L’ALTRA SPIRITUALITA’
Il soggetto A si trova comodamente seduto in un bar intento a degustare un buon vino, quando improvvisamente, quasi per istinto, gira il capo puntando lo sguardo alle sue spalle, come se qualcosa avesse attratto la sua attenzione verso quella direzione. Ed effettivamente coglie un individuo, il soggetto B, intento a fissarlo profondamente.
Un altro individuo, il soggetto C, sta tranquillamente guidando la sua autovettura quando, improvvisamente e senza alcuna motivazione, il suo pensiero viene indirizzato verso un suo conoscente, il soggetto D, il quale, guarda caso, verrà realmente visto dal soggetto C sbucare da una strada dopo pochi secondi.
Sono poche, credo, le persone che non abbiano vissuto situazioni simili a quelle appena descritte (che chiameremo rispettivamente “primo esempio“ e “secondo esempio“), ma sono ancor più rare quelle che avendole vissute le abbiano attribuito un significato che vada oltre quello della semplice casualità, della semplice coincidenza. Tra questi poi, la maggior parte, o addirittura la quasi totalità, avrà tirato in ballo fantomatiche spiegazioni paranormali. Attualmente sto sviluppando una teoria che getti luce su questi fenomeni di difficile interpretazione. Ma di preciso cosa intendo dimostrare? Prima d’arrivare al nocciolo della questione bisogna innanzitutto partire dal presupposto che sarebbe limitato prendere questi fenomeni in considerazione meramente come delle semplici coincidenze. E per liberarci da una simile puerile spiegazione basta prendere coscienza del fatto che un fenomeno che si ripete spesso, e su un numero considerevole di soggetti, non può essere considerato come una semplice coincidenza. Ma se non si tratta di un qualcosa che rientra entro i confini della semplice casualità, né di un fenomeno dimostrato scientificamente, allora di cosa potrebbe trattarsi? Intanto, messa da parte la casualità come spiegazione, potremmo considerare evidente il fatto che deve esserci un qualcosa che interagisce fra i soggetti protagonisti di questi fenomeni. In altre parole, tornando al mio primo esempio, se il soggetto B turba il soggetto A soltanto concentrandosi su di lui, è evidente che qualcosa di suo deve essere stato percepito dall’altro. A questo punto sembra che dovremmo cercare d’individuare questo “qualcosa”.
Ora, è un fatto scientificamente accertato che l’attività cerebrale umana produce delle onde elettromagnetiche, questo perché ogni qual volta un singolo neurone del nostro cervello entra in attività per ricevere o trasmettere un segnale psichico produce una scarica elettrica a bassissima frequenza e voltaggio elettrico (microvolt). L’attività cerebrale coinvolge in ogni momento milioni di neuroni di differenti aree del cervello che attivandosi insieme generano onde elettromagnetiche collettive abbastanza forti da attraversare la sostanza cerebrale ed essere rilevate da elettrodi posti sulla cute esterna della testa. Sono stati rilevati quattro tipi di onde, Delta, Theta, Beta ed Alfa, ed ognuna di esse corrisponde ad una certa attività cerebrale. Ovviamente non mi dilungherò qui ad illustrare fatti scientifici già dimostrati sperimentalmente. Per chi volesse approfondire l’argomento scientifico sulle onde cerebrali basterà aprire un’enciclopedia o fare una ricerca via internet. A me questo servirà soltanto da punto di partenza per illustrare una mia teoria che spieghi i fenomeni che ho precedentemente descritto con i miei esempi.
