È COME SE… IL VENTO
È come se…
all’improvviso il mondo
col suo mistero
si svelasse.
È come se…
un suggello racchiuso
in uno scrigno,
si rivelasse.
Un germoglio del suo seme
si allieta,
l’onda del mare nell’ oceano
si dilegua,
similmente la sua anima ha ardito
dissolversi
ai confini del cuore.
Affascinato, un alito di vento
nicchiava,
nel silenzio
i turbinii del cuore avvolse,
tutti gli scricchiolii infranse.
Un guizzo. Tutto le strappò e
nel nulla fulmineo
scomparve.
HO PROVATO AD IMMAGINARE
Ho provato ad immaginare
una sorgente senz’acqua
un cielo senza stelle
un giorno senza luce
la luce senza il colore delle cose.
Ho provato ad immaginare
un lontano orizzonte senza confine
le onde del mare senza sciabordio
un tempo senza ieri, senza un oggi.
Ho pensato di raggiungere
la riva senza i sogni,
camminare sulla sabbia
senza le orme,
catturare l’attimo senza la poesia,
la nuda terra mi accoglie,
e nell’aria scende
un vuoto strepitante,
pungente, attanagliante.
Ho provato ad immaginare
il vento senza la sua carezza.
CADUCITÀ
Nottetempo un vento
impertinente
in sordina risonò
lieve, insinuante.
Un cigolio.
Tu, la sua scia segui e
da un infinito abbraccio
sei avvolto.
Pulsa frenetico il cuore,
il vento ti stordisce e
passa, affanni e profumi
di frutti selvatici
si porta dietro.
Caducità della nostra vita!
I tuoi versi
un lontano orizzonte vogliono
frugare,
fermare il
tempo caduco e crudele,
rivivere
le storie,
perché
incastonate siano
nel colore degli occhi del cielo.
LIBERTÀ
Libertà! ti penso e sei nel vento,
sussurro il tuo nome e
sei nel mio cuore.
Mi guardo attorno
nel fresco crepuscolo,
tutto ha un dolce sapore:
la via sussulta alla debole luce,
mani febbrili attraversano l’aria pacata,
il vecchio indugia e
tormenta la canuta barba,
spezzando l’aria e rimanendo immobile.
Libertà! è bruciare nel sole,
è impregnare la terra, il selciato, le strade
del tuo suono;
è sentire il tonfo del sasso gettato sull’erba.
Libertà è l’anima,
nel silenzio assonnato, che
tesse gli ultimi voli delle nubi.
IMMAGINE
Eri schivo, affettuoso, inaccessibile,
vago cristallino.
Un respiro e fu vita.
Un attimo e fu tempesta.
Dove vi era oscurità, lì arrivò l’aurora.
Canto la giovinezza
sognante e tenebrosa,
una vaga luce avvolge
le notti d’inverno;
vorticoso il vento spazzò
la tua immagine.
Pigramente una rondine disegnò
una danza soave e straniera;
il tuo nome nell’incanto scomparve.
COME A VENT’ANNI!
Con audacia e veemenza tu hai baciato
come a vent’anni!
Che il suo cuore fosse tuo hai desiderato
come a vent’anni!
Il mondo
attorno
impallidiva.
Con seduzione inebriante ti sei avvicinata
l’ebbrezza di un volo hai cercato
l’immenso
hai sfiorato.
I palpiti del cuore invano hai nascosto,
invano la smania
hai frenato.
La fiamma svincolata dall’abisso
i tuoi sonni ha ghermito.
Sommerso fu il suo corpo veemente
le sue labbra trepidanti,
infrante
non hanno nascosto la profonda tempesta.