Un’automobile stava percorrendo una strada secondaria nelle vicinanze del tratto di Oceano Atlantico, definito Mar Cantabrico, al nord della Spagna, in una zona prevalentemente collinare e rocciosa.
Era un tardo pomeriggio primaverile quando il giovane signor Luce (nome di fantasia che indica la sua creatività e voglia di vivere intensamente) decise di avvicinarsi di più alla costa, scendendo dalle alture dei Monti Cantabrici nella zona orientale, dove i rilievi sono più bassi ma comunque ricchi di vegetazione.
Il sole splendeva ancora nonostante la variabilità della giornata.
Il finestrino dell’auto, un po’ abbassato, permetteva al vento di farsi sentire sul bel volto pulito del protagonista di quest’insolita avventura.
I suoi lunghi capelli castani ondeggiavano sospinti.
La musica, all’interno dell’abitacolo, si faceva sempre più suggestiva, evocativa e rilassante…
Ed eccolo ora arrivare in uno dei tratti di spiaggia, non numerosi, della zona.
La distesa sabbiosa appariva comunque abbastanza vasta, delimitata da selvagge dune con piccoli arbusti, folti cespugli e sterpaglie.
La sabbia veniva di tanto in tanto trasportata dal vento nelle direzioni più svariate, anche i gabbiani, alti in cielo o a pelo d’acqua, variavano zona alla ricerca di qualche piccolo pesce.
Luce posteggiò proprio in prossimità delle dune e si incamminò verso la battigia.
L’oceano appariva abbastanza calmo, le onde non erano alte.
Camminò per un po’ di tempo quando, preso dai suoi pensieri, si lasciò cadere a terra, osservando il cielo abbastanza sgombero di nubi e assaporando la tranquillità del momento.
I suoi occhi castano scuri si aprirono più o meno ad intermittenza per godere in pieno di questa situazione di pace e calma interiore quando, all’improvviso, sentì una musica particolare (forse già in parte sentita prima) e si vide in una strana situazione: stava infatti camminando in una vasta distesa sabbiosa.
Oltre a qualche ramoscello rinsecchito c’erano anche dei pini marittimi che si alternavano a gruppi di altre piante più basse, alcune di queste sembravano essere delle piante grasse con svariate forme prevalentemente allungate verso l’alto.
Avevano anche grossi fiori di diversi colori in sintonia con l’ambiente circostante.
Il terreno in prossimità di queste macchie di vegetazione era un misto in prevalenza di terra secca.
Improvvisamente Luce, nel suo avanzare verso la natura, sentì dei rumori particolari.
Questi si fecero sempre più intensi e, osservando sempre più attentamente, vide vicino a lui…
Aiuto!
Un poderoso leone dal pelo chiaro e dalla folta criniera, dallo sguardo fiero e gelido tanto da essere visto solo per un attimo.
Un ruggito poi… il buio.
Prima parte
Il giovane si riprese con il respiro ancora un po’ affannoso e si ritrovò sul divano multicolori di casa sua.
Anche in questo mobile c’era raffigurata la natura con foglie e fiori particolari.
La televisione davanti a lui era spenta e sul basso tavolino di legno chiaro vicino c’era un libro aperto che riportava proprio notizie ed immagini della zona dei Monti Cantabrici.
Chiaramente queste foto avevano ispirato la sua fantasia.
Luce era un sognatore e quando si trovava da solo, in tranquillità, poteva essere attratto da tante cose, persone o situazioni, per i suoi “viaggi” mentali, quelli che amava spesso fare perché facili, economici e affascinanti in tutto e per tutto.
Cosa ci poteva essere di più stimolante, per lui, di far quel che voleva, dove voleva, vedere quello che man mano la fantasia gli presentava, senza però oltrepassare quella barriera che è il confine tra la realtà e la fantasia.
Il leone di prima la rappresentava in pieno.