E’ infatti mia convinzione che tali onde possono propagarsi ben oltre la cute esterna della testa, dove fin ora sono state rilevate tramite elettrodi. Non solo, sempre a mio avviso, esse sarebbero anche portatrici dei pensieri e dei sentimenti del cervello che le emana! Ciò spiegherebbe perché il soggetto B del mio primo esempio, nell’atto di pensare il soggetto A, provoca in questo un turbamento tale da farlo voltare verso la sua direzione. In pratica, il soggetto B stava in quel momento pensando al soggetto A, il quale evidentemente ne aveva in qualche modo “captato” le onde. La mia teoria implica infatti che il nostro cervello non solo emetta, ma anche capti le onde prodotte dagli altri cervelli, e questa capacità di ricezione è alla base di molti fenomeni considerati paranormali. Per capire meglio mi servirò del secondo esempio, che sembra descrivere un fenomeno che i cultori del paranormale classificherebbero certamente come veggenza. In effetti come faceva il nostro automobilista ad intuire inconsciamente che un individuo di sua conoscenza si sarebbe di lì a poco affacciato da quella traversa. Coincidenza? Abbiamo già scartato precedentemente questa possibilità considerandola incompatibile col concetto di ripetitività del fenomeno. A questo punto molti di voi avranno già intuito la mia spiegazione. È evidente infatti che il protagonista del mio esempio ha captato le onde del suo conoscente che di lì a poco si sarebbe affacciato nell‘incrocio. Quelle onde gli faranno venire in mente la persona che le ha emanate, e che vedrà dopo pochi secondi, convincendosi d’essere stato protagonista di un fenomeno di veggenza. Ma in effetti non sa che il suo cervello aveva già captato la presenza del suo conoscente nei paraggi, per cui era probabile che sarebbe potuto avvenire il contatto visivo fra i due. Questa cosiddetta Veggenza la possiamo quindi spiegare con la mia teoria delle onde (che da adesso scriveremo con la “o“ maiuscola), poiché è una premonizione vicina nello spazio e nel tempo, in quanto si è potuta verificare perché i due soggetti erano abbastanza vicini da poter entrare in contatto tramite Onde. Quindi in questo caso il fenomeno previsto si verifica pochi istanti dopo. Ma come spiegare eventi predetti con largo anticipo? Come può un individuo che vive in Europa prevedere che in America avverrà fra un anno un attentato terroristico? Davanti ad un simile fenomeno la mia teoria sembrerebbe vacillare. Infatti è quanto meno audace pensare che le Onde cerebrali possano addirittura oltrepassare gli oceani! Inoltre la mia teoria implica che siano captate mentre vengono emesse. Come spiegare allora il prevedere un evento così lontano sia nel tempo che nello spazio? Un semplice esempio (“terzo esempio”) potrà spiegare anche quest’evento. Pensate infatti che il nostro cosiddetto veggente si trovi un giorno a passeggiare tranquillamente in una città europea, supponiamo Londra. Sta osservando la vetrina di un negozio, ma non può assolutamente sapere che fra le altre persone che osservano la vetrina in quel momento c’è anche l’uomo che sta pianificando un attentato terroristico sul suolo americano. Il terrorista osserva la vetrina, ma la sua mente è da tempo impegnata nel pianificare l’atto criminoso. Avrete a questo punto intuito che il nostro veggente capta le Onde del terrorista, che contengono pensieri frammentari sulla pianificazione dell’attentato. Il veggente acquisisce queste informazioni, magari senza dargli alcuna importanza; ma gli darà sicuramente importanza quando dopo un anno circa si verificherà l’evento, che egli assocerà inevitabilmente a quelle “visioni” avute un anno prima. Questo è quindi un esempio di premonizione lontana nel tempo e nello spazio, poiché le Onde che ne sono causa contengono informazioni su un evento che si verificherà lontano nel tempo e/o nello spazio rispetto al momento ed al luogo nel quale vengono captate.
La visione dell’attentato terroristico il veggente potrebbe riceverla anche di notte, grazie al fenomeno dei cosiddetti Sogni Premonitori, altro fenomeno considerato paranormale. Infatti la psicoanalisi freudiana ci insegna che la nostra mente durante il sonno assembla varie recenti esperienze nella creazione del sogno. Ora, è a questo punto ragionevole supporre che il contenuto delle Onde da noi teorizzate possa far parte del “materiale” che la nostra mente durante il sonno assembla generando il sogno. In pratica le Onde del terrorista acquisite dal veggente potrebbero manifestarsi nei suoi sogni. Non possiamo infatti affermare che il contenuto delle Onde captate debba necessariamente manifestarsi in modo immediato alla coscienza del soggetto ricevente, anzi, è presumibile che rimanga per un periodo indeterminato “addormentato”, cioè non manifestato alla coscienza.
Adesso, analizzando i due fenomeni descritti con gli esempi secondo e terzo, possiamo notare come la loro differenza non è data soltanto dalla differente propagazione nel tempo e nello spazio. Noterete che nel primo caso si tratta di intuire la presenza di un soggetto che si trova nei paraggi, anche se fuori dalla portata dei nostri sensi della vista e dell’udito. Nel secondo caso abbiamo invece una premonizione che ha punti di contatto con un altro fenomeno cosiddetto paranormale: quello della Telepatia! Infatti il protagonista del nostro terzo esempio riesce addirittura a captare ciò che il terrorista sta pianificando, in pratica riesce a leggergli nel pensiero. La nostra teoria rende quindi i fenomeni della veggenza e della telepatia molto simili, ed inoltre li subordina al concetto di probabilità. Probabilità cioè, sia che l’evento si verifichi poi realmente (non vi è la certezza che il piano terroristico pianificato venga poi attuato), ma probabilità anche che il personaggio di cui si è intuita la presenza (come nel nostro secondo esempio) venga poi realmente visto o udito.
