Alessandra Alto
Quel giorno è arrivato
e pian piano ti perdo,
diventi una foto,
diventi un ricordo,
che fa scolorire
anche quello che resta
di un sogno vissuto
e poi morso dal tempo.
Ma se chiudo gli occhi
ti vedo e ti sento
e posso stare
anche ore in silenzio,
basta volerlo
e senza un motivo
ho fra le dita
il tuo dolce respiro.
Allora va bene,
ma se poi mi sveglio
son prigioniera
del riso e del pianto
e questo lo so
può portare a un inganno,
pensare si possa
sognare in eterno.
Però se io guardo
lontano lontano
vedo me stessa
che tende la mano
e come d’incanto
tu torni vicino
e il tuo sorriso
ora è solo per me.
Michele Bruno
Alzheimer
(In ricordo di mia madre)
Di tanto in tanto, nell’abisso della mente,
Dove i ricordi plasmano mondi diversi,
Sprazzi di lucidità irrompono veementi
E ti restituiscono, per un istante, il tuo universo.Una valanga di immagini come in un
Film di fantascienza
Navigano nello spazio infinito
Dell’inconsapevolezza
E ritornano luoghi reconditi del passato,
Le gioie e i dolori, la paura e il coraggio
Di una donna cosciente,
E ti commuovi rivivendo le discese
Ardite e le risalite
Rimembrando il tuo e il volto dei tuoi
Cari e le loro voci
Mentre le lacrime scorgono verso i solchi
Del tuo viso,
All’improvviso si richiude il tunnel
Spazio temporale,
Dalla luce si fa ritorno alle tenebre
E l’arcobaleno diviene un buco nero
Che ti trascina in un universo ignoto.
Resti muta, immobile, assorta in un
Silenzio intriso di assenza
Senza sapere chi eri e chi sei
Fino a quando una nuova primavera
Riporterà l’azzurro nel tuo cielo plumbeo,
E intanto dopo l’alba si avvicina
Il crepuscolo del tramonto che
Annuncia la sera.
Paolo Calani
Il senso di un figlio
Nel buio e placenta, rumore d’amore,
imparo i tuoi suoni, mi nutro di te… da te.
Così Ti attraverso… e nasco… è luce, trafitto da tutto e da niente,
rumore di voce… odore di te, sapore di latte e madre.
Io sono meno di niente, e Tu sei il mio tutto,
mi aggrappo alla carne, anelo i tuoi occhi…
Vivrò se vivrai, vivrai se vivrò(?),
mollusco e conchiglia, indissolubilmente…
Crescerò, solo se vorrai e non avrò altro Dio,
ma se dovrò… morirò d’amore, ogni volta…
Rinascerò, solo se vorrai, e non farò rumore…
solo poche parole… per Te, solo le migliori.
E sarò uomo e bambino, prima uomo… forse bambino,
e la mia voce sarà forte e non avrò paura, mai.
Ti guarderò e se nei tuoi occhi-specchi vedrò dolore,
non aver paura ti salverò, capirò come fare, non temere…
Mamma…ho capito il tuo dolore…il suo viso, nei tuoi occhi-specchi,
ha il mio nome… Dolore… ed io che pensavo d’essere Amore…
Scusami Mamma… solo ora ho scoperto il NON-senso di ME per TE,
solo ora ho capito il mio senso… di colpa…
Elisabetta Darida
Lei è
Lei è
Luce che abbaglia senza accecare
Notte che avvolge ma non spaventa
Fuoco che arde ma non distrugge
Acqua che disseta senza travolgere
Lei è
Vetta da scalare e profondità da esplorare
Steppa senza confini e foresta senza insidie
Oasi del deserto e sabbia delle dune
Oceano di amore e roccia calda di sole
Lei è diamante di integrità e abbraccio di compassione
Lei è
Porto sicuro e mare impetuoso
Fiume generoso e torrente scosceso
Ruscello argentino e pozzo per la mia sete
Vento sopra il viso e sale sulle labbra
Lei è abbraccio che protegge e stretta che non costringe
Forza e dolcezza
Riso e pianto
Lievità e riflessione
Lei è
Parco giochi e fuoco d’artificio
Fucina ardente e ozio non ozioso
Lei è parole silenziose ed eloquente silenzio
Lei è me e non me
Lei è
Tutto questo e molto più
Che non ho parole per dire
Lucia Donati
Abbaglio
Mi muovo piano, fuori dal tempo, fuori dalla realtà
Mi sposto nel buio, barcollando qua e là
Cerco di percepire lo spazio intorno a me
Facendo dei piccoli passi, senza metà, senza un perché.
