Fantasia
Ai limiti dell’arcobaleno
consumate ma non indolenti
mai le mie mani saranno
incatenate.
Non voglio giacere sbiadito
ai margini di campi desolati,
né smaniare per un faro
che illumini un successo ipocrita,
ma come sparviero alto volare verso
il vero cielo e lasciare dietro di me
una scia d’oro.
Sentieri
Piena di luci e rumori e voci
è la strada e con nel cuore un unico
obiettivo lenta la piccola
lumaca la attraversa. Il lato opposto
è la meta ed energie eccessive
impiega secondo l’opinione
degli esigui passanti che la notano.
Ai loro occhi disumani un’impresa
sovrumana appare noia. Eppure lei
continua a strisciare cieca alle
critiche, ma non si avvede del veloce
veicolo che le taglia la strada e
la testa.
Il Colosseo
L’eco roboante dei passi
risuona per spettatori attoniti e
dalla meraviglia risorgono le
anime degli eroici furori.
Un anziano si specchia nell’arena
smagrita e vede il ritratto di un
passato che è vivo e ancora
insegna.
Fuori dalle mura incrostate di
storia nuove mani preparano rovine
di fili bruciati.
Dissonanze
Fermi su un terreno mobile,
accerchiati da colori insinceri,
accecati da astri spenti,
giganti in un formichiere,
tendono le braccia verso l’alto
e si credono non veduti da chi
incredulo dall’alto sorride.
Infiniti
A occhi chiusi e in silenzio
a tentoni cerca il paio di occhiali
adatto. Li trova, li indossa e poi
conta a occhi aperti: vuole giungere oltre
l’ultimo numero.
Ben presto la corsa si smorza e
la lucciola della speranza cade spenta
accanto all’ultimo parlante.
A giudizio
Al diritto azzimato spiace
il buon senso. Tutto cavilli e
clausole e codici che castrano
la semplice umanità.
Un’anziana è sfrattata per insolvenza,
un suo coetaneo ruba biciclette – ma
non quelle dei bambini – ed entrambi
rischiano reclusione e pregiudizio,
figli impertinenti di una legge
senza decoro.
Si presta allora fede a un verdetto
assoluto, ma a battere il martello
è una mano mozzata.
Uomini tradotti
Richiedono Umanità,
tanto frale e tersa
come l’acqua di un lago
ghiacciato che, lambita
dal soffio della speranza,
si sgretola rumoreggiando.
Ottengono compiacenza,
più invalida e inefficace
di quanto un’onesta
ipocrisia sappia dimostrare.
Muoiono muti,
in un corpo bollato
come non loro, guasto
e cedibile allo sfascio.
La meta
Scarponi da neve,
guanti, pelliccia,
colbacco, zaino
ed è pronto.
Negli occhi riluce il messaggio
proveniente da un mondo sospeso
tra realtà e illusione, che disegna una
porta d’ingresso con un lapis d’acqua.
Il giocatore dà l’assenso con
l’indice della mano destra
consumato da un sogno.
[continua]