Gaetano Coscia
L’amore
tu, donna di pura bellezza senza sfoggio
sul tuo collo, con timore, le labbra poggio
ti avvolgo le spalle
ti sento così selvaggia, così ribelle
sento il tuo seno pungermi il petto
dal tuo corpo mi sento sorretto
l’alito che si scalda in un corpo vibrante
la sento, come ostia consacrante
forte il brivido
sul mio animo impavido
eterno il fragore del cuore
il tuo sudore? il mio liquore!
i tuoi piccoli baci come fulmini
mentre il ventre mi illumini
sento scivolare le tue carezze come un velo di seta
tu immensa, tu segreta
godiamo del nostro onore
tutto, durante il nostro amore
Maria Gabriella Lusenti
Amare il mare
Il sole alto e lucente s’inchina a salutare il mare
Creando bagliori accecanti.
Il vento caldo e deciso spinge con ritmo regolare le onde
Che versano a riva una leggera schiuma bianca.
Resti di conchiglie e alghe inventano sagome buffe
E le disegnano sulla battigia.
Il mio corpo dorato scivola nella bianca rena,
Chiudo gli occhi, riaffiorano in me piacevoli
Sensazioni di un passato giocoso di bimba.
M’immergo nell’acqua, un brivido freddo mi pervade,
Il mare m’avvolge in un dolce abbraccio,
Mi trascina con sé
Ed io, libera e leggera penetro in lui,
Insieme diventiamo una cosa sola.
Al tramonto della vita
Corpi inermi e invisibili
in letti bianchi e metallici
anelano,
con occhi velati
e flebili respiri,
ad un tenero gesto
come leggera carezza
o dolce sorriso.
Di malinconia sospesi,
tra passato e presente,
riposano
tra odore di farmaci
e si risvegliano
con smorfie di dolore.
Insicuri e fragili
sperano
di avere accanto,
nell’ultimo incognito attimo
una mano da stringere.
Giampiero Mastrigli
Opera 2^ classificata
Gocce salate
Gocce di solitudine
si perdono
nel mare del silenzio
con l’acqua
che rimane
salata della vita.
Un sentiero abituale
Il silenzio della rugiada
lo sguardo del muro
il respiro dell’albero
la luce della città
ombre di uomini
camminano
lungo un sentiero alboreo
tra l’armonia di un insolito comune
e la melodia di una singolare natura.
Paola Salvatori
Sorgente di vita
Avvenente dea dalla chioma lucente
rigata dal fango di remote ferite
affiori dalla polla evanescente,
maestosamente fulgente.
Eccoti, imperiosa, raggiante di sole!
Bellissima ninfa,
dagli occhi di cristallo
coronata da petali bianchi di mirto,
ti guardo dentro lo specchio di una fonte
ebbro da pensieri profumati di pace.
Bellezza divina dalle labbra mielate
accenni un candido sorriso
sgorgando zampilli di parole
che fluttuano roteanti come perline
nel luccichio dell’onda dei ricordi.
Leggo sul tuo angelico volto
la saggezza interiore
scolpita dalla voce emozionante del cuore.
Un rotolio di nettare
ti nutre di talento
schizzando felicità
dalla luce radiosa
della tua nobile anima.
Un incanto è il tuo amorevole corpo
vestito di purezza,
spumeggiante d’eleganza,
come un candido cigno
tra giochi d’acqua vaporosi
e brindisi d’ambrosia.
L’universo ti mira e ti plaude,
leggiadra venere di eterna giovinezza,
limpida sorgente di vita!
Roberto Drioli
Opera 1^ classificata
Vienimi a cercare
Vienimi a cercare
quando il mare
ha il colore del vino;
vienimi a cercare
nell’aria che profuma di timo.
Libera il tuo corpo
al vento che scioglie
ogni pensiero,
ti coprirò con petali
di biancospino
berrò i brividi della tua pelle
con labbra di farfalla.
Fiorella Naldi
Opera 1^ classificata Trofeo Donna
La carezza
Ti ho visto.
Senza volere
nel silenzio di uno sguardo
ho rubato il gesto
che le hai dato.
M’è sembrato il tocco di un uomo innamorato
che delicato sente il volto di chi ama.
Lieve
ignaro d’esser visto
ti ho osservato.
Chino, rapito,
accarezzar la neve.
Giampiero Mastrigli
Opera 2^ classificata
Gocce salate
Gocce di solitudine
si perdono
nel mare del silenzio
con l’acqua
che rimane
salata della vita.
Un sentiero abituale
Il silenzio della rugiada
lo sguardo del muro
il respiro dell’albero
la luce della città
ombre di uomini
camminano
lungo un sentiero alboreo
tra l’armonia di un insolito comune
e la melodia di una singolare natura.
Mario Corbetta
Opera 3^ classificata
Fra le tue braccia
Fra le tue braccia
Vi è il respiro
Dolce della
Notte d’agosto
Fra le tue braccia
Vi è il tepore
Del nido
Ancor caldo
Fra le tue braccia
La creatura da te nata
Ritrova il porto
Dall’acque chiare e chete
Fra le tue braccia
Il mondo cupo
Dei pensieri dannati
Ricolora di fiducia
Fra le tue braccia
Il profumo
Che solo
La madre possiede
Fra le tue braccia
I brividi della
Mia passione
Nel canto d’amore
Fra le tue braccia
Il sole e
La luna e
Il sale della vita
Fra le tue braccia
Voglio chiudere
Gli occhi
Quell’ultima volta.