Andando avanti su questa strada vedremo come la mia teoria spiegherà molti fenomeni considerati paranormali. Ma in fin dei conti cos’è oggi il paranormale se non ciò che in futuro rientrerà entro i confini della scienza? Basta una semplice scoperta scientifica, o un esperimento riuscito, per mutare un fenomeno inspiegabile o considerato inesistente in un fenomeno scientificamente accertato.
Ma prima di inoltrarci nella selva dei fenomeni paranormali devo prima aprire una breve parentesi sulla natura delle Onde e sul loro interagire col cervello umano. Intanto sembra pacifico che i fenomeni descritti con i miei esempi hanno evidenziato l’esistenza di qualcosa che può mettere in contatto due differenti cervelli, e che questo qualcosa non è certamente uno dei nostri cinque sensi conosciuti. Visto che dovrebbe trattarsi di un qualcosa proveniente dal nostro cervello, essendo che lì si evolvono i nostri pensieri, e considerando che la scienza ci dice che dal nostro cervello partono delle onde elettromagnetiche, a me sembra più facile identificarlo proprio con queste ultime. Potremmo anche pensare a qualcosa avente una natura simile a quella dei feromoni, cioè degli agenti chimici che permettono ad alcuni insetti di scambiarsi informazioni tramite l’olfatto. Ma l’uomo non sembra che abbia un olfatto così sviluppato. Comunque per il momento a noi non interessa molto conoscere la natura esatta di questo “qualcosa”, a noi interessa piuttosto aver rilevato la sua esistenza. Mi limiterò quindi ad associarlo a delle onde elettromagnetiche, che fra l’altro, allo stato attuale delle nostre conoscenze, sembrerebbe la spiegazione più prossima a quella che potrebbe essere la loro reale natura.
Un altro chiarimento poi va fatto ad una domanda che sicuramente vi sarete posti: ognuno di noi percepisce le Onde di tutte le persone che si trovano nei nostri paraggi? E questo non creerebbe in noi un vero e proprio stato confusionale? anche qui dobbiamo ammettere di non sapere ancora in che modo interagiscono cervello ed Onde. Usando l’analogia possiamo però ritenere che vengano gestite come tutte le informazioni esterne che giungono al cervello tramite i cinque sensi. Se ci facciamo una lunga passeggiata nel centro città, ci capiterà inevitabilmente di guardare ed incrociare lo sguardo con decine, centinaia, forse migliaia di persone, che come noi stanno piacevolmente passeggiando. Sfido chiunque, a fine serata, a ricordare i volti di tutti coloro che abbiamo visto durante la passeggiata. Potremo al limite ricordarci di quelle persone che per un qualche motivo hanno destato la nostra curiosità. Così ci ricorderemo dell’individuo X perché somiglia molto ad una persona di nostra conoscenza, oppure dell’individuo Y perché è vestito in modo pittoresco, o anche della commessa di quel negozio perché è particolarmente attraente. Ma della quasi totalità delle decine, centinaia, o migliaia di persone che vediamo giornalmente non ci ricordiamo di nulla. Lo stesso vale per tutto ciò che udiamo, tocchiamo, annusiamo o assaporiamo. E lo stesso potrebbe quindi valere per le Onde che captiamo. Molte di queste informazioni che non ricordiamo vengono comunque “immagazzinate” nella nostra mente, per affiorare alla coscienza per lo più a seguito di processi di associazione. Ad esempio durante la nostra passeggiata abbiamo notato distrattamente una donna che indossava una maglietta con i tipici colori del pavone. Dimentichiamo la donna subito dopo averla vista, ma il suo ricordo, rimasto sepolto nei meandri dell’inconscio, affiorerà alla nostra coscienza parecchie settimane dopo, soltanto quando vedremo un pavone in televisione, su una rivista, oppure allo zoo.
