Alberico Lombardi
Nove Marzo Duemilaventi
Ora sì che fa paura morire
temi il se e quando,
nel mentre il suono dell’autoambulanza
sibila un’andata senza ritorno.
Un altro cuore affranto
segnato d’unico pensiero,
di uscire così dalla vita
senza un perché ne come.
Strappato da chi si ama
senza l’abbraccio di un caro,
né un caritatevole sguardo
né il bacio dell’addio.
Non campane né corteo
né prete né orchestra che tenga,
solo lei fredda scostante sirena,
compagna nel breve solco del dolore
tra la vita e l’eterno Amore.
Aurora Nocentini
Opera 5^ classificata
La Luna Sul Ramo
In questa lunga notte silente,
come in quel tempo lontano,
la luna dolcemente
si adagia sul ramo…
………
Finita la scuola, nella bella stagione,
noi andavamo, con grande emozione,
lasciandoci alle spalle la città,
nella vecchia casa del nonno
a “respirare” aria di libertà…
Alle prime luci del mattino,
al risveglio del nuovo giorno,
l’odore intenso del glicine e del bianco gelsomino,
il buon profumo del pane appena cotto in forno,
dei biscotti, delle ciambelle, delle crostate…
E, con le labbra vermiglie, ancora inzuccherate,
nel cortile, all’ombra del verde pergolato,
le nostre grida gioiose, le nostre allegre risate…
E, in mezzo al fieno appena tagliato,
con le ginocchia dolenti, tutte “sbucciate”,
i nostri giochi avvincenti, le nostre corse sfrenate,
verso i prati fioriti, verso i campi infiniti,
nel sole cocente, nel soffio del vento
fino alla fine del giorno, fino al tramonto…
E al calar della notte oscura,
al lume delle lucciole nel prato stellato,
al canto dei grilli sull’albero argentato,
alla luce della luna adagiata dolcemente sul ramo,
noi, smarriti, incantati, insieme intensamente sognavamo…
E, in questa lunga notte speciale,
ho voglia di ricominciare a sognare,
di ritornare a “respirare”,
di ridare sapore, colore
ad ogni mia giornata.
Ho voglia di far rifluire
Ogni attimo della mia vita.
Saverio Rosso
Scorrono i carpini
Scorrono i carpini lungo questo ipnotico viale
tra effluvi di melanconiche note
che scalpicciano ieratiche liturgie di ricordi…
conficcati negli anfratti del cielo
sgretolato da mille aurore boreali mai viste
protagoniste smagate di salgariane avventure.
Occhi pregni d’inane compassione
tentano di lenire invano le balze del mio dolore
che s’arrampica sulle scogliere del tempo
madide d’amare stille ed ammorbanti copioni.
Agogno ogni giorno la tua forza
agogno ogni giorno la tua lucidità
agogno ogni giorno il tuo equilibrio
agogno ogni giorno il tuo soccorso
agogno ogni istante il tuo amore perduto…
per sempre, Mamma.
Urla afone e soffocate
mi tagliano il fiato per interminabili secondi
di fronte a te bambina…bellissima:
lisci capelli ben pettinati con due piccoli fiocchi aerini
mi guardi in bianco e nero dai tuoi dieci anni
con quello sguardo serio, ma dolce
candidamente insciente
mentre la nostra tavola battezzata con lame d’odio
aderta a teatro d’assonanti complicità
troppo presto squarciate
si bagna ancora copiosa delle mie lacrime.
Marina Enrichi Cariolaro
Opera 3^ classificata ex aequo
E tu sei nell’alba
E tu sei nell’alba
che mi culla dal sogno
e deposita a riva
il risveglio..
Onde piccole adagiano
il respiro del mare
a lambire
il mio corpo..
E così lentamente
apro gli occhi
e ritorno
a incontrare la vita
giorno e giorno
dopo giorno…