Il vuoto mi circonda, mi circonda l’oscurità
La mia mente vaga, senza uno scopo, senza un’età
Dispersa in questa fitta trama mi sembra di annegare
Mi perdo, mi ritrovo, quasi nella sensazione di galleggiare!
Poi, d’un tratto, un bagliore in lontananza
Che illumina, a poco a poco, la mia stanza.
In questa nebbia densa, il chiarore si fa spazio
E solo adesso mi rendo conto del mio profondo strazio!
Gli occhi bruciano di un dolore prepotente
Cercando di abituarsi alla luce, ormai presente.
Sento una lacrima che scorre pian piano
E un’altra che, d’improvviso, bagna la mia mano.
Piango. Singhiozzo. Ed è questa la mia liberazione.
Mi ritrovo inerme, grata per questa benedizione.
In totale estasi, completamente senza fiato,
ringrazio il giorno, che adesso è nato,
ringrazio i miei sensi risvegliati alla vita
il mio cuore che pulsa di una letizia infinita!
Ero cieca, questa è la verità,
in balia di menzogne e atrocità,
in balia di paure e sofferenza
che offuscavano la mia essenza
mi rendevano indifesa, priva di consapevolezza
indifferente alla gioia e alla bellezza!
Ma adesso, il tripudio pervade tutto il mio essere
E spazza via, come uno tsunami, quel malessere
Lava via ogni dubbio o timore
E mi risveglia alla bontà e all’amore!
Alessia Fasolato
Difese
Lasciarsi amare e poi riposare,
lasciarsi accarezzare e poi riposare,
lasciarsi guardare e poi riposare.
Fatica immensa
non innalzare difese,
per la vita che non è stata,
per la vita che è.
Difendersi dalla vita è un paradosso
perché è lei che vuole difendere te.
Terra
Rassegnati, nulla può cambiare attorno a te,
se non te stessa, per te stessa.
Il movimento non è permesso.
Tutto ciò è innaturale.
La famiglia una patria inespugnabile,
su cui germogliare con furore
appena il calore rende la terra ospitale.
Angeli umani
Gli angeli sono senza sesso eppure sono seduttivi.
Gli occhi rivolti verso l’alto,
il braccio e la mano sorreggono il mento,
sembrano dirti “fermati un attimo e
ascolta,
ascolta se il tuo cuore (dolore) viene ascoltato,
forse chissà non sei mai stato amato,
ieri,
oggi: lascia spazio”.
Luigi Umberto Giacomuzzi
Diagnosi di morte improvvisa
«Cadavere di sesso femminile.
Giace nuda sul tavolo anatomico,
polmoni e cuore riposizionati
per inidoneità di donazione.
Prelievo di cute per donazione.
Coronaria discendente anteriore,
tratto medio, infiltrazione emorragica.
Prelievo di parete per esame… »
«Morte improvvisa per dissecazione
del ramo discendente anteriore
della coronaria di sinistra».
Questo recita la diagnosi autoptica,
ma una giovane donna non c’è più
ed io mi struggo disperato e solo.
Laura Marotti
Non escludo
Non escludo
Il ritorno e l’inizio
Non escludo
Il perdono, il ripensamento, la deviazione
Non escludo
Sguardo indietro e occhi al cielo
E sorprendere dipinti sospesi:
la luna di Van Gogh,
le stelle cadenti di Mirò,
la volta stellata di Giotto.
E trovare
Mascherine usate gettate a terra
Bidoni rovesciati
Foglie spezzate
Nidi aggrovigliati
E udire
Miagolii strozzati
E grida lacerate
Vita che soffoca
Vita che nasce
Luce che illumina e tradisce
Speranze di gioiosa e lacrimosa
Rinascita
Paola Paudice
Opera 4^ Classificata
Malinconia
Ho imparato a leggere
Fra le righe dei miei pensieri
E seminato gusci
di ricordi
sui ciottoli della mia infanzia.