Possiamo anche ritenere che hanno più probabilità d’essere percepite quelle che hanno una certa intensità, la quale dipende dal tipo di attività cerebrale del momento. Infatti la scienza ci dice che le onde più intense sono quelle prodotte nei momenti più intensi di attività cerebrale. Per cui potremmo supporre che quelle prodotte da chi è concentrato nel pensare alla soluzione di un problema complicato siano più captabili di quelle prodotte da chi è impegnato a leggere il menù del ristorante. Le prime potrebbero essere più dense delle seconde. Inoltre non sappiamo se ogni cervello le emetta con la stessa intensità, né sappiamo se tutti i cervelli riescono a captarle allo stesso modo. È risaputo infatti che l’uomo riesce a sfruttare soltanto una ridotta percentuale delle sue potenzialità cerebrali, attualmente si pensa soltanto ad un 10 o 20 per cento; per cui la sensibilità dell’area del cervello eventualmente preposta alla loro percezione potrebbe variare da soggetto a soggetto. Potremmo anche supporre, sulla base del nostro primo esempio, che sia più probabile rimanere turbati dalle Onde quando queste contengono pensieri che ci riguardano. In altre parole, servendoci di una variante del nostro primo esempio, se gli individui A e B vengono “investiti” dalle Onde dell’individuo C, mentre questo sta pensando soltanto ad A, è probabile che sia proprio quest’ultimo ad esserne turbato; perché? Probabilmente il cervello di A riconosce d’aver ricevuto dall’esterno qualche informazione che gli è per così dire “familiare”; ad esempio A e C avrebbero di lì a poco partecipato alla stessa cerimonia matrimoniale, e quando C pensa ad A con riferimento a questo evento, il cervello di A associa questa informazione con quella che egli già possiede, facendo così scattare il turbamento; B invece, benché riceve le stesse Onde, non subisce il turbamento in quanto non aveva nulla da condividere con C, il quale in quel momento non lo stava nemmeno pensando. Ma dopo aver fatto questi chiarimenti, ribadiamo nuovamente che per noi è momentaneamente più importante l’aver solamente individuato questa forza psichica che riesce a far interagire tra loro due cervelli. Via via noteremo inoltre, sulla base delle esperienze personali dei fenomeni descritti con i miei esempi, che questa forza sembra agire inconsciamente, e con questo intendo sostenere che sembra agire quando non vi è l’intenzionalità razionale e cosciente di farla agire. Se il protagonista del nostro primo esempio, il soggetto B, osservasse il soggetto A concentrandosi su di lui con la volontà di volerne provocare il turbamento, sarebbe probabile che quest’ultimo non verrebbe influenzato dalla sua forza psichica. Quindi è come se le Onde agissero per istinto e non per nostra volontà razionale e cosciente. Per quale motivo? Intanto va ricordato che i comportamenti istintivi più primitivi li condividiamo con gli altri animali, mentre la razionalità è una prerogativa umana; ora, se consideriamo che nell’evoluzione umana i comportamenti istintivi precedono di gran lunga quelli razionali, e se consideriamo anche che i più primitivi fra questi sono mirati alla preservazione della sopravvivenza individuale, si potrebbe dedurre che le azioni comandate dagli istinti primitivi possiedono una forza maggiore, proprio perché sono espressione dell’impulso più forte esistente in natura, quello appunto della sopravvivenza. Ecco perché la forza da noi teorizzata sembra manifestarsi proprio quando non c’è l’intenzione di manifestarla, poiché è tipico dell‘istinto l‘essere indipendente dalla razionalità. Allora sembra di poter dedurre che essa proviene dalla sfera degli istinti di sopravvivenza e di preservazione della specie. Immaginate per un attimo un innocuo erbivoro che sta per essere aggredito da una tigre nascosta fra i cespugli, e pensate quanto possa essergli utile la capacità di captare la presenza e le intenzioni del predatore in agguato. Ma se la tigre possa emettere Onde simili a quelle da me teorizzate, e se il malcapitato erbivoro le possa captare associandole ad un pericolo, beh per il momento non possiamo saperlo. Potrebbero infatti essere anch’esse una esclusiva prerogativa umana. Queste considerazioni ci fanno però venire in mente che spesso in natura sembra aleggiare quello che comunemente viene definito “sesto senso”, al quale si dà forse erroneamente un carattere paranormale.