Comunque Luce aveva questa grande fortuna oltre ad una vita abbastanza soddisfacente anche se viveva solo: un buon lavoro, dei bravi genitori e un appartamento piccolo ma carino, arredato esteticamente bene.
Molte erano le immagini presenti in esso: dai suoi disegni incorniciati all’oggettistica variegata come i classici e raffinati piatti da sala, i vari bicchieri, le caraffe, gli animali in legno, le piante d’arredo ed altro ancora.
Era particolarmente felice quando poteva condividere il suo tempo libero con gli amici, la famiglia e le sue più svariate letture evocative…
Dal momento del risveglio si preparò con calma alla serata, fortunatamente era un tardo pomeriggio di una giornata non lavorativa, così aveva tutto il tempo per cucinare la sua cena e prepararsi per l’uscita serale già concordata precedentemente con un suo amico.
La meta della serata era già stata decisa perché, in una delle uscite scorse, era stato attirato da un disco bar, dall’arredo moderno e colorato, che aveva la particolarità di avere un grande video.
I due arrivarono successivamente in questo locale e l’atmosfera sembrò subito molto piacevole.
Stava sorseggiando un caffè quando vide un bellissimo paesaggio costiero frastagliato dove si infrangevano delle grosse onde, poi seguì, con lo sguardo, le variopinte imbarcazioni solcare questo mare agitato che pian piano, nelle riprese seguenti, si faceva sempre più calmo sino a favorire, in seguito, immersioni subacquee.
Stupendo fu, per Luce, immergersi con il pensiero nei fondali e osservare i colori dei vari pesci che man mano vedeva.
Il filmato poi si soffermò sulle spiagge più o meno affollate e sulle…bellezze in costume da bagno.
Luce era divertito.
Il suo amico, di poco più alto e di corporatura medio robusta, con capelli scuri e ondulati e viso tondeggiante, con accenno di barba, si fece qualche risata immaginando le situazioni più divertenti e osservò, con piacere, anche i repentini cambiamenti di situazione: ora, infatti, si vedevano degli anziani del luogo portare avanti le loro tradizioni lavorative ed artigianali tra le quali la lavorazione dei tessuti, degli alimenti, l’artigianato in generale, la pesca e altro ancora…
Si fermarono successivamente in un altro posto ma Luce aveva già in mente di andare a letto con un buon libro sul comodino per favorire il riposo.
Lo attendeva una dura settimana di lavoro e la seguente giornata festiva arrivava proprio come un toccasana e, anche in questo caso, aveva già pronto un piccolo programma.
Voleva fare una passeggiata in un luogo che lui adorava e che si trovava poco distante dalla città.
Era una zona collinare bellissima e suggestiva dove era solito immergere i suoi pensieri, ricaricandosi poi di energia vitale.
I boschi lo affascinavano tanto quanto il mare, soprattutto per l’alone di mistero in essi sempre presente.
Sono altri piccoli o grandi mondi dove vivono altre creature e dove la natura si manifesta in tutta la sua bellezza.
Seconda parte
Luce arrivò in prossimità di un punto panoramico situato quasi sulla cima di una delle colline citate in precedenza.
La distesa verde che aveva di fronte era notevole: c’era un vasto terreno erboso macchiato da alcuni petali bianchi dei fiori degli alberi presenti nelle vicinanze.
Più in alto un vasto bosco di castagni, faggi, querce e robinie si estendeva all’orizzonte.
Luce sentì subito rumori e odori caratteristici, vide i vari colori della natura, sentì il vento agitare le foglie e il dileguarsi dei piccoli animaletti presenti, incuriositi e allo stesso tempo spaventati dalla presenza di un altro essere ben più grande.
I colori erano meravigliosi, del resto era bellissimo apprezzare la bellezza circostante.
L’odore forte ed intenso della terra umida portava a pensare a tanti aspetti, primo fra tutti la vita che essa dona con il suo amalgamarsi con l’acqua.
