Opere di

Maria Rosaria Virgallita


IL MARE ALLA FINESTRA

In queste sere di solitudine
trovo il mare alla finestra…
Immagino.
La bassa pianura diventa oceano blu,
illuminata da lampi all’orizzonte,
e le grandi e maestose Alpi diventano l’infinito cielo blu notte.
Non c‘è niente.
Guardo e solo tetti di case vi appaiono
eppure vedo il mare, vedo te.
Non c‘è niente,
ma la mente va e arriva fino a te.
E la mente rinviene
alla silente brezza dell’ultima estate
e a quel silente brivido di dannazione eterna.
Ricordo quando t’ebbi innanzi
il fuoco bruciava scoppiettante
e attraverso il fuoco intravedevo i tuoi occhi cristallini e pieni di mistero;
atmosfera di paura, vaniglia e tanto tremore,
il mare innanzi a noi e l’oscurità tutt’attorno.
In queste sere di solitudine
non v‘è altro che il mare alla finestra,
nella mente i ricordi lontani,
chiudo gli occhi e il mare appare.


BOSCO DI NOTTE

Di notte d’estate
il bosco fa paura.
Capanno buio fanno i faggi
protezione e mistero.
I fanali illuminano il sentiero
dentro il bosco,
sembra
ci siano fiere che ti guardano
e scender vorresti a piedi nudi
distendere sul fogliame
volere libertà.
La radura dopo il bosco
di notte d’estate
fa ancora più paura;
non protegge
non nasconde
dal pericolo che sei.
C’è un sentiero
e di notte d’estate
fa paura,
illuminato dalla luna
ti ricorda libertà.
Ma è quel bosco
che ti chiama
d’estate di notte
a percorrer a piedi nudi,
col tuo sguardo sul mio corpo
prendo la tua libertà.


MOSAICO

Meretrice o donna che sia, ti
Ostini ad annunciare
Sospirati
Amplessi nel freddo di una stanza,
Incapace di pretendere e
Curare le tue ferite.
Oggi è l’ora. Mosaico.


LUNA

Lussuriosa
Ululi quando
Nuda ti
Aggiri intorno a me.


MARGHERITA

Nelle piccole distese,
nei più nascosti anfratti,
tra le pieghe di scaloni antichi
i fili d’erba son nascosti
perché è bella, lei è bella.
Margherita è il nome che le ho dato,
come il fiore,
come l’occhio che si schiude al mattino.
Ti avvicini
e di rugiada ti disseti,
con quel gambo sottile
che al tocco si spezza,
come la purezza,
come bianca neve.
Neri capelli ha Margherita
perché conosce cos’è il dolore,
ma di bontà infinita
non può che nascer fiore.
Piena di memoria,
la pelle bucaneve
mai di rinascer smarrisce.
E tu vorrai spezzarla
per un ingenuo “m’ama non m’ama”
ma lei ti amerà lo stesso
perché altro non sa donare.
Margherita è delicata
è sull’uscio di casa mia,
una lacrima di rugiada
e se la vedi la primavera è arrivata.


LE MANI DELL’ARTISTA

Di fugace memoria è l’artista,
non le sue mani.
Allo specchio il suo riflesso splende
innamorato di sé stesso.
Lo sguardo dimentico,
la pelle è che sente
gli odori,
gli amori,
quel fioco riverbero di vita che scorre.
Lo sguardo obliato
fugace si posa,
le mani sul foglio
inventan la tela.
Le mani segnate,
il tocco è gentile
deciso vi traccia destini, sventure e desii.
Le linee son solchi,
pieghe di vita,
si fan ombra
si fan materia
si fan sfumatura
al par della lettera, prendono vita col dolce sentire.


ANIMA INERTE

Meriggio e
Aurora in mezzo ai
Rovi
In
Autunno.
Rovente e
Oscura la mia
Sagace
Anima
Resta
Inerte e
Ama.



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