DE OMNIBUS REBUS ET QUIBUSDAM ALIIS …
… e a dire di tutto e a dire di altro
e a proposito di tutto e a proposito di altro
volere volare e restare sempre inchiodato
su una croce … uomo o donna … inspira lamentoso
respira inquieto … sospira il dubbio
e al calar della sera il silenzio inquieto
il giorno sfinito e le parole non dette …
… de omnibus rebus et quibusdam aliis
e a dire di tutto e a dire di altro
e l’errore promesso e l’orrore dimesso
e il dire non detto … il fare non fatto
scivolare dal cielo sino alla terra
e dalla terra al mare … sino all’abisso
e alle cervella malate e nell’ombra del fondo
e dalle cervella al cuore
e dal cuore all’anima … e dall’abisso equoreo
all’infuocato nucleo e … sono solo parole
mai dette … sono solo parole non dette
sono solo vendette mai consumate.
Udire canti per cielo … per mare … per terra
e un bimbo giocare … e un bimbo inspirare …
… e un bimbo soffiare su un fuoco di paglia
-che ci fa il garrire dei gabbiani tra la polvere
e il rombo di un motore squassato
e un battito di cuore innamorato?-
De omnibus rebus et quibusdam aliis …
e a dire di tutto e a dire di altro
e a dire di nulla e a dire per dire
sono solo parole … sono solo parole …
… le mani a tremare … lo sbigottire
lo smarrirsi tra la folla … tra gli sguardi …
tra l’abbracci festosi e festanti …
… ma che ci fanno i gabbiani sulle nostre teste?
E SE IN QUEST’ORA TARDA …
... mi venisse accanto altro pensiero bigio
che non fosse quello fatto già
quando lo stesso di sua tarda età
mi venne ancora giovane altrettanto ligio
sotto il verde e possente banano
che sol la scala in piedi sul suo tronco
il contadino al ramo monco
porse tirandolo dal braccio alla mano
appiccicaticcio e mieloso
il buccione duro e colorato e sempreverde
e immaturo frutto sperde
cappuccio a larghe foglie del mite e fresco ombroso!
Di su in giù a chiamare la contadinella
l’uomo forzuto e grezzo non giungere ora al cesto
urlare una bestemmia muta e lo sciocco gesto:
-… dai! Fai presto bella!
E ora scendere dalla scala un piede giù e l’altro
gongolare … di passo in passo …
… scivolare sulla buccia dopo aver inciampato sul sasso
lo sguardo vile e torvo e poi ancora scaltro!-
E se in quest’ora tarda mi venisse innanzi il suo visino
e non quello occhiuto e mesto
or a scorrere affannato e lesto
abbassare le palpebre ubriaco del vino!
Il sentir cigolare le cinture della porta
e correre al pensiero magro risolto
ancora dipingere i suoi occhietti in volto
e che della memoria nel fare scorta
il tutto perso e perduto
senso … melenso … incenso …
… la cenere sul capo … non senso
servire al sogno l’incubo sordo e muto!
Eccolo riapparire con in mano la scarpa rotta
ed era stata quella a tirarlo giù
e non il sasso … che a tenere il piede non aveva voluto più
e aperta la bocca in avanti aveva preso la botta …
… scesa la scala all’ultimo piolo al gradasso
errando … errando … era venuto
la barba sul capo canuto
e un altro … un altro ancora … il passo …
… il volto scavato … lo sguardo torvo
e se in quest’ora tarda la contadinella …
… corri … corri … corri bella
nella cesta non il banano … nella cesta un corvo!
A TESTA IN GIU’…
… con il cuore in gola
a specchiare su un lago di lacrime
l’anime perse … l’invisibile … immoto
il cielo … immoto lo sguardo
immoto il silenzio … il silenzio …
… a testa in giù e con il cuore in gola
il rumore e il sangue a scorrere a fiumi
o il verso diverso immerso nel senso
opposto … controverso …
… smarrire … dimenticare …
lo sfiorire di virgole e punti …
… il marcare di puntini di sospensione
il sospendersi … a testa in giù …
… e il cuore in gola … e lo sguardo
ceruleo e il cielo e la terra
e il limbo nonsense:
-quale vantaggio ha l’uomo che fatica
sotto il sole?