Il sentiero che Luce stava percorrendo diventava sempre più piccolo e la vegetazione sempre più fitta, soprattutto quella formata dai bassi cespugli fra i quali i pungitopi, rovi e frasche di robinia.
I piccoli crepi sui ramoscelli e le orme sul terreno, prodotte dalle sue scarpe, segnavano il suo passaggio verso un percorso sempre più ignoto.
Lui avanzò sempre di più all’interno del bosco e l’armonia con la natura presente diventò sempre più intensa.
Ad un certo punto si sedette su una grossa pietra.
Essa era testimone immortale del passare del tempo, quest’ultimo segnato sulla massa rocciosa dal gocciolare dell’acqua piovana che lentamente, giorno dopo giorno, creava delle piccole cavità.
In quel momento fu proiettato, con il pensiero, indietro nel tempo, verso un’epoca lontana e buia risalente circa al periodo medioevale.
Era nei panni poveri di un viandante e proseguendo sempre più il suo cammino percorse un lungo sentiero in salita che lo portò in prossimità di un piccolo castello.
Una volta ripresosi da questo pensiero si mise a leggere la tabella con le immagini e la storia di questa fortezza e vide con molto interesse, facendo anche dei confronti con la storia locale, che essa stessa passò di proprietà fra i signorotti e la chiesa e fu poi distrutta da un incendio.
Luce si immaginò un attacco a questo castello per liberare qualcuno, magari una bella principessa dalle grinfie di un sovrano malvagio…
Al suo avvicinarsi alla fortezza fu raggiunto da una pioggia di frecce che lo costrinse a mettersi velocemente al riparo.
Improvvisamente notò che non era il solo ad essersi avvicinato.
Infatti c’erano altri uomini con corazze ed elmi, armati di lance, archi e frecce che stavano assaltando il castello.
Tanti di questi caddero colpiti dalle frecce dei fedeli del re ma poi, però, ci fu una loro risposta con torce e dardi infuocati.
A breve il castello prese fuoco e il barbuto e robusto re cercò di fuggire con l’esile e giovane principessa da un altro punto della fortezza.
Luce lo raggiunse e lo sfidò in un duello di spada, avendo in precedenza recuperato anche una corazza.
Dopo diversi incroci di lama, i colpi di Luce ebbero il sopravvento ed il sovrano si ritrovò disarmato.
Intanto, attorno a loro, ecco un fuggi fuggi generale e vari focolai che si stavano alimentando sempre più.
Il re ebbe tempo per fuggire e Luce ebbe la possibilità di avvicinarsi alla bella donna bionda che era stata rapita.
La liberò dai lacci che le legavano mani e spalle.
Sembrava meno spaventata di prima, i suoi occhi erano castani…
Cercò di soffermarsi sui lineamenti del viso di lei quando si ridestò del tutto e si ritrovò ad osservare il misterioso castello ed il bel panorama offerto da quel luogo.
Terza parte
Il lago verde.
Il mistero e la leggenda di strane apparizioni nelle vicinanze di un piccolo lago di origine vulcanica, circondato dalle verdi colline…
La quiete apparente del luogo fu interrotta dal movimento continuo dei remi di una piccola barca.
All’interno di questa imbarcazione, formata prevalentemente di legno colorato, Luce remava a piccoli tratti concentrandosi sull’ambientazione circostante.
Voleva raggiungere il centro del lago e lasciarsi andare ad un piccolo riposino, cullato dai movimenti dell’acqua.
Non c’erano tante altre barche vicine e la giornata, dapprima serena, si annuvolò.
Sembrava esserci anche un po’ di foschia.
Luce si fermò ed osservò il panorama.
Era sereno…
Ma tutto ad un tratto vide apparire una strana forma chiara.
Si soffermò sempre di più con lo sguardo verso questo chiarore.
La figura diventò sempre più nitida.
Incredibile!
Sembrava un volto umano.
Una folta chioma nera ondeggiava sempre più.