Fatti questi chiarimenti possiamo adesso analizzare vari fenomeni considerati paranormali, e valutare se sia possibile spiegarli con questa teoria. Intanto dobbiamo considerare che se le Onde hanno natura elettromagnetica, come io suppongo, indubbiamente possiedono energia; non a caso infatti si parla di energia elettrica ed elettromagnetica; e sappiamo anche che l’energia ha la facoltà di creare movimento. Del resto, tornando al nostro primo esempio, se pensiamo che esse hanno il potere di turbare un individuo fino a farlo voltare nella direzione dalla quale vengono emesse, è evidente che, come abbiamo detto, devono possedere una qualche forza (la forza, appunto, elettromagnetica, o una forza la cui natura è ancora da individuare), ed il concetto di forza è legato a quello di energia; anzi, in alcuni casi i due concetti assumono lo stesso significato. Ora, Onde molto più potenti di quelle comunemente emesse non potrebbero avere abbastanza energia da poter in qualche modo influenzare la naturale dinamica degli oggetti? Ci riferiamo ovviamente ad un altro fenomeno paranormale, quello della Telecinesi, cioè la capacità di muovere gli oggetti con la forza del pensiero. Se Onde prodotte da un cervello comune, sfruttato come abbiamo detto soltanto per il 10 o 20 per cento delle sue potenzialità, riescono a turbare il protagonista del nostro primo esempio, potremmo supporre che se possedessero maggiore intensità, magari perché prodotte da una attività cerebrale superiore o anche per fattori naturali, potrebbero sviluppare un’energia ancora più potente e dotata di maggiore densità. Per cui la forza d’urto con la quale “investono un oggetto” dal peso limitato potrebbe determinarne lo spostamento.
Ciò potrebbe essere anche alla base di un altro fenomeno paranormale, tristemente famoso col nome di Iettatura o Malocchio. Individui che hanno dei complessi d’inferiorità verso le altre persone, o che, peggio ancora, hanno dei sentimenti d’invidia, possono consciamente o inconsciamente desiderare una sorta di “ridimensionamento del prossimo”, che accorcerebbe la distanza fra le due parti (cioè fra sé e gli altri), distanza generata dall’invidia e dal complesso d’inferiorità; in questo caso le Onde agirebbero affinché coloro verso i quali si prova invidia ed inferiorità, o il prossimo in generale, siano vittime di tutta una serie di “sventure” che farebbero a dir poco imprecare contro la malasorte. In che modo agirebbero? Magari generando un guasto di origine elettrica al computer che lo iettatore invidia ad un suo amico, oppure mandando misteriosamente in avaria la batteria dell’auto invidiata, poco prima che il legittimo proprietario tenti di accenderla, o ancora provocando un fastidioso mal di testa alla persona invidiata, e così via. Infatti se le Onde hanno il potere di turbare una persona al punto d’attirare la sua attenzione in una certa direzione, è anche plausibile supporre che possano anche provocare un mal di testa agendo sul cervello che le riceve. Recenti studi scientifici sembrano dimostrare che un’attività molto intensa di alcuni neuroni della corteccia cerebrale può innescare il processo del dolore, questo perché il cervello giudica anomala questa iper-attività, di conseguenza attiva i sensori del dolore come campanello d’allarme. La forza psichica ricevuta potrebbe quindi “sommarsi” a quella già prodotta dal cervello che la riceve, generando un’energia superiore alla norma che il cervello giudica come effetto di iper-attività, facendo di conseguenza attivare i sensori del dolore. È evidente, richiamando il fatto che la forza da noi teorizzata sembra agire inconsciamente, che l’operato dello iettatore avviene inconsapevolmente.
Come detto, potremmo ritenere che non tutti i cervelli umani captano le Onde esterne allo stesso modo, potrebbero quindi esserci individui più sensibili alla loro ricezione, individui che potremmo definire Sensitivi. In un luogo dove si è consumato un evento drammatico, come per esempio un assassinio, ci sarà stato sicuramente un rilascio di Onde portatrici degli stati d’animo della persona che verrà uccisa. Questi stati d’animo forti e drammatici verrebbero percepiti dal sensitivo, che avvertirebbe ciò che l’ucciso ha provato negli istanti precedenti il fatto. Situazioni simili accadono nel mondo animale mediante l’emissione di segnali di carattere chimico, i già citati feromoni. Come tutti noi sappiamo, è fuor di dubbio che il vivere eventi drammatici può influenzare negativamente o positivamente il carattere futuro di una persona, per cui lo stesso possiamo dire qualora si capta forza psichica con un così forte contenuto. Quindi un contenuto particolarmente potente può in qualche modo influenzare l’interiorità del soggetto ricevente, fino a causare degli improvvisi sbalzi di umore, o addirittura dei veri e propri shock .