Una generazione va una generazione
viene … quale vantaggio ha l’uomo
che fatica sotto il sole?
a testa in giù … lo sguardo ceruleo
lo scendere e il salire … Maometto
non andò mai alla Montagna …
fu la Montagna ad andare da Lui!-
Ecco … lo specchiarsi in un lago di lacrime …
… ecco … vedere … non vedere
i piedi … le gambe … su … giù …
… vanità delle vanità: a che serve all’uomo
faticare sotto il sole …
una generazione va e una generazione
viene vanità delle vanità … tutto è vanità (?)
A che serve all’uomo faticare sotto il sole …
… la testa all’in giù … i piedi all’in su
una generazione è venuta … una generazione
è andata …!
l’anime perse … l’invisibile … immoto …!?
Immoto … l’invisibile … l’anime perse …!
A testa all’in giù … a gambe all’in su …
… la virgola non messa apposta
il punto a latitare … i puntini di sospensione …
immoto l’invisibile e l’anime perse …
… un girotondo … una canzoncina
una caramella …
… una bambolina
venite siori e siore … il non sense!
RACCOLGO LACRIME DI GIOIA …
… dai suoi occhi
da i suoi rocchetti colorati, ricami di sospiri
fili d’aria dalle labbra, a solleticare
le narici dell’anima mia, imberbe!
Sulla schiena china, i riccioli biondi
a scivolare dal capo, il mento al suo petto
poggiato, e lieve parvenza d’ali
e dall’ago alla tela, tirato sul cerchio. IO!
Giocare come un bimbo.
ludico! E l’aquilone di carta sulle palpebre …
… scemare e sulla spalla manca
una farfalla colorata … leggera …
… e sulla ritta spalla a pesare
il corpicino di un pettirosso …
… rosso come sangue … sulla tela
e il biancore scuro di chi ogni giorno
tramortiva senza amore …
… raccolgo lacrime di gioia dai suoi
occhi e le stille a riempire un bicchiere di sale
e di zucchero il suo sorriso nel divagare …
… un ricordo … un rimpianto dei suoi anni
e nel vederla … e nello sfiorare … e nello sfiorire
del silenzio
l’ago a pungere la tela … sulla spalla manca …
… il peso di un pettirosso
sulla spalla ritta la leggiadria di una farfalla
colorata!
E d’un raggio di sole filtrato dal vetro …
… dalla finestra al bicchiere … il segno
delle sue labbra di zucchero a sfiorare …
… a sfiorire … un bacio … una carezza
un fremito … un gemito … un sospiro
lo sguardo alzato sull’icona … una preghiera …
… sssttt …ttt … sssttt … il silenzio a far rumore!
Raccolgo lacrime di gioia
e in quello stesso cerchio … lei … l’ago …
… le sue dita … la tela bianca … rossa
il biancore candido del suo volto
il mento sui suoi seni … i capelli pettinati …
… il raggio biondo ad attraversare il vetro
della finestra … a cercare un angolo della stanza
sulla spalla ritta … una farfalla …
… sulla spalla manca … un pettirosso
sul suo collo candido … appeso il rosario!
E SE UN GIORNO …
… come Lei perdessi la parola?
Forse … come Lei … non andrei a dirlo
a nessuno …!
E se come Lei non amassi l’inutile iato
che circonda la parola?
Non andrei a far sproloquio d’essi o ancor
d’altri come essi!
E se un giorno m’accorgessi di cantare
come Lei in un coro che non possedesse voci?
Forse … come Lei … non andrei
a scriverlo sui muri ingessati di fango
scorticati dai graffi delle unghia
dei gatti in amore … amore … Amore
non verrei a gridarlo a Te Amor mio …!
Lo senti il mio silenzio? Sono urla di follia …
… ah! La follia che rima e rimane solo un verso
o un altro diverso da quello che Lei volle
disegnare su carta o sul cuore
di chi avrebbe letto … di chi avrebbe scritto
di chi avrebbe voluto scrivere
e non l’ha fatto! Non lo ha fatto così
come l’ho fatto io … che non sono stato io
a volerlo fare …!
E se quel giorno fosse già stato?
non di lei … forse … avrei parlato
ora e … prima di poi … o dopo di ora
che conosco la frustrazione che era stata di Lei!
Forse! Solo forse! Soltanto forse! Solamente forse
non sarei venuto
le sue labbra amare di fumo e di rossetto rosso!