L’acqua diventò sempre più mossa fino a quando, nel viso femminile che si materializzò con l’apertura improvvisa degli occhi, comparve anche un accenno di sorriso verso di lui.
Luce, sbalordito e un po’ spaventato, ebbe un sussulto ritirandosi all’interno della barca che dondolò notevolmente.
Ad un certo momento ecco di nuovo la quiete e lui, con coraggio, osservò di nuovo l’acqua.
Non c’era più nulla.
L’inizio di un’altra settimana.
Un altro sogno…
Si trovava disteso nuovamente sulla sabbia e attorno a lui sentiva suoni e rumori prodotti dalla natura.
Questi, come una danza concentrica, si facevano sentire sempre di più nella sua testa.
Si girò di lato sulla destra e notò alcune conchiglie.
Si soffermò su una di queste, coloratissima e rigata nella sua struttura abbastanza grande.
Si concentrò su una sfumatura di colore blu e, all’improvviso, ecco che a questa se ne aggiunsero altre su uno sfondo tutto blu.
Blu sempre più intenso…
Ed eccolo immerso nell’universo blu.
Nuotando in quest’immensità si ritrovò parte di questo nuovo mondo, osservando attentamente la vita in esso che, in alcune zone, diventava sempre più vivace: infatti tante piccole macchiette scure assumevano via via sempre più intensità al suo avvicinarsi.
Il tutto quasi a tempo di musica, come se ci fosse un adattamento su una melodia immaginaria, leggera e perfetta.
Poi, risalendo un pochino, vide tante alghe verdi o rosse sospinte dalle varie correnti.
Talvolta le vedeva vicine, altre volte più lontane.
Anche queste parevano danzare.
Di tanto in tanto lo accarezzavano dolcemente.
Fu per lui una sensazione stupenda.
Quei gradevoli tocchi nel viso, soprattutto nelle guance, erano sempre più intensi.
Luce si abbandonò un attimo a questa piacevole sensazione e all’improvviso sentì il palmo e le dita di una mano.
Poi sentì anche l’altra mano nel fianco sinistro e poi un abbraccio frontale.
Ebbe un fremito che attraversò tutto il suo corpo, avvertì anche calore.
Aprì a fatica gli occhi, le correnti si erano fatte più intense come i vari filamenti neri, poi, improvvisamente, ecco una figura nelle vicinanze.
Sembrava umana.
Era ben visibile la parte superiore, sotto sembrava avere qualcosa di simile alla stoffa.
Era una donna dai grandi occhi scuri, visibili nitidamente anche sott’acqua, viso tondeggiante, labbra sottili, braccia esili ed il seno chiaro, roseo e bello come appariva la sua pelle.
Le risaltavano anche i bei capelli scuri e lunghi che pian piano lambirono il viso di Luce avvolgendolo sempre di più, anche in altre parti del corpo.
Lui cercò di divincolarsi da questa stretta sempre più intensa.
Nel suo sguardo la paura subentrò allo stupore e alla meraviglia.
Con forza e vigore si liberò da quella stretta e vide, al posto della donna, un’enorme piovra nera.
Cercò allora di nuotare via più veloce possibile quando prese coscienza del fatto di respirare sott’acqua.
Com’è possibile?
In quel momento si svegliò, nel cuore della notte, tutto agitato.
All’indomani sarebbe dovuto andare al lavoro e, così confuso, riprese lentamente a dormire.
Quarta parte
Dopo alcune battute veloci alla tastiera del computer, in ufficio, fissò il monitor quasi in dormiveglia.
Aveva appena finito di trascrivere una relazione lavorativa importante quando la sua attenzione venne catturata da una delle piccole immagini che aveva come icone laterali sullo schermo.
Questa raffigurava alcuni ovali colorati che lo portarono a pensare ai sassi belli e tondeggianti presenti nei letti dei torrenti di montagna.
Immaginò di percorrere un bel sentiero sterrato, in una splendida giornata di sole, con abbigliamento leggero ma consono al caso: pantaloncini corti, t-shirt a maniche corte, calzini leggeri, giacca a vento con cappuccio, scarponcini e zaino.
