Carlo Pedretti, di origine bergamasca, ha vissuto a Milano, prima universitario poi ingegnere all’Ufficio Tecnico del Comune. Niente ha in contrario a che POESIA sia di contenuta individualità e rifletta i motivi più riposti e segreti del proprio sentire e del proprio cuore: ciò è anzi essenziale, prima ancora che naturale è esistenziale.
C’è tuttavia una SOGLIA alfine di separare la sfera del Privato-Privato, dal Privato rivolto al COLLETTIVO. Il superamento del PERSONALE, ancorché non banale, è necessario onde oltre andare l’inconsistente egocentrismo, il privato mero sfogo… D’altro canto, formalisti, puri stilisti, privi di funzione sociale e partecipativa, sono arzigogoli sfuggenti, vacui, inutili e vani.
Che POESIA sia puro sogno, memoria o idillio (questo sì!) lo è sempre stato, ovunque ed in ogni epoca.
Personalmente considera attuale e valida anche un’ARTE e POESIA arma rivolta contro… soprusi, violenze, guerre, e quant’altro.
Poesia d’impegno, dunque! Civica e Civile.
Nel mese di dicembre 2014 ha pubblicato con la Casa Editrice Montedit la seconda edizione del libro Aridi versi