Scrivo … presente … ho scritto … passato …
scrivevo … imperfetto … distorto … e se un giorno
prima che te n’andassi
come se n’andò un dì prima di Lei
il suo Dario … forse non l’avrei amata come l’ ami tu
tu che ami la sua follia che fu … e fuggi me
che non l’amai fin quando la sua carne
non divenne … non si sfece … non si mescolò alla cenere …
… ma che poi!Ma che dopo!Ma che quanto dalla cenere
venimmo insieme e alla cenere ritornammo!
Io … Lei … tu … l’altro … Alda … Dario …
… e se un giorno queste parole si mescolassero al cielo
alla terra … al mare … al vento …
… non verrei a scriverlo sui muri scorticati
dalle unghia d’altri gatti in amore …!
E DI QUESTO TEMPO …
… smorto e la mente a perdere ragioni
mai perdute! Ricovero delle paure
la maltrattata coscienza e … non sono Io
a scrivere d’un altro … ma l’errore è lo stesso
è lo stesso l’errore … l’orrore è lo stesso …
… vegna … vegna … diceva il gondoliere
all’impaurita animella e … non era gondola
quella … e non era gondoliere Quello
e non si faceva riconoscere … Caronte
sulla zattera! Canuto e in veste colorata
una maglietta a strisce … una striscia di tela
scura come caligine … il lenzuolo lacerato
di un demone … vegna … vegna … diceva
e ammansiva l’anima di colui che faceva Amleto
di nome! Di nome e di fatto … qualcuno
gli aveva dato quel nome … quel nome
gli aveva voluto dare e che se fosse stato (o no)
avrebbe maledetto il suo creatore …!
E di questo tempo smorto … Nessuno
a ricordare la sua Itaca … persa ogni ragione
persino Goya si sarebbe trastullato
nel dipingere un uomo stanco seduto sulla sedia
e con le braccia poggiate sul tavolo
e con il capo poggiato sulle braccia
e … tutt’intorno … e in quella stanza
un volteggiare di gufi e civette e lo strisciare di serpi
e serpentucoli …!Vegna … vegna … e la zattera
o il battello … o il battere dei denti … e l’anime
scheletriche a far festa e baldoria
in quell’inferno di fuoco e fiamme …
… in questo tempo pure il gran Maestro
dalla lunga lingua e dall’alta superbia
non sarebbe stato in grado di trovar parole …
… vile! Volo … velo … vale a dire … veliero
volare … volere spiegare ciò che è inspiegabile
raccogliere lo scempio dentro e fuori la scempiaggine!
In questo tempo … in questo luogo …
… e di questo dire … e di questo fare … e delle fanfare
e dei fanfaroni … e di tutto quello che sapranno dire …
… vegna … vegna … il gondoliere sulla gondola
la gondola sull’acqua … tra i canali … scivolare di parole
scivolare di sussurri … scivolare di sussulti …
… scivolare e scivolare e di questo tempo da Nessuno
a Circe … da Amleto a Goya … scivolare … scivolare …
… e perdersi in un mare di follia!
TRAFITTO E’ IL CIELO DEI MIEI INGANNI …
… saette ho visto nei suoi occhi
insonne ho urlato le fobie … le paure
i sospetti … i dubbi … i ricordi …
… il furore …! La lunga camicia bianca
stretta … legata sul corpo d’un uomo
demente …! Un “cielo di stelle” … “incomprensione” …
… “su un precipizio” … “smarrito” … avere letto
avere scritto … avere detto … avere fatto …
il fare … il dire … (c’è chi dice e c’è chi fa)
c’è chi legge … c’è chi scrive … chi s’arrampica
e poi scivola!
Mi fermo … fuggo … le scale … i marciapiedi …
… la strada … il passo incerto … la sabbia … la riva
la terra dei miei avi … il mare è lì …
… il mare volle inghiottire mio padre
e il mare è lì … il mare inghiottirà anche me …
… il mare inghiottirà il mio corpo
annegherà queste cervella sfatte … riempirà
i polmoni di sale! Il tempo di finire e sarò finito
il tempo di sfinire e sarò sfinito!
