Giulia Maria Barbarulo
L’ondivaga Felicità o dell’impossibile contagio
Eravamo là, tutti all’angolo della misterica via,
mendicanti col fagotto appeso al bastone.
La mano tesa, implorante,
questuanti della Grande Dea.
È apparsa, con la sua aureola
di fiori di fuoco, la Felicità.
Contaminami – le ho chiesto –
con la tua aura divina.
Imperscrutabile, fugace
mi ha gettato una manciata
di petali di carta,
fluttuanti come piume
nella tempesta di venti solari.
Come bianchi eriofori ondeggianti
al vento di maestro.
Solo un’imprendibile manciata
ed è passata oltre.
Francesca Corti
La sveglia della mattina
La nebbia della collina
Arriva la mattina.
Fredda e pungente
Colpisce l’animo sognante.
Quieta e silenziosa cammina
Tra le vie della cittadina.
All’improvviso le case sono
sommerse
Dalle solite sveglie avverse.
I sogni magici interrompe
E una nuova sorte soccombe.
Giorno non è giusto
Senza il suo frizzante gusto.
Penetra dalle nostre finestre
Con dolcezze maldestre.
Dura non molto quell’ ondata
Da tutti noi dannata.
E con grezze fattezze
Ci lascia alle nostre quotidiane sciocchezze.
Lorenzo Finucci
Morire,... dormire…
Percepisco carne esente da ogni
trabocco d’implorata esistenza;
ascolta ascolta… sono io
non motivare, resta fedele all’incanto
in cui si sferra l’attacco, perché ogni
presenza di te fatta persona
sarà prosciugata, perché ogni
tuo sbaglio in te fatto spiraglio
di rosa verrà omesso dal chiamarti
«tempra d’un isolamento», se al pari
col lamento di un angelo… perché tu
ed io siamo i primi ad aver visto
nel volto della luna la soglia
di una domanda che è stata
sin dal principio messa da parte.
Felice Di Maiolo
Imprevisto alla luna
Viaggio con la mente
a contar col dito
nello spazio infinito
le perdute stelle
Ma di quelle
nemmeno una,
forse son malate
e questa sera a ciascuna
mancherà la luna
A svelar questo momento
alla luna brillante
è il soffio di vento
all’improvviso nato
per quel preciso istante
«È l’imprevisto,
figlio del fato
a spaventar le stelle»
Vestito di temporale
si aggira tra questo e quelle
nel suo cappotto invernale
Spente, come mai visto
strette come sorelle
stanno il tempo giusto
per poi tornar brillanti e belle
Il temporale si allontana
e il domani sarà migliore
chiuso nella sua tana
ancora per poche ore
L’imprevisto, non ha vinto
Domani sorgerà il sole
e come in un dipinto
le stelle non saran più sole
E già nell’area si sente
qualcosa di strano
Se la luna non mente
vicino io sento già la tua mano.
Marco Frison
Equilibrio
Ritrovare l’equilibrio
interiore dei miei passi
che perdo di continuo
dopo questi sonni inquieti
e interrogativi;
navigare senza peso
in un plasma fluttuante
come sterne di mare
su gelide onde di vento.
Sfogliare le ore
nel dar loro
un senso ritrovato di ricordi,
colmare questi miei spazi
abissali, di penombra.
Trascinare questi arti
che come radici
mi trattengono
in un suolo mai visto,
mi affatico in una solitudine
abbandonata a se stessa.
Crepuscolo
Come potrò riconoscermi
da questa continua
e mutevole figura,
il crepuscolo mi confonde,
incontrando me stesso
tendo all’estraneo,
e schivo
mi allontano
come per paura.
Christian Testa
Notte d’estate
Apparentemente silenziosa
e nel suo inceder spesso insidiosa
è donatrice anche della pace
e dopo il giorno lentamente giace
accompagnata da melodie di grilli
appostati sull’erba e assai tranquilli
illuminata da fulmini lontani
e da sussurri di bimbi mussulmani
dominata sugli alberi dai gufi
che dell’arrivo del giorno sembran stufi
oh mia cara conciliami il riposo
mentre il cervello di ricordi sembra esploso.