, che lo conduce ad una “deriva esistenziale”.
Durante la permanenza nella famosa città si susseguono alcuni incontri con personaggi tra il bizzarro ed il geniale: un famoso scienziato che ha creato un clone di se stesso ed è stato chiamato Puffo; uno psicologo e astrologo, nonché matematico e fisico, di nome Cartesius, che offrirà la sua diagnosi, come farà anche l’amico Sial che cercherà di dare saggi consigli a Bill.
Certamente l’incontro più importante, e che risulterà più significativo per la maturazione interiore di Bill, sarà con Sonia, una ragazza che è prossima alla laurea in ingegneria e, per pagarsi gli studi, lavora come modella per la pubblicità di un aeromobile: da questa relazione nascerà in lui la consapevolezza che è fondamentale accettare se stessi per essere capaci di amare e che è giunto il momento di “costruire il suo futuro”.
Il cammino verso la “conoscenza di sé” è alimentato dalla visione di Silvio Loche, che alterna “ragione e istinto” durante le fasi di dispersione nella vita da parte del protagonista e pone il sigillo con la finale presa d’atto della condizione di elfo dopo l’avventata “trasformazione in essere umano”.
In questo “viaggio elfico”, alla ricerca della “vera identità”, gli eventi si susseguono senza sosta e Silvio Loche dimostra di possedere fervida immaginazione, percezione lirica e forte vena creativa con inserimenti di alcune poesie che diventano “canto dell’anima”.
Silvio Loche vola sulle ali della fantasia e si libra in un mondo fantastico, riuscendo a rendere basilari sia la fedeltà alle proprie origini, come la capacità di far tesoro delle esperienze vissute, fino a decretare l’importanza fondamentale dell’amore in questo nostro vivere: che sia la realtà degli esseri umani o il mondo degli elfi poco importa.
Massimiliano Del Duca
Diario segreto d’un elfo 2
Capitolo 1
Gigi, Mafalda, Bill e… Tuono
Nella notte sembrava che tutto il cielo dovesse andare a schiantarsi sulla terra e pareva che le nuvole fossero onde marine e la terra, uno scoglio dove esse andavano ad abbattersi. Come se non bastasse, ci si metteva anche il vento che squassava l’aria e dava voce alla tempesta come a rinforzare il tuono che arriva in compagnia del lampo e poi si perde in lontananza. In questa situazione, chi se ne sta in casa se la cava soltanto con un po’ di paura ma chi, per qualsiasi circostanza, è in giro si trova in difficoltà.
Bill, nonostante sia dotato di robuste ali, fatica a tenere l’aria a maggior ragione che ha il peso di un bambino che la sua amata fatina gli ha chiesto di trasportare. Giorni addietro era successo che, la cicogna incaricata del trasporto aveva fatto un atterraggio di emergenza e si era rotta il femore. Ora aveva l’osso steccato e si era rivolta alla fata per chiedere che la consegna fosse portata a termine, la fata però non aveva trovato un sostituto cicogna e si era rivolta a Bill che senza esitazione aveva accettato. I genitori di Bill, Gigi e Mafalda, data la delicatezza del trasporto, si offrono di accompagnarlo. La consegna è urgente, il foglio di trasporto oltre l’indirizzo di consegna ha una data e non devono esserci ritardi. La presenza dei genitori rincuora Bill, che aveva in passato avuto dei momenti difficili e non è tipo da impressionarsi facilmente ma stavolta sente che è davvero dura. Il paese è in vista e le luci delle case fanno da pista di atterraggio. L’orario è buono e Gigi e Mafalda si lanciano in avanti, per leggere via e numero della casa del nascituro, poi tornano indietro per guidare Bill a destinazione. I tre decidono di atterrare sul tetto poi Bill scende sul balcone e bussa alla porta finestra. In casa ci sono tutte le luci accese in attesa della consegna, così, al primo colpo di becco, una donna apre, fa entrare Bill/airone e gli prende il lenzuolo col bimbo per portarlo alla madre. L’elfo/airone, con funzione di cicogna, è fatto accomodare per asciugarsi e prendere un caffè mentre la mamma apre il lenzuolo e prende in braccio il bimbo tutto bagnato che non trova di meglio da fare che mettersi a piangere. Terminata la consegna, non senza esitazione a causa del tempo, Bill fa capire che vuole andare, allora la donna che lo aveva fatto entrare gli consegna un lenzuolo asciutto con dentro offerte in cibo, dolci e frutta.