Abbiamo a questo punto imboccato la strada che ci porta dritti verso un altro fenomeno paranormale, quello della cosiddetta Possessione, dove vediamo che il materiale captato può persino “radicarsi” permanentemente nel cervello ospitante, o quanto meno rimanervi il tempo necessario per influenzarne i pensieri, i sentimenti ed i comportamenti. Secondo la tradizione paranormale la Possessione si verifica quando un demone, o anche lo spirito di un defunto, si incarnano in una persona, attraverso la quale danno libero sfogo alla loro natura, per lo più perversa. Noi riteniamo invece che ciò avvenga quando un soggetto viene influenzato da Onde appartenenti a soggetti viventi, o anche morti dopo averle emesse; si, perché teorizziamo che esse possano continuare ad agire nonostante siano state emesse da soggetti poi deceduti. Ma procediamo con calma, servendoci di un’altra variante del mio primo esempio: immaginate che una frazione di secondo dopo aver emesso le Onde che andranno a turbare il soggetto B, il cervello del soggetto A cessa definitivamente d’essere attivo. Il drammatico evento avviene quando le Onde emesse stanno già agendo sul soggetto B. Quindi, sia pure per un brevissimo lasso di tempo, le Onde continuano ad esistere anche dopo la cessazione dell’attività della fonte che le ha generate. Ma è nostra convinzione che questo “lasso di tempo” non sia così breve come potremmo supporre. Queste Onde le definiamo “orfane”, poiché continuano appunto ad esistere nonostante sia sopravvenuta la mancanza di attività del cervello che le ha prodotte. Le Onde orfane potrebbero continuare quindi ad essere captate, per cui si può avere la sensazione (anche da qui per noi si ha il significato del termine “sensitivo“) di percepire la presenza di gente defunta. Abbiamo infatti visto precedentemente che lì dove si sono consumati eventi drammatici possono essere captate Onde che trasmettono ancora gli stati d’animo legati a quegli eventi, e tali Onde possono quindi appartenere sia a soggetti ancora in vita, sia anche a soggetti defunti proprio a causa di quegli eventi. È in questo contesto che possiamo incontrare un personaggio che nella tradizione del mondo paranormale viene definito Medium, cioè colui che ha facoltà di poter mettere in comunicazione il mondo dei vivi con quello degli spiriti dei defunti. È evidente che nella nostra interpretazione il medium sarebbe colui il cui cervello ha una particolare predisposizione nell’avvertire la presenza delle Onde, anche quelle dei defunti. Ma mentre secondo la tradizione gli spiriti dei defunti continuano ad esistere producendo nuovi pensieri e potendo sostenere un qualche “dialogo” con i vivi, lo stesso non possiamo ancora sostenerlo per le Onde orfane. Esse infatti potrebbero soltanto essere portatrici dei vecchi pensieri prodotti dalla fonte, cioè dal cervello che le ha emesse, e quindi nulla ci farebbe sostenere che possano rappresentare una forza autocoscienze e produttrice di pensieri e stati d’animo nuovi, cioè generati da sé e non dalla fonte. Se la realtà fosse questa, il nostro medium sarebbe in realtà un semplice sensitivo, dovendosi inchinare davanti all’impossibilità di poter far dialogare i vivi con le Onde dei defunti.
Quando parliamo di “Onda potente” intendiamo che il suo contenuto può influenzare più o meno violentemente un determinato soggetto ricevente, ma non necessariamente un altro. In altre parole essa potrebbe turbare un soggetto sensibile a quel contenuto, ma difficilmente un soggetto che a quello stesso contenuto sarebbe indifferente. Nel momento in cui questa Onda viene inglobata da un soggetto, nulla fa però supporre che il suo potere su di esso rimanga costante col trascorrere del tempo. Potrebbe infatti essere soggetta ad un lento dissolvimento, soprattutto se la sua fonte, cioè il cervello che l’ha emessa, non si trova più nelle vicinanze del soggetto ricevente. Se invece il soggetto-emittente si trova costantemente nei paraggi del soggetto-ricevente, il suo dissolvimento risulterebbe rallentato, in quanto rinvigorito dall’arrivo di Onde aventi lo stesso contenuto, sempre che il soggetto-emittente continui a produrre quei pensieri. Un fenomeno, quello della Possessione da parte delle Onde, che si può sviluppare quindi in diverse varianti. Rimanderemo ad una versione più elaborata di questo studio l’analisi di queste varianti. Sempre secondo la tradizione paranormale, gli individui posseduti subiscono anche dei cambiamenti nelle loro fattezze. Essendo spesso l’espressione del viso il riflesso della propria interiorità, è evidente che l’ingresso di Onde provenienti dall’esterno potrebbe creare, come abbiamo detto, un conflitto interiore, e questo potrebbe riflettersi sul viso del soggetto, cancellando la serenità che esprimeva fino a quel momento. A questo punto basterebbe davvero poco per spiegare quel fenomeno chiamato Reincarnazione. Per la verità questo argomento lo abbiamo già toccato senza che ce ne rendessimo conto nel momento in cui abbiamo parlato di Possessione ed Onde orfane. Infatti nella nostra interpretazione questo fenomeno si verifica quando subiamo l’influsso di gente defunta, la cui dipartita può essere avvenuta prima (è questo il caso delle Onde orfane) o anche dopo che ne abbiamo inglobato il contenuto psichico. Quando in noi affioreranno dei particolari appartenenti al defunto (tratti caratteriali, cultura, storia personale, etc..) ci convinceremo d’esserne la reincarnazione. Togliamoci però dalla testa l’idea che se per caso acquisiamo apparentemente dal nulla conoscenze sulle strategie dei francesi a Waterloo, ciò vorrebbe dire che abbiamo inglobato le Onde addirittura di Napoleone. Con un po’ di modestia capiremmo che in realtà abbiamo inglobato il contenuto di quelle di uno studioso d’arte militare più vicino a noi nel tempo, e ovviamente anche nello spazio. In pratica la nostra interpretazione ridimensionerebbe il fenomeno della reincarnazione, fino a determinarne l’identità con quello della Possessione.