C’è chi dice … c’è chi fa … c’è chi legge …
… c’è chi scrive … c’è chi lega la camicia al corpo
c’è chi stringe forte la cravatta al collo … chi ragiona …
… chi sragiona … chi si perde e si ritrova
chi dipinge a tinte fosche … chi guarda e più non vede
chi scioglie lacrime a inchiostro
chi scioglie sangue a fango …! M’hanno rubato la gioia
e riempito d’illusioni la mente … il bimbo guarda
l’anziano non più …! AAAAAaaaaahhhhh …
… le onomatopee in cui mi rifugio diventano grasso
che cola e l’inciampo per l’Amico e buon maestro:
– Chissà se Egli … Lui … Esso … comprenderà …
chissà se Lui … Egli … Esso … riuscirà a comprendere
il suicidio?!
Ci sto pensando …! L’assassino … no!Non sarà il cameriere ..
… il maggiordomo! La badante … la tata … la balia asciutta
pigiano le meningi nel capo … pigiano l’uva i contadini …
… scrivono la storia i dotti e i saggi ma “che storia è questa?”
Son caduto … un giorno … e ho battuto la testa
“ all’improvviso l’ìncoscenza subito dopo la demenza”
e … il sonno della mente a generare mostri …!
Trafitto è il cielo dei miei inganni
trafitta + la vita dai miei anni
trascinonmi i miei malanni
l’errore … di voler sopravvivere … ancora un poco!
LASCERO’ DIETRO LA MIA OMBRA …
… passo … passo … nulla dovrà restare di me
sssttt … sssttt … sssttt … sssiiillleeennnzzziiiooo …
… bbbaaalllbbbeeetttaaarrreee
nnnooonnn ssseeerrrvvveee … il nonsense …
… dei cinque versi della non poesia
il non raggiungimento delle pene e delle gioie
sssttt … sssttt … sssttt … sarebbe stato meglio
continuare a dubitare … sssttt … sssttt …
… avrei fatto meglio a continuare a dubitare
come un presunto colpevole … avrei fatto meglio
a salutare la mia ombra … avrei fatto meglio
ad annunciare il mio dipartire dalla vita
perché nessuno … domani … avesse trovato
nulla da dire al gesto estremo … codardo
codardi … sì … quelli che m’avranno portato
sull’orlo della follia …!SSSttt … sssttt …
… sssaaarrrààà spezzato uuunnn pane di pietra
sssaaarrrààà vvveeerrrsssaaatttooo vvviiinnnooo
d’aaacccqqquuuaaa …!!! Non serve balbettare …
… non serve prolungare l’agonia
ssstttaaannnooottteee … ho sognato …
… ssstttaaannnooottteee hhhooo fffaaatttooo
uuunnn sssooogggnnnooo …! Non serve
prolungare questa agonia … non serve
che l’ombra mi lasci sul marciapiede
domani … sarà … di … nuovo … ieri
e nessuno … sssaaarrrààà cccooosssiii fffooollleee
dddaaa bbbaaalllbbbeeetttaaarrreee iiinnnsssiiieeemmmeee
aaa mmmeee …!
Lascerò dietro la mia ombra
e un debito di riconoscenza verso quelli
che mi furono accanto senza chiedere altro
che di starmi accanto … non serve a nulla
pentirsi dei propri errori … non serve a nulla
liberarsi dei propri orrori … non serve balbettare
la mia ombra è già lontana … è già lontana
la mia ombra … ha già raggiunto
il quarantesimo verso … ha già raggiunto
il quarantesimo senso …
… a che serve prolungare questo strazio
nnnooonnn ssseeerrrvvveee bbbaaalllbbbeeetttaaarrreee
aaa ccchhhiii èèè sssooorrrdddooo dddeeennntttrrrooo
nessuno pagherà le ingiustizie subite
nessuno riuscirà a guarirmi … a che serve
continuare in questo strazio …!?