Quando Bill esce, trova i genitori e insieme decidono il da farsi, riprendono, quindi, il volo per cercare, fuori dal paese, qualche casolare abbandonato in modo da ripararsi e passare la notte. Dopo un po’ trovano quello che cercano e atterrano…
Finalmente al riparo! Aprono il lenzuolo e mangiano le offerte in cibo intanto discutono animatamente sulla data di nascita del bimbo perché, a causa della data, vengono a sapere che sono passati più di cento anni dal giuramento di Bill e dalla loro trasformazione in aironi. I tre confessano di non essersi minimamente accorti del trascorrere del tempo così quella semplice consegna diventa l’occasione per fare una messa a punto della situazione. Prevale, poi, la stanchezza e, tirata su la zampa, si mettono a dormire. Dopo qualche ora si svegliano per il rinnovato infuriare della tempesta, Gigi esce mentre un fulmine squarcia l’aria e, poco dopo, rientra in compagnia, il nuovo arrivato stringe le zampe a Mafalda e Bill poi esce di nuovo con Gigi ed insieme vanno a cercare qualcosa per tenersi caldi. Poco dopo trovano un bar che sta per chiudere, i due entrano disinvoltamente ma, quando il barista li vede, sbianca poi si tocca il polso pensando che ha lavorato troppo. L’ospite di Gigi chiede del vino offrendo delle monete antiche, il barista le guarda bene, si tocca ancora il polso poi torna con una damigiana di vino, allora i due escono e salutano mentre il barista si affretta a chiudere. Gigi chiede al suo ospite dove ha trovato le monete per pagare, dando occasione a Tuono di raccontare la sua storia. Tuono era stato catturato da Caronte, con cui si era scontrato diventandone schiavo poi aveva incontrato un altro elfo e con lui era andato in un villaggio elfico. Qui si era convinto che fosse possibile risolvere i problemi d’identità che lo affliggevano e dopo anni di permanenza nel villaggio aveva ritrovato le sue origini. Non era un diavolo ma un elfo e non si chiamava Zampa Mare ma Tuono, era perciò un fenomeno naturale di nome e di fatto. Tuono ha la sua tana in una miniera di ferro abbandonata che si trova nell’isola d’Elba dove possiede un tesoretto che usa quando ha bisogno degli uomini. Gigi, dopo tanto tempo, non si ricorda più di Zampa Mare a maggior ragione ora che è un airone e, la differenza tra lui e il suo amico, è molto marcata. Ora è Gigi che ha dei problemi d’identità ma Tuono non se ne accorge o fa finta di non accorgersene, si limita a stare con lui e la sua famiglia.
L’ospite si trova a disagio perché sta bevendo solo lui il vino che ha comprato e vorrebbe che anche i tre amici gli facessero compagnia. Allora comincia a cantare, e canta la canzone che aveva imparato da Sial quando lui, in un eccesso di rabbia, aveva demolito la porta di accesso al villaggio degli elfi.
Gigantomachia
Nelle notti tempestose,
Le nubi oscure corrono veloci, i cieli tremano
Perché non riescono a nascondere i segreti del passato,
E ritorna alla memoria,
La lontana lotta dei giganti.
Dall’eletto di Dio Plutone inseguito
Gira nell’Averno in cerca di un rifugio
E chiama Caronte, occhi di fuoco,
Per traghettarlo in altro luogo.
Nella lotta l’eletto di Dio muore sulla croce,
E a gran voce chiama il Padre:
“Sei la luce splendente, sei il libro vivente, sei l’anima santa,
Sei il patriarca dell’universo parallelo.
Elia e Luca, proteggete il fedele, proteggete l’infedele,
Dal tuono e dal lampo, in casa e nel campo,
Elia, Luca e Marco”.
Si leva un turbine,
Dall’Averno oltre la terra alto,
Quattro cavalieri lo inseguono,
Caronte orribili parole dice
All’albero della nave aggrappato
Ma un baratro si apre e lo inghiotte
………………
Sull’orizzonte degli eventi,
Staziona una livida luce irreale,
Inghiottono questi luoghi,
Ogni materia vivente,
Spirano violentissimi venti.
Cessano i tuoni e la terra piange
Ma, sopra le nubi, Apollo
I cavalli del Sole trattiene,
Venere pallida la notte attende,
Vola alto, nel cielo, un candido Cigno.
[continua]
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