Antologia delle più belle poesie del Premio I Poeti dell’Adda 2023

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia delle più belle poesie del Premio I Poeti dell’Adda 2023
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 48 - Euro 12,00
ISBN 9791259512796

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Antologia delle più belle poesie del Premio I Poeti dell’Adda 2023


In copertina: fall-3738162 – (License to use Pixabay License – Libera per usi commerciali)


Antologia delle più belle poesie del Premio I Poeti dell’Adda 2023



Riccardo Barranca

Novilunio

Perso nel ciclico desiderio,
scorgo rabbia velata dal riflesso
che acceca quel pensier deleterio
del nostro avvenir post decesso

Oh luna, che sfuggi a Thanatos,
dimmi se il patir questo dolore
non è preludio di quel tartaros
che, tenebroso, sussulta il cuore.

Dimmi, se abbandonarmi ad esso
o svelami ciò che dietro te celi,
ciò che tutto il mondo ha omesso.

Ora mi pongo a te senza veli,
bramoso di apprendere la via
o cullarmi in una dolce follia.


Fabiola Bucci

A te

A te,
non ti amo. Non ti bramo. Non ti penso.
Solo a sera, qualche istante
vorrei che fossi accanto
a sorreggermi la testa gravida del giorno.
Per te,
nutro solo tenerezza,
profonda e infinita.
Un senso di casa,
di vita.
Una casa fuggevole ed errante
confortante
che mi trova ogni volta che son persa.
Mi fissi,
quando rischio di sbiadire nel mondo.
Mi dai corpo,
come un bambino che soffia in un palloncino sgonfio.
E il silenzio è comprensione,
non vuoto, non mancanza.
Ma a te,
non ti amo.
Gioisco nelle tue cose belle,
nelle perle che mi dai.
Persino nei tuoi dolori
son felice
se mi inviti ad entrare.
Ti aggiusterei il colletto.
Ti passerei le dita tra i capelli.
Ti schioccherei un bacio ogni dieci passi.
Ma a te,
non ti amo.
Quindi non posso.


Alessandro Giacalone

Tutte le volte

Tutte le volte che ti ho baciato,
tutte le volte che non ti ho baciato,
Tutte le volte che ti ho abbracciato,
Tutte le volte che non ti ho abbracciato,
Tutte le volte che abbiamo parlato,
Tutte le volte che non c’ ero.
Ed ora, vorrei per una volta sola 
Poter risentire la tua voce 
Chiamarmi per nome.


Giovanna Miceli

Opera 8^ classificata

Sottoscrizione

qualcuno ha detto tutto scorre
e poi raccogliere i cocci
contare i passi scavati nelle pietre
misurare i tempi morti
gli spazi vuoti tra una parola e l’altra
la distanza tra me e te

mi faccio una promessa
respirare con gli occhi
riempire d’aria scarpe e ossa
crepitare tirare verso l’alto
stare appesa
a un filo di cielo
(eppure saperti sapermi chiara e intera
al di qua di occhi narici orecchie:
suono di luce che mi attraversa e nutre
mentre scivolo buia
su cerchi imperfetti)

ci sarà tempo – mi ripeto –
sarà il tempo della nuvola che passa
sospeso tra bianchi all’imbrunire

perciò farò del buio
splendido ammasso
su spirali di carta moschicida


Amedeo Millefiorini

Una voce nella notte

Nelle notti di inverno, a volte
fuori infuria un temporale
ed io stento ad addormentarmi.
Nel sibilo del vento
mi sembra di udire una voce
argentina, languida, suadente.
E’di una giovane donna
dai lineamenti del volto delicati,
la quale mi rivolge parole
che mi accarezzano lievi,
e in fine mi addormento sereno.
Al mattino, prima di svegliarmi,
mi abbandono a sogni struggenti
legati a un passato lontano e felice.
Poi mi desto di buon umore;
vado in soggiorno,
dischiudo gli scuri
e guardo fuori dalle finestre.
Piove ancora.
Tra le nubi plumbee
scorgo una fioca luminosità.
Penso fiducioso:
“Domani sarà una giornata
di sole”.


Marica Palmisano

Giù le armi

Mura che cingono imperi che guardano verso il dolore,
tiranni senza inibizione che scrutano un mondo che, per loro mano,
lentamente si spegne, lentamente muore.
Giocano con le anime privandole dei corpi
ignari del tormento, della croce, del martirio e della desolazione
a cui sottopongono questo povero creato indolenzito ormai dalla forza bruta.
Questi tiranni se non deporranno le armi
spegneranno l’umanità conducendola verso una landa arida e sconosciuta.

Anime sporche di verde, di soldi
Anime sporche di rosso, di sangue
Anime sporche di neri fucili
Anime sporche di altre anime

Creature
Strappate alla vita
Strappate alla terra
Strappate agli affetti
Strappate al futuro

Giù le armi!
le vostre mani son logore, macchiate e segnate ormai dalle vostre scelte.
Giù le armi!
È giunto il tempo di fermarsi e abbracciare il mondo che piange le lacrime dell’umanità.
I vostri atti tormenteranno per sempre le vostre coscienze
estirpatori di speranze
asfaltatori di esistenze
Giù le armi!
La vita è un soffio
L’inferno è vicino
Anche voi, miseri tiranni, dovrete piegarvi al vostro destino.


Saverio Rosso

Opera Segnalata dalla giuria

Chenopis atrata

OGGI. “Cigni neri” e spartiti perversi
veleggiano sopra nuvole d’enfatiche favelle che narrano speranze
sferzando il tuo viso segnato sospeso in questo plumbeo cielo
tormentato da un miscuglio di sofferenti cantilene
che rifuggono dagli anfratti contorti dell’insigne destino.

DOMANI? Fameliche masse senza strategia
serpeggiano infami tra distese di lava
che si tuffa spavalda nell’isterico mare
mentre folate di vento senza riguardo
ammantano d’intriganti essenze
l’immensa torre in quel futuro datato
ove minuscolo osservi una distesa senz’anima
rincorrendo te stesso sull’orlo del vuoto.


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