DA BERGEN A OSLO
DENG … Tu tum … Tu tum
Tu tu … tu tu tu tum … da Bergen a Oslo
lasciata la stazione … la gola stretta …
tu tu … tu tu … tu tum tu tu … le casupole
a scorrere … i binari a intrecciarsi …
… da uno scambio all’altro … tu tu …
tu tum … tu tum … tu tum … tu tu …
… casupole a scorrere … il sole al tramonto
no … era ancora l’alba … tu tu … tu tum
il binario … un binario … il raggio di sole
appena svegliato … riflesso … scintillio …
casupole a scorrere … lo scorrere delle casupole …
… dalla carrozza … dalla finestrella … casupole
e binari scintillanti a intrecciarsi … gli scambi
il binario … la gola stretta … tu tu … tu tum
tu tu … tu tum! Un ponte! I binari a intrecciarsi
le casupole a scorrere … la galleria …
… le casupole non si vedono più! Tu tu
tu tu … tum tum … sssccciiioooh … ssscccchhhiiiooo
un binario … i binari … a intrecciarsi … Ulriken …
… flebili voci … una risata … due risate … un uomo
e una donna … flebili voci … parlottare … un rumore
un rumore metallico … il buio della galleria …
… tu tu … tu tu … tummm … tuuummm … DEEEng
Arna …! Fuori dalla galleria …! Il sole già alto
il sole … oltre l’alto monte … il sole già alto …
dietro l’alto monte … da Bergen a Oslo …
… ma prima … Arna … subito dopo Bergen
e un alto monte dinanzi al sole già alto …
… non era stato il tramonto … era stata l’alba!
Sette minuti … trentacinque secondi … il cinguettio …
… sssccch … sssccch … sssccc … no …!
Il silenzio … neppure una voce … neppure
un respiro … e un uomo … e una donna …
… neppure una risata! Nessuno … nessuno
tutti … tutti …! Fermo il treno … il treno fermo …
… i binari lucidi e il sole alto … e l’alto monte
e … sssccchhh verso Arnanipa … e una voce metallica …
… e a ritta la cespugliosa roccia … e a manca uno specchio
d’acqua … e innanzi … un’altra galleria …
… e di nuovo lo scuro … e … tu tu … tu tu … tu tum
e verso Herland e Songstad … tu tu … tu tu … tum tum …
… e a ritta … ancora la roccia … e a manca
lo stesso specchio d’acqua di prima … tu tu … tum tum …
… sssccchhhhuuuooo …. ssscccooouuusssccchhh
ed Herland era già passato e Songstad era già alle spalle …
… o a ritta … o a manca … e quel monte …!
DA BERGEN A OSLO II
E i pini … e lo specchio d’acqua a manca …
… e a ritta la cespugliosa roccia
e innanzi … adesso … a manca … sopra lo specchio …
un grigio ammasso di rocce
un altro gigante di pietra …
… tu tu … tu tu … tu tum tu tum … sssccchhhaaaf
sssccchhhaaafff … le rotaie sui binari
e un ponticello già passato … sopra la carrozza
e un binario stretto … e una galleria … e di nuovo
lo scuro … e verso Romslo … e verso Risnes …
… Trengereid … Hananipa … e da galleria
in galleria … il buio … e poi … il cielo spento …
… il sole … sbiadire nebbioso … e a manca
lo specchio d’acqua … filari di pini … no …
… non possono essere pini! Forse solo fantasmi
delle mie paure! Tu tu … tu tu … tu tu … tu tum …
… forse i rimproveri dei miei Maestri!
Da Bergen a Oslo passando per Romslo (o no)
da Bergen a Oslo passando per Risnes
da Bergen a Oslo passando per Romslo e Risnes
e Trengereid e Hananipa e da galleria in galleria
il buio … e poi … il cielo spento … il sole
sbiadire … nebbioso … e a manca …
… lo stesso specchio d’acqua (o no)
e nella galleria … (un’altra … o no …)
due colpi di tosse … sssccchhhooowww …
… il buio pesto … la risata d’una donna
(la stessa di prima … l’avevo riconosciuta
o no) … la voce di un uomo (la stessa di prima
l’avevo riconosciuta o no) … Bogelia …
era là … e Vaksdal era là … e prima che venisse poi
un’altra galleria … e un’altra galleria … sssccchhhooofff
e … una risata di donna (la stessa voce di donna
che avevo già sentito … la stessa risata … l’avevo
riconosciuta … o non era stata quella
a risvegliarmi dal torpore? -Il sonno della mente
genera mostri –
da Bergen a Oslo … tu tu … tu tu … tu tum …!?
O … sssccchhhooofff … sssccchhhooofff … ssswiiisss!
Vaksdal era lì … Skrelen era là … Store Fosmak era qua …
… e poi Hetta … Stanghelle … Stanghelle bru …
ora lo specchio d’acqua era a manca … ora lo specchio
d’acqua era a ritta … ora lo specchio d’acqua …
… era sotto di noi … e il treno … con le rotaie
sui binari di un ponte …!