Domenico Luiso
Opera 4^ classificata
Sale la sera
Sale la sera come una marea
e la mia casa solitaria naviga
tra le luci che si spengono nel cielo
deserto grande si fa immenso il mare
e il gemito s’accoppia col silenzio
si fa vela distesa ogni mio grido
e si fa breccia al buio questo mio corpo
viene la notte a strapparmi il cuore
e ha la luna coda di scorpione
per il mio petto esangue
oltre l’opaco la tua voce amica
è un indistinto nugolo di piogge
sull’albero maestro il cormorano
tace ridendo come una bandiera
e noi che non sappiamo dove siamo
se solo il mare agita le braccia
una partenza una deriva astiosa
l’ignaro approdo a un porto già scoperto
sale distesa questa sera
e ha lampi di cenere
di grandini già spente
illimitata sera incastonata
sull’edere ricurva del mio letto
mi chiude gli occhi e sgretola la voce
alla deriva
ogni partenza è un gioco
di alfieri e di regine
e ogni approdo
è porto senza un re.
Antonio Paoletti
Opera 5^ classificata
L’anima
È una lama tagliente
l’anima,
passa il suo tempo
a sminuzzare il cuore,
a conoscerne il suo dolore.
Una rosa con le spine
è l’anima:
i suoi bellissimi petali
ne acuiscono il suo tormento!
L’anima respira
tra il mare e il cielo:
è come un gabbiano, come una rondine,
ed assomiglia ad un angelo!
Massimo De Mellis
Opera 6^ classificata
Il tempo non ha… tempo
Il tempo non ha tempo
finge solo di avere una misura
come se un bacio durasse davvero
un minuto e un affetto legasse
stretta una collana d’anni.
Nel tuo pensiero, perle lontane
sono qui vicine e lucenti
mentre l’istante appena andato
va a velarsi in una casa sul colle
come lontano ticchettio dell’orologio.
Lui è giullare dispettoso nel treno
che entra in una lunga galleria,
sembra non uscire mai alla luce,
fulmineo s’apre un punto chiaro
e tutto riprende colore.
Il tempo non ha tempo, ti prende
e vola via senza badare
che la valigia sia pronta
spavaldo ti trascina in riva al mare
o tra la stizza del temporale.
Dentro sempre fanciullo e nel sogno
cambi scena, commedia, stagione
quasi a piacimento o a soggetto
nel film evanescente tu sposti
come vuoi le lancette.
Siamo noi, ascolta, il tempo
un vascello che vaga
tra le onde dell’universo.
Gino Zanette
Opera 7^ classificata
Non vestirti di seta
Non vestirti di seta
O addobbi opulenti
Si sfalda anche il tuo tempo
In giorni e numeri
E un minuto è un secolo
E lo scoglio un granello
Di polvere bianca
Consumata dai venti.
Così un giorno è una madre
Che perde suo figlio
E ne nasconde il peso
Fra le pieghe di velluto nero
Della solitudine eterna;
Un giorno è solo in quell’ora,
Minuto, secondo
O solo una traccia di cielo
Che si adagia sul tumulo
Come sugli scogli i gabbiani
Un giorno è un amore
Tessuto con rami di spine
Dove il tempo è un eccesso
D’attese e non si spezza
Mai per la noia, non ti lascia
Scampoli d’ombre
E sulla meridiana incrinata
Solo il passo leggero delle nuvole
Guiderà le piogge di primavera.
Non vestirti di seta
O addobbi opulenti
Perché nuda ti coglierà
Nel sonno il primo scroscio.
Luigi Bernardi
Opera 8^ classificata
Nebbia
Nebbia fitta che m’avvolgi d’essenza
in questo mare mio della parvenza
dove mi porti?
Quali vani approdi
d’arcipelaghi deserti e manifesti
in altri spiriti significanti
lontani, vicini, prossimi
vaganti sulla scena
immobili sul filo del rasoio
o sulla trama d’un ragno.
Sperdute anime pellegrinanti
nel chiaroscuro d’inveterati microcosmi
d’umanità rapita alla gratuità
del nascere eventi.
Quali rivendicazioni della creta
in vortici irrefrenabili di luce
che rimandano al turbinio di sogni
in segni di realtà mutante
e digradante
dove nascono magie di perché
e desideri inconfessati
di ricreare la scusa di un sé.
O mio aereo, trascorso strumento
il vento si porta un lungo lamento
c’é un oggi e un domani
nel cielo che chiede
di togliere nuvole e nebbie soffuse
di far trasparire per sempre alla fine
quel tratto perduto d’un raggio di sole.
Roberto Litterotto
Opera 9^ classificata
Solitario sopra il monte
Solitario
sopra il monte
sogno,
il mio tempo
e i miei ricordi…
Mille istanti,
mille occasioni
vissute col vento in faccia
e il sole negli occhi…
Spesso battuto,
mai vinto!
Altre, sorridente
e fiero,
sempre ben saldo
con i piedi a terra.
E vivo,
ancora e sempre,
la vita come un dono,
come un sogno
infinito
nei piccoli eventi
del quotidiano.
Giovanni Formaggio
Opera 10^ classificata
Radici
Dove il vento porta onde di mare
sul grano macchiato di rosso
tra mura antiche
bagnate dal sudore degli avi
sono nato.
In città
ho portato arcobaleni di speranze
ma costellazioni di finestre
hanno ingoiato i miei giorni
arrotolato i miei anni
in un gomitolo senz’anima.
Dov’è la libertà
se non puoi vivere nel cortile
che ha raccolto i tuoi primi passi
dove la mano di tuo padre ti spettinava i capelli
e il sorriso di tua madre
aspettava il tuo ritorno da scuola?
Tempo
porta almeno queste foglie d’amore
là dove un fiore di campo
fa da sentinella chi mi ha dato la vita
su quelle pietre
sfiorate dai tramonti ramati della mia terra.