Questo sentiero era in salita e costeggiava un bellissimo bosco di abeti.
Il letto del torrente che aveva alla sua sinistra era completamente asciutto.
Luce voleva salire in altura sino a vedere il dirupo da dove il fiume aveva origine.
Non era, in quel momento, lontano da tale luogo, anche se lo zaino si faceva sempre più pesante ed il sole sempre più cocente.
L’acqua era il suo desiderio più immediato, fortunatamente ne aveva su una bella borraccia con rivestimento in cuoio marrone, tipica per le escursioni nei monti.
Faceva sempre più caldo e la sua vista, per un attimo, si annebbiò.
Decise di fermarsi e riposarsi e fu allora che si rese conto che nel bosco di abeti c’erano anche diverse immondizie che ne macchiavano la bellezza assoluta.
Ne fu disgustato.
Riprese fiato e ripartì proseguendo verso quell’ignoto percorso.
Finalmente, all’orizzonte, comparve la cima del monte ricoperta anch’essa di abeti da dove sicuramente, con lo scioglimento primaverile dei ghiacci, veniva incanalata l’acqua che formava il piccolo fiume, alimentato volta per volta da varie piccole sorgenti.
Uno spettacolo unico ed affascinante da immaginare.
Pensò di scivolare su di essa fino a valle.
Una sensazione meravigliosa.
Tutto ad un tratto fu interrotto da un collega che lo richiamò dicendo: “Stai sognando ancora?”.
Quest’ultimo sorrideva con fare sornione.
“Ma no, ero concentrato su questa cosa che ho appena finito di scrivere” rispose lui, cercando di nascondere l’imbarazzo della situazione.
Sì, Luce amava vedere il bello in tutte le situazioni possibili: nella natura, nel divertimento, nelle donne…
Un giorno fu attirato da un articolo che pubblicizzava delle feste in luoghi particolari.
Una di queste si sarebbe svolta in una grande casa di campagna di una provincia vicina.
Dalla foto questa abitazione pareva essere una via di mezzo tra l’antico ed il moderno, attorno aveva anche un bel giardino con diversi alberi e campi sullo sfondo.
Prese nota di tutto, anche del prezzo abbastanza impegnativo per parteciparvi.
A lui, comunque, l’aspetto economico interessava fino ad un certo punto, anche perché non si trattava di un evento tanto facile da ripetersi in un secondo momento.
Di seguito telefonò anche all’amico che era solito vedere in occasione delle uscite serali e lo invitò a cena per proporgli la cosa.
Gli fece vedere lo spazio della pagina nella rivista da dove aveva visto il tutto, anche la piccola immagine dell’abitazione che assomigliava molto ad un moderno agriturismo.
L’edificio era formato da tre unità abbastanza simili che sembravano collegate tra di loro da un porticato interno.
Quella centrale era la più grande e aveva tre arcate con due colonne portanti.
Le altre due parti avevano solo due arcate ciascuna con una piccola parete in mezzo.
C’era sicuramente anche un piano superiore, infatti c’erano tante finestre quante erano le arcate e tutte abbastanza grandi.
Il tetto era particolarmente ampio e leggermente più scuro della struttura della casa che sembrava essere in abbinamento anche con i terreni attorno.
Luce decise di mettersi in contatto, mediante posta elettronica, con gli organizzatori dell’evento e, così facendo, compilò di seguito un modulo virtuale con i suoi dati e quelli del suo amico che aveva accettato la proposta.
L’entusiasmo dei due era ovviamente alto anche se si trattava di aspettare la fine del mese seguente e Luce, nei giorni dopo, si vide già immerso nel bel mezzo dei festeggiamenti.
In quel periodo era particolarmente felice anche perché stava seguendo una bellissima rassegna di viaggi che documentavano le terre affascinanti dell’estremo Nord Europa e del Circolo Polare Artico.