Ho inseguito la felicità
Fra i contorni di una pallida notte
E pescato suoni
Logori e stanchi
Dai cespugli della memoria.
Ho appeso timide facce
a un chiodo
e cantato la luna
in uno specchio di giada.
Briciole
C’è un pizzico di poesia
in una luna di carta
rannicchiata nel vetro,
in una tazza chiacchierina
dal tocco sbeccato,
nella tiepida innocenza di un mattino autunnale.
Tocchi di giada avvolti dal silenzio,
fragili sorrisi smarriti nel vento.
Nelle veglie di notti insonni e profumate,
i pensieri si rincorrono come nuvole ubriache.
Saverio Rosso
Scorrono i carpini
Scorrono i carpini lungo questo ipnotico viale
tra effluvi di melanconiche note
che scalpicciano ieratiche liturgie di ricordi…
conficcati negli anfratti del cielo
sgretolato da mille aurore boreali mai viste
protagoniste smagate di salgariane avventure.
Occhi pregni d’inane compassione
tentano di lenire invano le balze del mio dolore
che s’arrampica sulle scogliere del tempo
madide d’amare stille ed ammorbanti copioni.
Agogno ogni giorno la tua forza
agogno ogni giorno la tua lucidità
agogno ogni giorno il tuo equilibrio
agogno ogni giorno il tuo soccorso
agogno ogni istante il tuo amore perduto…
per sempre, Mamma.
Urla afone e soffocate
mi tagliano il fiato per interminabili secondi
di fronte a te bambina…bellissima:
lisci capelli ben pettinati con due piccoli fiocchi aerini
mi guardi in bianco e nero dai tuoi dieci anni
con quello sguardo serio, ma dolce
candidamente insciente
mentre la nostra tavola battezzata con lame d’odio
aderta a teatro d’assonanti complicità
troppo presto squarciate
si bagna ancora copiosa delle mie lacrime.
Giampaolo Selis
ciottoli
ciottoli fra scogli rotolano con antico ritmo marino
linguaggio d’universo che non si può spiegare
solo nel suo respiro sentirne il palpito
rotolano come attenuate voci ed umano è il sentire
si mescolano alle onde che li carezzano donandogli vita
come sereni testimoni di tempo della terra in memoria
nel naturale regno serbano loro storie
ed umano è capire nel saggio silenzio
la nostra parte di un tutto più vasto e più bello
umili ciottoli come noi
riflessione marina di riverbero affine
dormire di pensieri
dove vanno a dormire i pensieri
quelli stanchi
schiacciati nel tempo passato
vanno a riposare nei sogni
quelli miti
tinteggiati dal tempo che resta
vanno a celarsi fra stelle
quelle terse
illuminate dal tempo che le brilla
vanno a completare le nuvole
quelle soffici
cullati dal tempo che sfila
riposeranno con vuote conchiglie
sparsi fra sabbie che li abbraccia
lasciando all’animo fantastici suoni
Maggiorina Tassi
Opera 1^ Classificata
Non avrò paura
Quando sul mare infuriato
della mia esistenza, cesserà il vento,
non avrò paura del gran silenzio,
che arriverà dallo spazio infinito.
Nella calma ritrovata della bonaccia,
senza nessuna increspatura,
vedrò specchiarsi e sorridere
il cielo in tutta la grandezza.
È l’ora di tornare dove ero stata un giorno,
a misurare a palmi,il giardino ritrovato,
accarezzando piano l’ anima ferita,
spogliata dell’ inutile vestito.
Vedrò Colui che mi ha chiamato per nome
prima che nascessi,
Lo sentirò parlare sottovoce,
per non svegliare dal sonno le margherite.
Camminerò dove non serve terra
per poggiare il passo,
e il cielo senza fine
sarà unico tetto.
Porterò con me
solo pensieri d’ amore,
infilati con un ago e doppi nodi di fili
per non farli cadere.
Sarò vestita di luce, come cipria che indora,
sarò libera come falena,
felice di esser vissuta una sola notte,
lontano da tutti e vicino alle stelle.