Abbiamo notato come in molti casi un argomento ne anticipa un altro, magari più complesso. Così dalla veggenza del nostro primo esempio siamo passati alla telepatia, da questa alla telecinesi, e così via. Quale potrebbe essere l’argomento successivo? Pensate un po’ alle caratteristiche delle Onde da noi teorizzate. Abbiamo visto che possono anche contenere i nostri stati d’animo, i nostri sentimenti, la nostra volontà, e quindi la nostra interiorità più profonda? Siamo quindi sul punto di potergli attribuire tutte quelle caratteristiche che sono proprie di quell’essenza immateriale che in ogni cultura umana viene definita Anima o Spirito; ma a pensarci bene non proprio tutte, infatti alle nostre Onde manca una qualità fondamentale: quella dell’immortalità. Infatti, benché abbiamo dimostrato che teoricamente possono continuare ad esistere anche dopo la morte di chi le emette, nulla ci fa però supporre il loro perpetuarsi nel tempo. Abbiamo infatti anche accennato al concetto del loro dissolvimento. La nostra visione dell’anima immateriale rimane quindi più vicina alle idee aristoteliche di un’anima la cui esistenza è dipendente dal corpo. L’anima nascerebbe nel corpo, e ne uscirebbe fuori tramite le Onde, con le quali si identifica.
Ma adesso, pur rimanendo nel campo della spiritualità, proviamo a spingerci ancora oltre, proviamo ad essere più audaci. Fino ad ora abbiamo visto le Onde come un qualcosa di individuale, di soggettivo, cioè come la manifestazione, l’effetto, di un singolo cervello. E se ne esistessero invece di collettive? Se le Onde generate dai tanti cervelli che condividono stessi ideali, stessi desideri, e stesse volontà si fondessero dando origine ad una sorta di super-Onda? Sappiamo che nelle culture cosiddette primitive si crede nell’esistenza di una forza invisibile ed impersonale chiamata Mana, che aleggia nella comunità e che può risiedere in particolari individui dotati di potere e carisma. Tipica figura dotata di Mana è lo Sciamano, o anche alcuni capi-tribù. Chi possiede questa “forza” è solitamente considerato tabù, e toccandolo si subisce una sorta di “scossa” che può attirare su di sé sventure o eventi positivi, dipende delle varie culture. Servendoci della nostra teoria potremmo vedere il Mana delle culture primitive come una forza collettiva generata dalle menti dei membri della tribù, i quali indirizzano inconsciamente la loro forza psichica individuale verso un soggetto che loro credono debba possedere quei poteri sui quali loro fanno affidamento; in questo modo loro contribuiscono inconsapevolmente ad amplificare poteri che quell’individuo prescelto aveva semplicemente allo stato rudimentale, come ogni altro membro della tribù. Adesso spostiamoci dalle culture primitive agli ebrei dell’Esodo: migliaia di persone unite dalla volontà di fuggire dall’Egitto e raggiungere la Terra Promessa; migliaia di cervelli che creano uno spazio ad alta densità di Onde portatrici di questa volontà, e che possano presumibilmente aver iniziato ad interagire tra loro; e siccome la volontà dominante del singolo doveva essere per lo più quella di fuggire dagli egiziani e ritirarsi nella Terra Promessa, potrebbe essersi creata, dall’unione delle tante Onde prodotte da singoli cervelli aventi lo stesso obiettivo da raggiungere, una grande Onda collettiva molto più densa di quelle individuali. Quindi il limitato spazio nel quale si propagano (tornando agli ebrei dell’Esodo, è presumibile che si muovevano insieme come un esercito, anche se indisciplinato), ma anche il fatto di condividere la stessa volontà e gli stessi desideri, faciliterebbe questo processo di fusione. Se gli ebrei dell’Esodo si fossero trovati dispersi in uno spazio molto più ampio difficilmente le loro volontà avrebbero potuto interagire fino a formare una super-Onda. Abbiamo rilevato quindi la possibile esistenza di un’Onda collettiva che è la proiezione inconscia della volontà e dei desideri della collettività umana che l’ha generata. Un po’ come molte divinità pagane, che sembravano essere la proiezione dei popoli che gli tributavano un culto. Un popolo guerriero e bellicoso si circondava per lo più di divinità guerriere. Del resto l’esistenza degli dèi sembra dipendere dal fatto che vengano adorati. Così come l’esistenza di quelle determinate Onde sembra dipendere da quella particolare volontà che le ha generate. Gli dèi che perdono i loro fedeli sono destinati a “morire”, per essere soltanto ricordati. Evidentemente la coscienza, i desideri, gli ideali di un popolo possono mutare, rendendo superati e anacronistici gli dèi che avevano generato.
Le speculazioni sulle eventuali caratteristiche di questa ipotetica Onda collettiva, e sui fenomeni che potrebbe generare, le rimandiamo alla già citata versione più elaborata del presente studio.
Adesso, prima di concludere, occupiamoci brevemente di ciò che potremmo definire come l’altra faccia della medaglia della nostra teoria. Abbiamo fino ad ora evidenziato l’esistenza di una forza che interagisce con la realtà esterna all’individuo che la emana. Ma sarebbe a questo punto superficiale non metterla anche in relazione con fenomeni ancora poco spiegabili che si possono verificare all’interno di ogni individuo. Uno di questi fenomeni è senz’altro quello dell’ Autosuggestione, la quale in taluni casi sembra manifestarsi con tale forza da riuscire a provocare degli effetti materiali chiaramente visibili. Ad esempio si è provato sperimentalmente che in alcuni soggetti la forza della suggestione è talmente potente che la certezza d’essere toccato da un ferro rovente può provocare una scottatura reale, anche se il ferro in realtà non era affatto caldo. Da qui potremmo proseguire per analogia, spiegando con la forza dell’autosuggestione fenomeni che si manifestano ancora con maggiore intensità. Potrebbe essere questo il caso delle misteriose stigmate riscontrate in alcuni mistici cristiani. Infatti come la certezza d’essere toccati da un ferro rovente può provocare la scottatura reale (fatto empiricamente dimostrato), così la potentissima fede negli ideali cristiani potrebbe anche manifestare sul corpo di questi fedeli quelle ferite che furono del Cristo. Così facendo la forza dell’autosuggestione consente al fedele d’avere “Cristo in sé”, tramite quelle che furono le sue sofferenze fisiche. Ma gli effetti che questa forza può produrre sul nostro corpo ci inducono a meditare anche sulle sue possibili potenzialità terapeutiche, e qui riprendiamo la figura dello sciamano carico di Mana, che potrebbe riuscire a guarire la gente non soltanto grazie alle sue conoscenze delle erbe terapeutiche, ma anche per la forza psichica che gli altri membri della tribù gli trasmettono inconsapevolmente di volta in volta per delle finalità ben precise. Purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) nella nostra cultura moderna certe credenze sono state superate, per cui potremo forse sfruttare la forza prodotta dalla nostra mente soltanto se in futuro si riuscisse a sviluppare una tecnica che ci consenta di controllarla e sfruttarne scientificamente le potenzialità. Se può produrre delle scottature su un corpo, per quale motivo non dovrebbe anche guarire il corpo da alcuni mali?
Concludendo ribadiamo quanto detto all’inizio sulla natura della forza che abbiamo individuato e che è causa dei fenomeni fin qui descritti o almeno di una parte di essi, essendo innegabile che la nostra indagine è partita da fatti riscontrabili nelle vita quotidiana di chiunque per poi via via lasciarsi andare in intuizioni non ancora riscontrabili empiricamente. La conclusione è che si tratta di una forza probabilmente prodotta dal cervello umano, e che si potrebbe associare al fenomeno elettromagnetico prodotto dall’attività cerebrale umana. Tuttavia potrebbe avere tutt’altra natura, ad esempio chimica. A noi per il momento interessa soltanto averla individuata, ed aver intuito che possa essere la causa dei fenomeni descritti in questo nostro studio, o d’una parte di essi, fenomeni a tuttoggi non accettati dalla scienza ufficiale.